“AFTER IMAGE” MUSASHI ATSUIKO a cura di Maria Marchese

MUSASHI ATSUIKO
MUSASHI ATSUIKO

“Un’immagine vuole spezzare i confini che il concetto aveva tracciato per restringerla e definirla.

Lo spirito, che lo voglia o meno, deve prenderne atto, se non vuole capitolare di fronte ai fenomeni. Estendendo i confini può di nuovo comprendervi quell’immagine.

L’errore non stava nel mondo, ma nel nostro occhio, nel suo intimo.

È un salto che ci riporta indietro, verso l’origine.

(ERNST JÜNGER) Con “AFTER IMAGE” , Musashi Atsuiko frange il tratto dell’immagine per addivenire alle profondità dell’immaginario: un gioco di parole sottile, questo, che abbraccia la citazione del filosofo Junger e altresì la sensatezza di una sfera esperienziale in cui l’indugio, inteso come freno fisico/razionale, viene annichilato per addivenire ad un’origine futura, che alligna le proprie radici nel reale oltre.

L’autore giapponese ama questo pensiero attraverso materiali e tecniche antichi e di nicchia: la leggenda racconta, infatti, che sia stato un monaco buddhista coreano a introdurre la washi in Giappone, attorno al 610 (Washi和紙 deriva dalle parole wa=giapponese e shi=carta) , così come la tecnica della stampa a secco, che arriva dall’Oriente, dalla Cina precisamente, del VI secolo d.C., all’epoca della dinastia Tang.

Dal Novembre 2014, peraltro, la lavorazione della carta è stata inserita dall’UNESCO tra i Patrimoni orali e immateriali dell’umanità.

La carta allora muta nel frammento erratico, depositario della significanza di fine/inizio, della veridicità, della naturalezza, della stratificazione esperienziale e dell’appartenenza alla terra, abbeverata dall’acqua battesimale della fonte spirituale…

Musashi Atsuiko foggia la concretezza cartacea indi, plasmandone le fattezze mediante la perizia concretata a secco: il velo washi assume così interstizi e pieni, sensibili e concettuali, primievi.

Vi sposa l’elemento metallico, che la impreziosisce e la lega alla tradizione, e l’elemento naturale, che ne indovina il senso tra le palme di Madre Terra; vi respira poi la pulsione cromatica, alitandone il verso poetico, che s’appropria del canto universale. Incide altresì la presenza dell’mondo animale…

In “AFTER IMAGE” ritma il procedere sinuoso del serpente, simbolo ancestrale, effige di rinascita. L’artista scandisce l’avvicendarsi di misticismo, intimità, pregevolezza, mistero, alternando i pigmenti cromatici blu, nero e oro; riserva poi una rada privilegiata al caos riflessivo e all’ “irraziocinio” , in cui si esperisce e realizza l’essere umano.

“Il poeta è una fabbrica di immagini” (Pierre Reverdy)

Musashi Atsuiko “fabbrica” una sensibilità artistica ove egli si distingue come aedo, cantore di profondi e scelti abissi umani

L’opera è stata esposta per tutto Luglio 2021 presso la Galleria “Il Rivellino” , Ferrara, nel contesto della collettiva ”FRAMMENTI DI SOL LEVANTE” .

Qui di seguito il link per accedere al video del vernissage e al catalogo, scaricabile. FRAMMENTI DI SOL LEVANTE

CLIKKA

Art director: Alessio Musella

Art curator: Maria Marchese

Coordinatrice ponte Italia/Giappone Alessandra Korfias (responsabile Arti Services)

Japanese gallery owner  Yukiko Nakajima

Partner dell’iniziativa Giulio Garsia prosperitas.info

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