Intervista allo scultore Furkan Depeli a cura di Artae Misia.

Intervista allo scultore Furkan Depeli a cura di Artae Misia.
Furkan Depeli

Furkan Depeli è nato nel 1995 ad Ankara ma per amore della scultura è trapiantato a Carrara per completare i suoi studi.

Nel 2021 è risultato vincitore del 25° Concorso Scultura da Vivere della Fondazione Peano, con la sua opera dal forte impatto visivo e concettuale.

Tutta la sua produzione artistica si rifà continuamente a concetti chiave della filosofia greca antica.

Per lui l’arte è un viaggio che abbraccia come stile di vita, è uno strumento oltre ad essere un oggetto che ha una certo valore culturale.

Passo a lui la parola e il compito di raccontarsi attraverso le risposte alle nostre domande:

Il tuo primo contatto con l’arte?

Il mio primo contatto con l’arte è stato la poesia grazie a mio padre.

Ero alle medie mentre scriveva pagine e pagine poi ho scoperto che stavo cercando me stesso grazie a questo  linguaggio.

Ho cominciato a scrivere poi mi resi conto che potevo anche disegnare e ho deciso di farlo al liceo di belle arti, dipartimento di pittura.

Quando hai capito che l’arte sarebbe diventata da passione a professione?

Ero a Istanbul nel dipartimento di scultura per la laurea, ed ero molto combattuto  a causa della situazione sociale di quel periodo.

Non è stato facile per me arrivare così lontano ed era ovvio che se avessi continuato su questa strada sarebbe diventata la mia vita e ho preso la mia decisione.

La tua prima opera?

Non posso dire che questa sia la mia prima opera d’arte, ma potrei dire che il primo progetto che ho preso sul serio e a cui ho lavorato professionalmente, è stato quello che ho realizzato nel 2017 a Seul, Corea del Sud.

Con quel progetto, mi sono reso conto che progettare in digitale può  rendere la professione molto migliore e ho visto un futuro.

Per fare arte bisogna averla studiata?

 Per fare arte devi studiare ovviamente ma non solo in modo istituzionale, devi studiare te stesso e provare per capire cosa sei e di cosa sei capace.

Le Istituzioni sono solo strumenti che ti aiutano a seguire la tua strada e hanno degli standard.

Se vuoi essere avanti devi pensare al prossimo passo e spingerti oltre.

Come scegli cosa scolpire?

Dal 2016 faccio principalmente ricerca sull’ontologia che è anche l’argomento della mia tesi di laurea magistrale.

Durante questa ricerca prendo degli appunti e faccio degli schizzi, a volte l’idea si presenta come un testo, a volte come immagine.

Con ogni progetto, provo nuove idee e lavoro provando a fluire attraverso le discipline.

Un aneddoto che ricordi con il sorriso?

Il sorriso che mi dà forza e potenza viene da una frase: “ciò che non ti uccide ti rende più forte”.

Ogni volta che ho problemi con la mia vita me lo ricordo e faccio tutto il possibile.

Se potessi incontrare un artista del passato, chi e cosa gli chiederesti?

Se potessi incontrare un artista del passato sceglierei Duchamp. Prima giocherei con lui a scacchi poi gli chiederei, ti è piaciuto cosa hai fatto?

So che ti stai specializzando in scultura all’Accademia di belle Arti di Carrara, quanto ha influito questo viaggio sulla tua creatività e ricerca artistica?

Stare tra gli artisti a Carrara sembra di essere nel posto a cui  appartengo e per questo, potrei fare e chiedere qualsiasi cosa a chiunque.

E questo ti apre la mente, ti dà soddisfazione.

Quanto conta la comunicazione?

La comunicazione è molto importante per evitare malintesi.

Per creare questo legame importante, una persona deve essere aperta e usare tutti gli

strumenti che può.

Che differenza c’è nella percezione dell’arte tra la Turchia e l’estero?

 La Turchia è uno dei rari paesi che senza vivere pienamente nell’età moderna, ha una visione del contemporaneo.

Specialmente Istanbul è una città importante che collega l’Asia e l’Europa come un ponte. Per cui, la percezione dell’arte ha sempre un valore misto alla cultura e lo puoi  percepire per strada o nella società.

Questo mi ricorda che la terra da dove vengo era un luogo di incontro per ogni cultura.

Se invece parlo dell’Italia, il cuore del Rinascimento lo senti e vedi in ogni angolo.

E gli strati delle epoche permettono di fare una lettura.

Dal momento che il paese ha questi strati la società ha consapevolezza e passione che puoi comunicare liberamente.

Cos’è per te l’arte?

Per me l’arte è un viaggio che abbraccio come stile di vita, ma il l’importante è come usare questo linguaggio come strumento per i nostri canali di comunicazione.

Questo strumento deve aprire alcune discussioni che possono crea nuove idee e iniziare a mettere in discussione di cosa si tratta.

Ogni contesto ha un significato nella sua epoca, certo, ma per me l’arte è un fenomeno che la rende “techne”. E per questo, è uno strumento per ricercatori, oltre ad essere un oggetto che ha una certo valore culturale.

Un luogo dove ti piacerebbe installare una tua opera?

Un luogo dove vorrei installare una delle mie opere è uno spazio suppongo, recentemente stavo pensando a come potrebbe essere scolpire un pianeta, ma so che c’è ancora molta strada da fare!

Ma fino a quando non potrò scolpire la struttura sociale della società, mi piacerebbe realizzare un’installazione nelle principali capitali del mondo che si riferiscono l’una all’altra. L’idea principale dell’ontologia è comprendere tutte le cose come una.

Da quando studio il tessuto urbano e la struttura sociale dei territori, vorrei catturare questa immagine come mimesi.

Cosa ti aspetti da un gallerista?

Mi aspetto come da tutti rispetto, sostegno, adattabilità, comunicazione aperta e certamente fiducia.

Quanto contano per te luci e ombre?

Luce e ombra… questo è quello che cerco, credo. Per tenere le mie idee tra le mani uso luci e ombre.

Per cercare la verità uso la luce (logos) trovandola attraverso le ombre (Chora).

Per evidenziare la mia idea  uso l’ombra.

Per contenere molte cose uso la luce…e così via.

Da cosa trai ispirazione?

Traggo ispirazione dalla filosofia e dalla struttura dell’essenza, dalle idee create dall’archè.

Grazie per la tua disponibilità

Artae Misia

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