Maupal: street Artist straordinariamente normale…

Maupal
Maupal

Mauro Pallotta, in arte Maupal, classe 1972 ,una spiccata ironia che si ritrova in ogni sua opera lo contraddistingue, dopo anni di sperimentazione artistica approda alla Street Art e in breve tempo diventa uno dei più talentuosi e conosciuti artisti del settore.

Proprio con piacere lascio che sia lui a raccontarsi rispondendo alle nostre domande:

Il tuo primo contatto con l’arte?

Avevo 5 anni e decisi di fare un ritratto a mio nonno mentre lui, immobile ragionava sulla Settimana Enigmistica.

Disegnai il suo volto ruga dopo ruga e venne fuori un ritratto molto somigliante.

La sorpresa e lo stupore che creai in lui e nei miei genitori mi indusse verso la passione del disegno.

Quando hai capito che l’arte sarebbe diventata da passione a professione?

Lo capii dopo aver tentato vari lavori: iniziai col vendere libri scolastici, poi passai a fare il cameriere, quindi mi dedicai ad un lavoro di fatica facendo trasporti e traslochi, poi mentre facevo il lavapiatti in un locale, un gallerista notò alcune opere che esponevo all’interno dello stesso locale, chiese  chi fosse l’artista e da lì capii.

La tua prima opera?

La prima opera in assoluto dove misi impegno e cuore, fu una casa e la disegnai a 6 anni in prima elementare. 

La prima opera è quella.

Per fare arte , bisogna averla studiata?

Non so rispondere.

Io ho fatto un percorso che mi ha strutturato, prima il liceo artistico e successivamente l’accademia delle belle arti.

Tuttavia credo che se si possiede un talento ed una passione ci si possa comunque esprimere bene, resta il fatto che se uno vuole farsi capire da un cinese senza conoscere la sua lingua ci riesce, però se sa parlare il mandarino la comunicazione assume una qualità superiore.

La street art è nata per comunicare per le strade negli anni 70 a NY , cosa pensi dello spostamento nelle gallerie ?

La street art è nata spontaneamente e come conseguenza di un’onda ideologica, sociale ed economica.

La street art si sta trasformando sull’onda e come conseguenza di un’onda sociale ed economica, ma non più ideologica.

Cosa unisce i tuoi dipinti e la musica ?

Credo che tutti i generi artistici possano essere accostati e accorpati tra loro. Un’opera d’arte, a prescindere dal genere dalla quale proviene è generata da un linguaggio talmente inclusivo che può comprendere  qualsiasi altro linguaggio possegga le sue stesse prerogative: passione, tecnica, concetto.

Come scegli cosa ritrarre ?

Bisogna girare la domanda al contrario. 

È il soggetto che dipingo che scegli me.

Un aneddoto che ricordi con il sorriso ?

Ho incontrato papa Francesco varie volte per donargli alcune opere che ho dedicato a lui, ma la prima volta ero talmente emozionato che andai completamente fuori dal protocollo e invece di chiamarlo “Sua Santità“, preso dall’emozione lo chiamai “Signor Papa“…

Se potessi incontrare un artista del passato , chi e cosa gli chiederesti?

Michelangelo, senza nessun dubbio.

Me lo aspetterei burbero e silenzioso ma credo che il fuoco dell’arte che lui ha avuto nell’anima, nessuno lo avrà mai.

Non farei nessuna domanda inerente all’arte ma gli chiederei quanto gli sia mancata Firenze e i suoi affetti personali.

Se incontrassi te stesso a 18 anni cosa ti consiglieresti ?

Non iniziare a fumare e mangia meno.

Come vive uno street artist in iTALIA?

Non lo so, io posso dire che la mia vita è normalissima ma anche straordinaria.

Mi sostengo con la mia arte e oltre ad essere il mio lavoro è anche il mio hobby, quindi per me tutto è ordinario ma allo stesso tempo straordinario.

Quanto conta la comunicazione ?

In questa epoca la comunicazione ha superato l’importanza di altre virtù.

La qualità tecnica, la profondità del messaggio, la ricerca, lo spessore culturale, ormai tutti questi elementi sono passati in secondo piano confronto alla comunicazione. 

In questo periodo storico, la notorietà, la fama ed anche i conseguenti guadagni, sono determinati più dalla qualità della comunicazione che dalla qualità…

Che differenza c’è, nella percezione dell’arte tra Italia e estero?

Siamo stati lo scrigno del mondo per secoli, ora siamo una provincia di una provincia, anche nell’arte.

Cos’è per te l’arte?

Il mio linguaggio preferito.

Un codice primordiale ma universale e che spesso sorge dalla parte più limpida delle anime.

Cosa ti aspetti da un curatore ?

Che mi conosca davvero, con passione, stima e professionalità.

Cosa chiedi ad un Gallerista ?

Di vendere.

Quanto contano per te la luce e il colore?

Moltissimo, ma sinceramente sono ancora molto accademico e ripongo la massima importanza ancora verso la forma.

Grazie Mauro, sono felice di averti incontrato, umile, talentuoso , sperimentatore, ironico e con l’entusiasmo di un adolescente

Alessio Musella

Intervista in collaborazione con Borgo Pio Art Gallery

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