Intervista a Irene Zenarolla quando la creatività diventa eclettica.

Irene Zenarolla
Irene Zenarolla

Il mondo del gioiello nasconde spesso Artisti, che attraverso la creatività e le loro capacità creano pezzi unici da indossare, è questo il caso di Irene Zenarolla , che abbiamo intervistato:

Il tuo primo contatto con il mondo della gioielleria? 

Avvenne in modo attento quando ero una teenager, durante il boom economico degli anni 80 si andava spesso in gioielleria ad acquistare doni per ogni tipo di ricorrenza, ma anche per il solo piacere di regalarsi un gioiello. 

Il tuo primo contatto con l’arte?

Inizio rispondendoti con questa citazione : “Se camminando per strada un banchiere vede una fenditura nel marciapiede, penserà al costo della riparazione, chi ha inclinazioni artistiche vi scorgerà forme e disegni fantastici” 

Penso che ci siano persone favorite geneticamente a sviluppare capacità artistiche, io fin da piccola vivevo immersa nel mondo dei colori, disegnavo e dipingevo costantemente, frequentavo le scuole elementari, facevo velocemente i compiti per poi dedicare il resto della giornata alle mie passioni. 

Sfogliavo le enciclopedie che trovavo nella libreria di casa alla ricerca delle opere che a modo mio volevo riprodurre, avevo una forte attrazione per Giotto ma soprattutto per Antonio Ligabue, un artista che ritenevo alquanto bizzarro ed intenso allo stesso tempo. 

Ascoltavo molta musica di ogni genere, adoravo la musica classica che stimolava ulteriormente la mia creatività, per me tutto ciò era una vera necessità vitale. 

Sempre in quel periodo fui parecchio influenzata da un pittore, amico di famiglia, che viveva in Francia ma che trascorreva parte dell’estate in Italia. 

I miei genitori acquistarono molti suoi dipinti e gli commissionarono anche un mio ritratto (olio su tela), proprio per questo motivo passammo diverse ore assieme, io osservavo con attenzione ogni suo minimo movimento e mentre mi ritraeva gli facevo domande di carattere tecnico cercando di restare quasi immobile, volevo assolutamente imparare la sua arte…avevo solo 9 anni! 

Mentre te ne parlo rivivo quei momenti come se fossero trascorsi pochi minuti fa’. 

Questo è il potere e la magia dell’Arte, che continua a vivere all’infinito attraverso il tempo e lo spazio.

Quando hai deciso di intraprendere questa carriera? 

Molto presto direi, a quindici anni iniziai a frequentare un laboratorio di oreficeria artistica dove mia madre comperava i suoi monili, ebbi la fortuna di poter assistere alle varie fasi di realizzazione di un gioiello e ne rimasi estasiata, fu un vero colpo di fulmine capii subito che quello era il lavoro che volevo fare, creare gioielli. 

 La tua prima opera? 

Sorrido, rispondendoti che realizzavo le mie prime opere seduta sul seggiolone, passavo parecchio tempo a modellare con le mie manine la mollica di pane creando delle piccole forme che probabilmente per me avevano un significato specifico. 

Ciò che facevo era qualcosa di veramente singolare che fu subito notato da chi mi stava vicino e che mi viene spesso ricordato! 

A livello professionale la mia primissima opera fu un anello in oro giallo con una Ametista, pietra che adoro. Lo avevo personalizzato con una speciale texture che inventai ai tempi della scuola. 

Questa texture è divenuta una caratteristica presente in quasi tutti i miei gioielli, rendendoli distinguibili e riconoscibili, è una specie di “marchio di fabbrica” 

A cosa ti ispiri quando crei? 

Le fonti di ispirazione sono infinite, variano a seconda dallo stato d’animo in cui mi trovo mentre creo, poi dipende molto dal gioiello da realizzare e a chi è destinato. 

Posso dirti però che mi ispiro spesso a dettagli architettonici, alla “struttura” dei fiori, ad uno specifico periodo storico, alla melodia di una canzone, ai particolari di un dipinto, a tutto ciò che mi suscita curiosità ed emozione. 

Che formazione hai avuto?

Studi artistici, ho frequentato l’Istituto Statale D’arte di Udine (ora Liceo Artistico) dove ho conseguito il diploma di Maestro d’ Arte nella sezione “Metalli ed Oreficeria”. 

