Steven’s Hats e “il cappello è servito” se non è Arte questa ….

steven hats
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Imprevedibile, geniale, stravagante, insomma potrei definirlo “il cappellaio matto”, e forse, lo è.

Creare cappelli è un arte, e il suo mondo gira tutto intorno alle teste, conosciamo meglio Stefano, in arte Steven’s Hats, già perchè i cappelli di Stefano hanno fatto il giro del Mondo, un eccellenza italiana da esportare, un successo del Made in Italy nel Fashion system, ma con una chiara impronta artistica…

Nulla è stato semplice, e soprattutto scontato, ma lasciamo sia lui a raccontarcelo:

Hai un trascorso legato al mondo dell’arte, cosa ti ha portato verso il mondo del “Cappello” ?

Ebbene sì, provengo da studi artistici dal liceo artistico al l’accademia di belle arti. Vivevo tra pittura e scultura poi intrapresi la strada dello scenografo teatrale, sai in famiglia sono tutti teatranti.
Ma con il passare del tempo i miei studi si spostarono completamente nel mondo del teatro.
Iniziai a fare anche l’attore professionista ed infine costruivo interamente spettacoli teatrali, dalla musica alla scena costumi al l’interpretazione e infine alla regia. Ma non mi sentivo soddisfatto, ogni cosa dipendeva da altri e senza entrare nei dettagli, iniziai a pensare a qualcosa di “solo mio”.

Ebbi una crisi esistenziale
Fino a 35 anni pensavo che la mia vita era il teatro ma ciò non mi gratificava abbastanza e poi, essendo rimasto nelle mie terre di origine era anche difficile affermarsi in provincia dove quasi sempre fare l’artista ti porta ad essere “un impiegato dell’arte.

Un giorno mi ricordo che mi svegliai da una grande sbornia e dissi a me stesso che era ora di dare una svolta.
E così per gioco dissi:devo fare qualcosa che mi gratifichi.
Mi toccai la testa e come sempre avevo un cappello: Ecco! Dissi, creerò cappelli e berretti!
Iniziai quindi una seconda vita è anche nuovi studi per imparare le tecniche del mestiere.
Ma come succede sempre in me, cercai subito di dimenticare l’accademia e inventare nuove soluzioni per creare cappelli con le mie tecniche.
E così dopo alcuni anni di sacrifici imparai a realizzare i miei prodotti.

Da dove nascono le tue creazioni?

Sai il mio mondo è complesso
Produco cappelli in feltro e paglia classici per una vendita generica.
Mentre nei berretti mi sono imposto di creare solo pezzi inventati da me con tecniche sartoriali.
Ma come ben sai, nasco pittore scultore e ciò non si può cancellare. Quindi iniziai a trasportare nei miei copricapi l’arte visiva, iniziai a cambiare i feltro comuni in pezzi unici e nei berretti iniziai ad avere collaborazioni con pittori i quali dipingevano sui miei berretti e così anche io.
Ma anche questo non mi bastava.
Allora mentre costruivo dei cappelli da cerimonia, mi trovai a contatto con un tessuto di paglia… iniziai a manipolare con le mie mani la materia… essa poteva essere una nuova strada per avvicinarmi alla scultura.
Iniziai a sperimentare…

Hai lavorato molto all’estero, e la creatività italiana nel settore è molto apprezzata ,come viene percepito da noi ?
quanto lavoro c’è dietro alla realizzazione di una tua creazione?

Aprii la mia bottega nel 2006 e nel 2009 ero già a New York Denver new Messico e New Orleans. Dove apprezzavano il mio feltro lavorato con tecniche antiche la news sui berretti sartoriali e le mie prime sculture in sinamay. Da qui a Londra e infine a Melbourne dove le mie sculpture sono molto apprezzate infatti le chiamano different (diverse da ogni tecnica).
E fino a qualche anno fa in Italia compravano solo berretti e cappelli. Non era un articolo che la donna avrebbe messo qui o solo perché qui di eventi luxury di livello alto non esistono, ma anche la mentalità incise.
Qualche donna mi ha dato la voglia di realizzare per il proprio matrimonio alcune sculpture di dimensioni big, ma, si contano sulle dita.
Ma devo dire che anche qui sono piaciute molto le mie creature, anche se poi, me le chiedevano una copia piccola(risata).

La lavorazione varia
Sui berretti 15 minuti ed è pronto
Feltro una settimana
Le sculpture anche quindici giorni se non di più, visto che devo elaborare il progetto dargli una motivazione e un tema, abbozzarlo e quindi imbastire la materia, poi cucirla punto per punto creare la sua base ed infine con i miei attezzi(le unghie dei pollici) stirarle.
Lungo direi.
Ma in tutto ciò che faccio cerco un tema.
Agisco come un artista visivo,quindi scrivo e immagino per poi realizzare.

Nel mondo è pieno di vere scuole per millinery.Qui in Italia puoi dare degli stage,anche io li faccio ma sono quasi sempre avanzati,cioè, per persone che già fanno i modisti.
Anche io ho fatto in Australia uno stage sulla mia tecnica different al Kangan institute Millinery.

Mi racconti un aneddoto che ricordi con il sorriso?

Proprio quando ero in Australia
Mentre stavo spiegando ai ragazzi del Kangan Istitute millinery come ero arrivato a considerare una nuova tecnica di lavorazione e che oltre al cappello poteva esistere un opera d’arte… iniziai a accartocciare quella paglia e i loro visi erano stupiti pensavano ma che sta facendo? Ma mentre loro erano quasi lì per ridere dei miei modi buffi e veloci di accartocciare… iniziarono a vedere che da quell’involucro stava nascendo una forma che stava prendendo vita una testa di cavallo e così vennero presi dalla voglia di sperimentare e li senza parlare ci siamo messi tutti a creare ognuno la sua forma. Pensa che un allieva porto alla Melbourne Cup evento importantissimo non solo per le fare di cavallo ma anche per noi millinery ci sono varie gare per i cappelli più estrosi . Ecco questo è un ricordo dal sorriso.

Quando ti commissionano una tua creazione , quali sono le caratteristiche che prendi in considerazione per rendere perfetto il binomio cliente cappello?

Cerco di dargli ciò che desidera, ma quasi sempre vengono con qualche mia foto presa dai social.
Quando invece è un nuovo cliente e forse non ha mai portato un cappello, cerco di indirizzarlo al meglio per le sue caratteristiche somatiche.A volte mi impongo, ma lo faccio per il bene del cliente e per il cappello.

Confezionare un cappello è un arte, la collaborazione con stilisti  come la consideri ?

L’arte del cappello certo
Si da subito ho cercato collaborazione con altri stilisti,a volte qualcuno non ha voluto perché diceva che se no la gente guardava solo i cappelli (pensa un po’ tu?!?)
Ma nel tempo ho trovato persone molto professionali ed insieme abbiamo realizzato collezioni e una buona collaborazione.
Il marchio Nina Mancini ha creduto subito in me e dal 2015 abbiamo collaborato sia per collezioni che per i su misura nei quali ripropongo gli stessi tessuti degli abiti(quasi sempre per cerimonie) molto alla Chanel. Creature molto piccole di dimensioni ma stanno sulla testa come cotone, gioielli.

Grazie Stefano,

Alessio Musella

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