Giuseppe Ballacchino e la Dark Pop…

Giuseppe Ballacchino
Giuseppe Ballacchino

Ancora oggi, la citazione di Andy Warhol dice tutto, perché la Pop Art è tutt’oggi più viva che mai, in ogni sua sfaccettatura.

La si può ritrovare in ogni anfratto della vita quotidiana e ci siamo così assuefatti ad imbatterci in una sensibilità pop, che quasi non ci facciamo più caso.

Giuseppe Ballacchino apre un nuovo settore legato alla Pop Art, la Dark Pop.

Conosciamo meglio l’artista Genovese lasciando a lui il piacere di raccontarsi rispondendo alle nostre domande .

Il tuo primo contatto con l’arte?
Ricordo bene il mio primo contatto con l’arte, a 4 anni staccavo lo stucco dalle finestre e lo modellavo fino a crearci dei piccoli aeroplani.

Quando hai capito che l’arte sarebbe diventata da passione a professione?

Circa cinque  anni fa, quando creai “Il Portale degli Abissi”, notai lo stupore di famigliari ed amici e capii che quella era la mia strada.

La tua prima opera?
Il mio primo lavoro definibile “opera” è senza dubbio “Il signore della Guerra“, una scultura che tutt’oggi è custodita gelosamente da un mio caro amico.

Per fare arte , bisogna averla studiata?
Lo studio della tecnica è indispensabile a mio avviso ed è il mezzo che consente a un’idea di passare dalla sfera dell’immateriale a quella del tangibile, prendendo quindi forma.

Poco importa se da autodidatta o attraverso una formazione scolastica, l’importante è sempre studiare per migliorarsi!

Cosa unisce i tuoi dipinti e la musica ?
La musica, quando dipingo o scolpisco,  riesce a far fluire meglio le mie emozioni e la mia passione dentro l’opera!

Come scegli cosa ritrarre ?
Partendo da un’idea di base, scelgo con cura i soggetti che maggiormente la rappresentino e al tempo stesso la mettano in discussione.

Un aneddoto che ricordi con il sorriso ?
Anni fa, durante i miei numerosi esperimenti per trovare nuovi materiali scultorei, creai una sorta di fumo bianco che allarmò tutto il palazzo in cui abitavo.

Se potessi incontrare un artista del passato , chi e cosa gli chiederesti?
Senza alcun dubbio Stanisław Szukalski!

Gli chiederei come è riuscito a fondere nella sua scultura idee e stili etnici così diversi fra loro, in opere che colpiscono l’anima di chi le guarda.

Se incontrassi te stesso a 18 anni cosa ti consiglieresti ?
Mi consiglierei di studiare disegno ed anatomia il prima possibile!

Quanto conta la comunicazione ?
Indispensabile!

Potresti essere l’Artista più bravo al mondo, ma senza la capacità e la possibilità di comunicare e farsi conoscere, non potrai mai definirti tale a 360°.

Che differenza c’è, nella percezione dell’arte, tra Italia e estero?
Sicuramente in molti paesi esteri, rispetto al nostro, vi è più consapevolezza dell’ Arte digitale e delle nuove tecnologie legate ad essa; che sia un bene o un male lo lascio valutare a voi.

Cos’è per te l’arte?
L’ Arte è espressione della propria anima e nel mio caso un’esorcizzazione dei miei demoni interiori, nati da un passato piuttosto negativo; se dovessi darne una definizione del tutto personale direi che l’Arte è il punto d’incontro, percepito dall’osservatore come bellezza, tra idea ,tecnica e passione del creatore!

Cosa ti aspetti da un curatore ?
Mi aspetto che lavori sempre in maniera professionale, esattamente come faccio io.

Cosa chiedi ad un Gallerista?

Al mio Gallerista di riferimento chiedo spesso anche come sta.

Credo che il rapporto umano sia importante tanto quanto quello professionale.

Quanto contano per te la luce e il colore?
Moltissimo! Molte mie opere si basano su contrasti di luce ed ombre per provocare nello spettatore il massimo delle emozioni possibili.

Il colore, infine, lo scelgo con molta accuratezza, non deve in alcun modo coprire le forme della scultura, ma accompagnare dolcemente l’osservatore nel viaggio che la mia Opera propone.

Grazie per il tempo a noi dedicato

Alessio Musella

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