CONOSCIAMO MEGLIO MAX INTRISANO PHOTOGRAPHY

Max Instrisano Photography
Max Instrisano Photography

Ogni Fotografo ha qualcosa da raccontare , e abbiamo fatto volentieri qualche domanda a 

Max Intrisano, per meglio capire la sua passione per la fotografia 

Ricordi il tuo primo scatto?

Ricordo il rumore metallico dell’otturatore a tendina della vecchia Voigtländer di mio padre presa di nascosto per ritrarre il volto di un’amica, era l’estate del 1991. 

Poi ricordo la prima fotografia B&W stampata in camera oscura, ma soprattutto ricordo vividamente la prima fotografia che non ho scattato…

In un mondo sempre più digitale Quanto è importante la stampa?

La Fotografia ha sempre avuto l’ambizione di conciliare l’attimo con l’eternità, ma con il consumo di immagini che subiamo quotidianamente riusciamo con difficoltà a ricordarle tutte. La stampa è molto importante in quanto espande il tempo di visione (fissandosi nella memoria). 

Come scegli i tuoi soggetti?

Cerco di costruire una storia intorno ad un elemento che mi colpisce. Una volta deciso il soggetto, una persona, un oggetto, ma anche una nuvola o un palazzo, cerco poi di aggiungere piani di lettura secondari.

Quanto conta la comunicazione oggi?

Troppo. Mi spiace vedere progetti o idee bellissime che muoiono, perchè vittime di una comunicazione sbagliata. 

Preferisci scattare in studio o fuori?

In passato lavoravo molto in studio, ma ho sempre preferito portare lo studio fuori. Stare all’aria aperta mi fa sentire meglio. 

Nel mio ultimo progetto ho passato tantissimo tempo sul terrazzo condominiale: è stato un ottimo antidoto contro la depressione da lockdown. 

Al momento sono in realtà molto attratto dagli interni e dal rapporto profondo che può avere una persona con il suo ambiente.

Quando scatti il tuo team e composto da? 

Non ho una regola fissa. E’ sicuramente importante avere un valido collaboratore su cui contare per gli shooting più complessi. Ma se devo raccontare uno spazio o un luogo, per entrare in simbiosi con l’ambiente preferisco muovermi da solo.

Cosa vuoi trasmettere attraverso i tuoi scatti? 

Sono molto attratto dal silenzio e dal vuoto e spesso cerco la sensazione di sospensione temporale. Il lavoro delle “Terrazze Romane” durante la quarantena vuole trasmettere il senso di fragilità di un’umanità che si osserva, si analizza e si interroga su un futuro incerto. In quel momento l’unica prospettiva possibile sembrava essere quella che osservavamo dalle nostre finestre.

Un aneddoto che ricordi con il sorriso, e uno non propriamente simpatico? 

Durante un reportage sugli esorcisti in Italia ho assistito impietrito, all’episodio di una donna che affidava il marito con problemi d’impotenza ad un esorcista…

Durante un reportage sui migranti sono stato inseguito da un uomo con un machete, era una persona devastata che aveva perso dei familiari durante la traversata del Mediterraneo, era un prigioniero di guerra che non oso immaginare cosa abbia passato. Ho avuto molta paura.

Domanda che può sembrare sciocca, ma.. più facile fotografare un uomo o una donna? 

Quando il soggetto è interessante non c’è genere che tenga! A questo punto la domanda potrebbe essere cosa rende un soggetto interessante? 

Sicuramente l’accettazione della propria età, del proprio corpo e dei propri difetti: trovo bellissimo fotografare persone che vivono serenamente il loro aspetto. 

Grazie per le tue risposte e il tuo tempo Max

Alessio Musella

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