Matelda Borta e il mosaico artistico.

Matelda Borta
Matelda Borta

Nata a Udine nel 1973
Figlia d’arte , ( sua padre è Gianni Borta ) è cresciuta in mezzo a creatività e colori .

Trova la sua dimensione nell’universo del  mosaico e noi abbiamo deciso ci conoscerla meglio, come sempre lasciando che sia lei a raccontarsi rispondendo alle nostre domande

Il tuo primo contatto con l’arte?
Ho avuto il grande privilegio di nascere e crescere in mezzo all’arte e ai colori, abbracciata da
un padre artista che mi ha tramandato entusiasmo ed ammirazione nei confronti dell’ambiente e
della Madre Terra, artefice della bellezza di cui siamo circondati.

Quando hai capito che l’arte sarebbe diventata da passione a professione?
La passione per l’arte è maturata negli anni e nei confronti di tutte le molteplici sfumature in cui
l’arte si esprime . Durante gli studi artistici superiori ho approfondito la grafica pubblicitaria e la
fotografia, ma è stata la visione di porre una tecnica antica, come quella musiva, in un contesto
attuale che mi ha fatto scattare l’idea che potesse diventare qualcosa di più concreto.

Inserire il mosaico nell’arredo per esempio, coinvolgendo architetti e arredatori, era un’idea che mi sembrava
potesse avere un seguito.

Quindi non solo l’idea del mosaico quale sostituto di un’opera pittorica,
di un quadro per intenderci, ma elemento autonomo come complemento d’arredo o materia da
lavorare con creatività e originalità.

Ecco, direi che sia stata proprio l’idea di un qualcosa di nuovo, che potesse prender piede nel panorama dell’interior design, a darmi la spinta per continuare in questa direzione in modo professionale.
Doveroso precisare che gli anni in cui ho frequentato la scuola di mosaico erano anni di transizione,
caratterizzati principalmente da una visione tradizionale dell’uso della tecnica del mosaico.

ll mosaico quale copia al servizio della pittura quindi , in contrasto con le prime voci “ fuori dal coro”
che erano alla ricerca di un’identità chiara, decisa, nel quale l’autore del mosaico diventasse lui
stesso artista perchè, seppur lavorando su un bozzetto di cui non ne era l’autore, lo caratterizzava
attraverso la sua sensibilità ed i suoi occhi.

Non più copia fedele, ma interpretazione.
Questa visione incontrava il mio modo di essere permettendomi un utilizzo della materia più libera
e consapevole, visualizzando il mosaico in un contesto attuale soprattutto nell’arredo indoor e
outdoor.

Che formazione hai avuto?
La mia formazione artistica è iniziata studiando grafica pubblicitaria e fotografia , in seguito al
diploma ho portato a termine il corso alla Scuola mosaicisti del Friuli di Spilimbergo.

La formazione artistica vera e propria è avvenuta poi, con gli anni, con la curiosità, con la pratica ed il
confronto con altri artisti, grazie anche all’immenso contributo che la rete ci ha offerto
quotidianamente, seguendo principalmente artisti operanti nelle più svariate discipline .

Pittura, scultura, illustrazione, architettura.

La tua prima opera?
Nel campo musivo ricordo con grande piacere ed altrettanta sofferenza i primi esercizi di pratica di
taglio, con l’utilizzo del ceppo e della la martellina potevi passare otto ore in laboratorio e a fine
giornata il maestro inflessibile ti salvava quattro tessere di numero, come degne rappresentanti di
un taglio preciso e pulito.

Questi piccoli esercizi, per nulla creativi, ma molto tecnici che mi hanno
tenuta impegnata un intero anno, li conservo ancora con cura.

E sono grandi opere per me.

A cosa ti ispiri quando crei?
Ho avuto vicino un maestro che mi ha fatto vedere con occhi curiosi la Natura, il segreto dentro un
fiore ed il suo linguaggio, la sua valenza simbolica.

Ho capito negli anni quanto davvero la Natura potesse essere una fonte inesauribile d‘ispirazione e quanto le persone hanno bisogno di viverla e sentirla vicino.

Con rispetto.

Gli elementi della natura mi offrono quindi lo spunto per l’elaborazione
iniziale dell’opera in cui interpreto intrecci di arbusti, fili d’erba, petali e fiori, individuando nella
forma armonica della Stele la sua rappresentazione più adatta.

Le Stele nascono da un preciso sentire interiore che attraverso il cuore raggiunge la Natura e ne diviene parte integrante .

Ho scelto il mosaico , arte antica sopravvissuta negli anni riuscendo ad evolversi e manifestando tutto il suo
potenziale contemporaneo . Ho scelto il colore , la sua esaltazione in tutte le sue sfumature, da
quelle tenui e delicate a quelle più vive e intense.

Ho scelto un’arte come promotrice di tematiche a tutela dell’ambiente, attraverso la creazione e la diffusione di opere che riflettano la relazione tra l’uomo, la materia e la Natura .

È più importante la tecnica o la creatività?
La tecnica supporta la creatività, segue l’idea geniale, l’estro creativo. Non sarà mai possibile il
contrario, puoi essere tecnicamente eccellente nel tuo campo, ma se non emergi per creatività,
se non diventi riconoscibile al pubblico per una tua particolarità, allora rimani solo un bravo
esecutore, null’altro.

Sarà sempre la genialità a differenziare gli artisti.

La tecnica la affini con lo studio, la creatività la puoi alimentare ma se non è innata tu, artista, la sentirai sempre
forzata.


Quanto contano per te la luce e il colore?
Il mosaico è un linguaggio che si esprime con l’accostamento delle tessere , le sue parole.

La luce ed il colore sono tra gli elementi fondamentali dell’arte musiva, un po’ come in un testo sono la
punteggiatura, le pause o il tono, al cui variare si modifica anche il senso e la percezione .

Per fare arte, bisogna averla studiata?
Alimentarsi di arte dovrebbe rientrare nel processo formativo di ognuno in particolar modo se l’arte
la respiri a pieni polmoni.

Credo che ogni artista che si rispetti abbia alle spalle un percorso di
immersione nel campo artistico, non necessariamente studiata a livello accademico, ma quale
formazione personale assolutamente sì.

Cos’è per te l’arte?
L’arte è cultura, ed emozione. E’ un preciso sentire interiore che attraversa il cuore e le sue
vibrazioni.

Cosa ti aspetti da un curatore ?
Da un curatore mi aspetto soprattutto le capacità comunicative di tipo emozionale, perchè se l’arte
è emozione bisogna entrare nel mondo dell’artista e riproporlo al pubblico.
Inoltre , non da meno, che rispetti l’artista sapendosi fermare : ci sono alcuni artisti che hanno bisogno
di essere presi per mano mentre altri non amano certe intromissioni.

Rispettare l’artista è proprio questo.

Quanto conta la comunicazione ?
Oggi la comunicazione è tutto, è la forma di conoscenza del tuo operato, che esiste solo se ci sei,
se ti fai conoscere. Se non esisti non esiste neanche quello che crei. Una buona o cattiva
comunicazione influenzerà sempre il valore percepito della tua creazione.

Grazie Matelda per il tempo che ci hai dedicato e se mi permetti aggiungo volentieri una nota sul tuo nome , così inusuale e raro.

Matelda è protagonista degli ultimi cinque canti del Purgatorio: è la donna che Dante incontra nel Paradiso Terrestre  prima di Beatrice.

Viene ricordata per la sua bellezza assoluta, sia nell’aspetto sia nei gesti, per il sommo Poeta simboleggia la condizione umana prima del peccato originale.

Irene Zenarolla

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