Durante gli anni delle scuole superiori facevo praticantato in un laboratorio orafo, dove ho potuto sperimentare ed apprendere per bene svariate tecniche di lavorazione. 

Volevo bruciare le tappe, il mio obiettivo era quello di aprire un Atelier di Oreficeria artistica tutto mio il più presto possibile e così fu : nel 1993 fondai Innuendo (nome scelto per omaggiare i Queen altra mia grande passione), il mio sogno si era realizzato! 

Avevo 20 anni ed ero la più giovane imprenditrice orafa della mia regione, per questo primato venni premiata dall’ Ente per lo sviluppo dell’ Artigianato del Friuli – Venezia Giulia, che mi offrì uno spazio espositivo al quartiere fieristico di Udine per la mia prima mostra d’Arte Orafa. 

Ho sempre avuto una immensa passione per la “Storia del gioiello”, ho studiato e continuo a studiare tutte le epoche storiche ed i percorsi artistici dei vari orafi e gioiellieri sia noti che meno noti. 

Ho visitato i musei europei in cui sono esposte le loro opere, cercando di carpire i segreti delle tecniche di lavorazione più particolari ed inedite. Uno dei miei motti è “bisogna studiare il passato per progettare il futuro”.

Cos’è per te il gioiello?

Mi piace definirlo come “un’ estensione tangibile della nostra anima”. 

Siamo noi stessi a scegliere in base ai nostri gusti e alle nostre esigenze sia funzionali che estetiche il gioiello da indossare, che è indubbiamente qualcosa che ci rappresenta. 

C’ è sempre una lunga ricerca dietro le quinte di ogni mia creazione, nulla viene lasciato al caso. 

Dal design alla scelta dei materiali utilizzati alle tecniche di realizzazione talvolta inusuali, tutto viene considerato al massimo per creare dei pezzi unici ed esclusivi. 

Questi sono gli elementi chiave per dare vita ad un gioiello vissuto come un’opera d’arte da indossare e non solo come un semplice ornamento. 

Quali sono i tuoi clienti principali? 

Sono da dividere in categorie in base al mio percorso lavorativo che si è assolutamente evoluto nel corso del tempo. 

Quando dal 1993 al 2006 ho diretto INNUENDO il mio Atelier di Oreficeria Artistica, in cui realizzavo i miei gioielli iniziando dal disegno fino alla loro completa esecuzione, i miei clienti principali erano i privati che per il 70% dei casi hanno conosciuto la mia arte orafa tramite le mie partecipazioni a manifestazioni artistiche e fieristiche nazionali ed internazionali. 

Nel 2006, c’è stata una svolta netta nella mia carriera, quando in collaborazione con un designer freelance creatore di gioielli per sfilate di alta moda, ho avuto l’opportunità di partecipare allo studio creativo per una linea di oreficeria destinata al mercato americano. 

Dopo quell’ evento che mi aprì la mente verso nuovi orizzonti ho deciso di continuare il mio percorso artistico dedicandomi esclusivamente al design del gioiello (e non solo). 

I miei clienti divennero committenti come ad esempio le aziende orafe che si appoggiano ai designers esterni per la progettazione delle proprie collezioni, oppure gli artisti quali i pittori, mosaicisti, scultori che vogliono trasformare le loro opere in gioielli e si rivolgono al designer di settore per la progettazione della loro linea Art-Jewel. 

C’ è anche il committente che ama avere un gioiello assolutamente esclusivo realizzato per sé stesso, un pezzo unico “progettato su misura” per cui si rivolge al Jewelry designer per avere un disegno personalizzato. 

Si appoggiano ai jewelry designers anche gli stilisti di moda che vogliono realizzare una collezione di gioielli da affiancare alla loro collezione di capi di abbigliamento. 

Come vedi le categorie sono varie e te ne potrei elencare tante altre. 

Per la fase successiva al progetto ovvero quella di realizzazione vera e propria del gioiello, il Jewelry designer può consigliare al committente a chi rivolgersi se quest’ultimo non è una azienda orafa o non ha un esecutore finale.

 Se potessi incontrare un artista/gioielliere del passato, chi e cosa gli chiederesti?

Senza alcun dubbio vorrei incontrare René Lalique, il più raffinato e rivoluzionario interprete della gioielleria del periodo Nouveau, che io amo in modo viscerale. 

