La nuova generazione di Galleristi che avanza! Giulia Filiè

giulia filiè
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Preparati, ambiziosi, intraprendenti, questi sono i galleristi del futuro, studiano, apprendono, viaggiano, ascoltano.

Abbiamo fatto qualche domanda a Giulia Filiè:

Il tuo primo incontro con l’arte?

Non ricordo bene il mio primo incontro con l’arte, ma la mia infanzia ne è sempre stata influenzata. Essendo cresciuta a Pietrasanta, sono venuta a contatto con l’essenza artistica della città, e questo ha caratterizzato il mio avvicinamento all’arte. Molto spesso andavo a mostre e inaugurazioni di artisti locali e internazionali, e pur avendo un’età per cui era difficile cogliere pienamente i significati e concetti dietro le opere d’arte, ne rimanevo sempre affascinata ed incuriosita.

Quando hai deciso di occuparti di arte?

Ho deciso di occuparmi di arte una volta giunta alla decisione di cosa fare all’università. La passione sviluppata da bambina, grazie anche a continui stimoli familiari, insieme al corso di storia dell’arte del liceo che mi aveva appassionata tanto, mi ha spinto verso la scelta di management dell’arte come studio universitario. Il resto del mio percorso personale e professionale è stato molto influenzato dagli studi, esperienze lavorative, incontri e visite che ho fatto a Londra durante l’università. Londra è una città magnifica e piena di stimoli dal punto di vista artistico!

Che formazione hai avuto?

La cultura generale su storia dell’arte acquisita con i corsi del liceo, e il completamento del corso di management nell’arte a Londra hanno contribuito fortemente alla mia formazione. Varie esperienze di stage in gallerie, e organizzazioni di arti visive, performative e compagnie di design sono state funzionali a mostrarmi la parte più manageriale e pratica dell’arte. Esperienze fondamentali anche per capire le dinamiche del mercato dell’arte e per avviarmi verso un percorso più professionale una volta finiti gli studi.

Come scegli gli artisti di cui occuparti?

Per Oblong non sono incaricata di scegliere gli artisti della galleria. Generalmente le fondatrici di Oblong gestiscono la scelta degli artisti.

Mi racconti un aneddoto che ricordi con il sorriso ?

Un aneddoto che ricordo con il sorriso è quando l’artista Mario Arlati fece tre quadretti personalizzati per me e i miei fratelli. Mi ricordo che ci fece mettere la mano dietro la tela del quadro, per disegnarne i contorni. Il quadro conteneva invece sul fronte i nostri nomi incisi nella tecnica mista del dipinto. Ricordo questo episodio con tenerezza per l’effetto che fa rivedere oggi la propria mano a dimensione di bambino dietro il quadro. Questo mi fa pensare come in questo caso l’arte possa avere il potere di fungere da archivio, e celare ricordi, testimonianze ed emozioni nel tempo.

Quanto conta la comunicazione?

La comunicazione è essenziale. Senza la comunicazione il ruolo dell’arte, dell’artista e del gallerista sarebbe “ridotto”, perché gli amanti dell’arte e collezionisti non saprebbero delle tue iniziative, lavori, eventi e operazioni. La comunicazione è anche tanto cambiata negli ultimi anni perché è diventata un punto cardine del mondo dell’arte. Per esempio, durante il lock down la comunicazione era il solo mezzo per trasferire concetti ed ispirare un pubblico impossibilitato a muoversi. Gallerie, musei e ogni tipo di organizzazione artistica concentrano molte energie nella parte della promozione. Alla fine, Arte è comunicazione, è comunicare emozioni, stati d’animo, e senza i giusti mezzi per farlo si rischia di perdere la sua essenza.

Qual’è il ruolo del gallerista nel 2020?

Il gallerista ha uno dei ruoli più significativi nel mondo dell’arte. Il suo compito riguarda molto spesso instaurare e coltivare legami fra parti fondamentali, garantendo e incoraggiando il successo dei suoi artisti, gestendo relazioni con collezionisti, amanti dell’arte, critici, musei, fiere d’arte e altri personaggi essenziali per la crescita professionale dei suoi artisti. Nel 2020 il gallerista incontra diverse difficoltà, per l’alta competizione che lo circonda, per le responsabilità che lo caratterizzano e per il difficile percorso che deve fare per promuovere un’artista. A mio parere la passione e l’impegno sono asset fondamentali per il gallerista. Poi l’arte come ho detto è molto legata a trasferire emozioni, perché alla fine il suo scopo è quello di ispirare più che un concetto puramente commerciale. Senza una genuina e sincera passione per l’arte è impossibile trasferirne l’importanza ad un eventuale cliente.

Se potessi incontrare un grande del passato , quale incontreresti e cosa gli chiederesti?

Due anni fa avevo un lavoretto estivo dove vigilavo la retrospettiva di Lee Krasner al Barbican Centre di Londra.

Lì venni a conoscenza per la prima volta dell’artista, la quale era stata moglie di Pollock, e quindi un po’ offuscata dai successi del marito. Grande pittrice, e autrice di importanti, e a mio parere bellissimi, quadri espressionisti astratti, è un personaggio che da subito mi ha incuriosito. La sua vita è stata molto influenzata dal marito, il quale beveva e conduceva una vita un po’ frenetica, e lei ha spesso dedicato le sue energie a salvaguardare la salute di Pollock, fino alla sua morte avvenuta in un incidente stradale. Tra l’altro, dicono che Krasner poté realizzarsi pienamente come pittrice solo dopo la morte del marito. Più che chiederle qualcosa, mi congratulerei con lei per la forza e determinazione che ha avuto nell’affermarsi, determinandosi come una delle più grandi pittrici dell’espressionismo astratto americano, nonostante la fama del marito e nonostante avesse condotto una vita difficile.

Esauriente, precisa, e diretta, davvero complimenti Giulia, alla prossima

Alessio Musella

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