Intervista a Vito Centonze, artista citazionista a cura di Mara Cozzoli.

Vito Centonze
Vito Centonze

Quarantacinque anni e una carriera di venticinque alle spalle, le sue opere, dall’Italia, sono giunte in Germania, attraversato l’oceano per fare, infine, tappa anche a New York.
Una vita, la sua, dedicata all’arte.
Dialogo oggi con Vito Centonze, il quale definisce il proprio stile situazionista.

Allora Vito, quando è avvenuto il tuo primo approccio con l’ arte?

Avevo sei anni e passavo i miei pomeriggi a sfogliare l’enciclopedia dell’arte, dal Rinascimento alla Pop Art e mi perdevo nei dettagli e colori di Pontormo,  Dalì e altri.

Hai studiato all’ Accademia delle Belle Arti di Bari, poi, a conclusione studi, la tua prima mostra e…il trasferimento in Germania. Come e perché hai maturato questa scelta di stabilirtici definitivamente.

Perché in Germania si può vivere di arte e si può insegnare senza troppa burocrazia.

Nelle tue opere fai incontrare artisti appartenenti a epoche e correnti differenti. Come hai partorito questa idea? Deriva da un attento studio o nasce dall’ istinto?

Il mio lavoro è soprattutto concettuale, quindi c’è un attento studio influenzato dal Postmoderno, dove vari stili erano rivisti in chiave moderna.
Altre volte il caso dadaista fa incontrare sulla mia scrivania Mondran e Piero della Francesca: così nasce una nuova opera!

Il tuo stile è molto particolare: ti definisci situazionista, arte cioè della situazione.
Entreresti nel merito dei processi di creativi


Adoro citare gli artisti che amo, da Caravaggio a Duchamp con degli omaggi contemporanei!

Concettualmente definisci Luigi Ontani tuo maestro. In che modo questa figura ha influito sul lavoro?

Ontani ha influito molto sul mio lavoro almeno, concettualmente, con una serie di omaggi ai grandi della storia dell’arte rivisti in modo personale.

Torniamo alla tua esperienza all’estero. La considerazione che Italia e Germania danno al settore artistico è estremamente differente. Hai voglia di spiegarci in cosa consiste questo divario e quali secondo te possono essere le motivazioni?

In Italia l’arte è considerata qualcosa di legato a una cerchia ristretta della cultura.

In Germania è considerata parte integrante dell’economia, e quindi, pesa molto sul serio.

In cosa sbaglia il nostro Paese?

Dovrebbe unire i nostri tesori artistici ad una mentalità manageriale gestita da veri e propri imprenditori della cultura.

Quanto è fondamentale il connubio tra arte e marketing?

Arte e marketing devono essere un tutt’uno!

La pandemia ha creato enormi difficoltà. Quali sono stati i disagi che, come artista, ti sei trovato ad affrontare? La Germania ha supportato il settore? Quali sono le prospettive per il futuro?

Con la pandemia gallerie e musei hanno chiuso. Molti artisti si sono ritrovati senza mezzi, ma la Germania ha, da subito, supportato gli artisti in difficoltà.
Adesso il sistema cultura sta riaprendo: spero di essere coinvolto in nuove esposizioni.


In conclusione ringrazio Vito per il tempo concessomi.

Mara Cozzoli

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