Gli chiederei di poter assistere alla realizzazione di una sua opera, restando accanto a lui ad osservarlo in religioso silenzio.

Cos’è per te l’arte?

È una parola formata da quattro lettere che racchiude un intero universo. 

L’ arte è un linguaggio universale che permette di comunicare con chiunque ed ovunque, l’arte è condivisione. 

L’ arte è bellezza, è emozione, è un modo di esprimere se stessi. 

L’arte è qualcosa di immenso ed infinito che attraversa lo spazio e il tempo portando con sé la storia dell’intera umanità. 

L’arte è vita a 360 gradi. 

Raccontami un aneddoto che ricordi con il sorriso.

Risale a venticinque anni fa’, quando una mia conoscente che fu stretta amica e collaboratrice di Freddie Mercury e dei Queen mi chiese se volessi creare un gioiello da destinare ad un’asta di beneficenza che raccoglieva fondi per la Mercury Phoenix Trust, che è un’organizzazione di volontariato e di informazione che cerca di combattere l’AIDS in tutto il mondo, fondata a pochi mesi della scomparsa di Mercury dai restanti membri della band inglese. 

Realizzai per loro un pendente in oro ispirato al primo logo dei Queen disegnato dallo stesso Freddie che aveva un diploma in grafica e design della moda. 

Per pubblicizzare questo evento decisero di pubblicare un articolo sulla Fanzine ufficiale della leggendaria band inglese, che veniva spedita ai fan di tutto il mondo, in allegato c’era la foto del pendente, la mia foto mentre indossavo il gioiello e l’indirizzo del mio laboratorio orafo. 

A pochi giorni dalla pubblicazione iniziarono ad arrivarmi quotidianamente centinaia di lettere da ogni angolo del pianeta, all’epoca non esistevano i social network si usava ancora carta e penna. 

Giapponesi, brasiliani, americani cinesi, spagnoli, peruviani, italiani mi scrivevano per chiedere informazioni sul pendente, molti volevano conoscermi, alcuni mi spedirono musicassette con le loro canzoni incise, chi spediva piccoli doni fatti a mano, chi voleva conoscere i Queen, insomma venni sommersa da un’ondata di pacchi, cartoline, lettere e chi più ne ha più ne metta. 

Ad un certo punto decisero di consegnarmi la posta con il furgoncino, mettendo tutto ciò che era destinato a me in sacchi appositi che venivano lasciati fuori dal mio laboratorio. 

La cosa più buffa fu che molti italiani mi scrivevano in un inglese a dir poco imbarazzante!

Risposi a molti fan, poi non riuscii più a farlo per la mole di posta arrivata, comunque con tanti di loro ho mantenuto i contatti tramite i social e ogni tanto ricordiamo sorridendo quei momenti. 

Fu davvero un evento straordinario ed unico che mi sorprese e divertì tantissimo, generato da un disegno di Freddie Mercury che io trasformai in oro! 

Questo è il potere dell’Arte unito alla comunicazione…e non solo!

Conta più la tecnica o la creatività? 

Credo che entrambe le cose contino allo stesso modo: un creativo geniale privo di capacità tecniche può appoggiarsi ad un ottimo tecnico per realizzare le proprie opere, come un bravissimo tecnico privo di creatività può appoggiarsi alla genialità di un creativo per sviluppare al meglio i propri prodotti. 

Esistono anche i creativi dotati di capacità tecniche e tecnici dotati di creatività. 

Quanto conta la comunicazione? 

La comunicazione è fondamentale in tutti i settori, specialmente nell’epoca social in cui stiamo vivendo. 

Per un artista è molto importante avvalersi dei servizi di comunicazione per far conoscere la propria arte. 

Tramite i social network si può avere una vera e propria vetrina sul mondo grazie alla quale si può relazionarsi con varie realtà che potrebbero essere molto utili per il proprio lavoro. 

Però bisogna conoscere bene le dinamiche comunicative dei vari network per poterli utilizzare nel modo corretto, se ciò non fosse, la miglior cosa da fare è affidarsi ad una agenzia di comunicazione che sa utilizzare i giusti strumenti per far raggiungere ai propri clienti degli ottimi risultati.

Grazie Irene è stato un piacere intervistarti

Alessio Musella

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