Dilettanti Geniali. Sperimentazioni artistiche degli anni Ottanta.

Nicola Corona Rap & Show
Nicola Corona Rap & Show

Manfredini, ha raccolto le testimonianze della scena artistica degli anni ’80 a Bologna.
Anni d’invenzione e creazione di nuovi linguaggi — in perfetta sintonia con ciò che stava accadendo a Londra, New York o Berlino — che però non hanno ancora avuto il giusto riconoscimento a livello nazionale e internazionale.
Schiacciato da semplificazioni e luoghi comuni, descritto come il periodo dell’edonismo e del disimpegno politico, del boom economico, del synth pop commerciale e della Milano da bere, è stato invece un decennio ricco di intuizioni e mutamenti, un laboratorio di forme innovative, caratterizzate a livello visivo da pratiche DIY (Do It Yourself) che hanno permesso il delinearsi di originali sperimentazioni grafiche, musicali e artistiche che hanno influenzato intere generazioni e che ancora oggi suscitano grande interesse.
Di alcune di queste situazioni sono rimaste traccie, mentre di altre sperimentazioni sono rimaste solo “memorie del sottosuolo”, racconti orali di chi ha vissuto quegli anni in prima persona.


La mostra, ospitata al Padiglione de l’Esprit Nouveau di Bologna, ricostruzione fedele dell’edificio ideato da Le Corbusier e Pierre Jeanneret per l’Exposition International des Arts Décoratifs di Parigi del 1925, dal 19 ottobre 2019 al 5 gennaio 2020, si sviluppava come un racconto, un atlante eclettico sulla cultura visuale di quegli anni, attraverso le opere di alcuni suoi protagonisti come Francesca Alinovi, i Giovanotti Mondani Meccanici, i CCCP Fedeli alla linea, Pier Vittorio Tondelli, il Movimento Bolidista, il gruppo Valvoline, Massimo Osti e la fucina creativa di WP Lavori in corso. Attraverso una selezione di materiali d’archivio, formato da poster, riviste, vinili, dipinti, disegni e documenti riguardanti la musica, l’arte, il design, il fumetto, sono state individuate una molteplicità di situazioni caratterizzate dal medesimo desiderio di allontanarsi dall’ortodossia modernista dei decenni precedenti, in cui si è delineato il passaggio dalla controcultura alla cybercultura, dall’underground al mainstream.


Il filo conduttore di Dilettanti Geniali. Sperimentazioni artistiche degli anni Ottanta non era la nostalgia quanto il desiderio di mappare la creatività meno conosciuta negli anni ’80. “I materiali raccolti — afferma la curatrice — compongono un atlante eclettico, che mostra quanto artisti, intellettuali, designer e musicisti siano stati in grado in quel periodo di delineare, dalle rovine e dal fallimento delle ideologie dei decenni precedenti, nuove istanze culturali e di suggerire l’anticipazione del tempo presente.


La carica esplosiva e corrosiva di quel decennio non ha perduto la capacità di seduzione, tutt’altro. A livello estetico si sta infatti assistendo a un ritorno degli anni 80 che non è semplice “Retromania” come afferma il critico musicale Simon Reynolds, quanto la consapevolezza, come scrive Franco Berardi Bifo e dopo di lui Mark Fisher, che la condizione del nostro presente sia caratterizzato da un tempo compresso tra l’accelerazione imposta dallo sviluppo tecnologico e l’assenza di un futuro “altro” che era possibile immaginare invece nel secolo precedente. In questo vertiginoso collasso spazio-temporale gli spettri dei “futuri perduti” preannunciati nel Ventesimo secolo animano la contemporaneità e aleggiano nel presente come “fantasmi”. Il termine hauntology, che Mark Fisher riprende dal Jacques Derrida degli Spettri di Marx, indica la permanenza nel presente di istanze passate che sono fonte di interesse e indagine per le generazioni più giovani”.
a cura di Lorenza Pignatti, con l’art direction di Alessandro Jumbo

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