L’anima trasparente e colorata di Antonio Felice la Montagna.

Antonio Felice la Montagna
Antonio Felice la Montagna

Classe  1960.

Antonio Felice la Montagna ha sviluppato una forte  passione per la materia trasparente.

Ogni sua opera è un rincorrersi tra forme “invisibili” e colori vivaci.

Come sempre abbiamo scelto che sia l’Artista a raccontarsi attraverso le risposte alle nostre domande

Il tuo primo contatto con l’arte?

In realtà nasce in tempi relativamente recenti , un ventennio fà, dal momento che la mia formazione professionale si è sviluppata prima in altri campi.

Sono infatti un insegnante di materie tecnico-scientifiche da oltre di un trentennio.

L’arte ha fatto capolino nell’esperienza della mia vita sospinta dal processo di consapevolezza personale.

E’ stato del tutto naturale e semplice.

Volevo comunicare la bellezza e la potenza dell’espressione dell’esistenza, degli esseri umani, che abitano il puntino blù nell’universo.

Comunicare il senso di unicità e di stupore.

Allora il vetro , il colore e la luce facevano al caso mio!

Dopo le prime sperimentazioni e i primi lavori sono approdato al plexiglass, che mi ha dato la possibilità di unire anche la flessibilità tipica del materiale plastico ai lavori precedenti.

L’arte quindi come evoluzione dell’esistenza come elemento importante per la crescita verso il senso del vivere bene !

Quando hai capito che l’arte sarebbe diventata da passione a professione?

Ho avuto la possibilità di esercitare la libera professione.

E’ stata utile per integrare l’insegnamento seguendo il passo con i tempi dell’evoluzione tecnologica scientifica, ho collaborato con una nota ed importante azienda di design del mobile.

A quel punto ho semplicemente legato i due mondi passione e design e per quanto riguarda l’ Arte, nel senso più ampio del termine, ho cercato e studiato una forma di comunicazione.

La tua prima opera?





Questa è tra le prime Opere di  vetro inciso su supporto di legno ed illuminati con led.


Il senso delle incisioni profonde sul materiale trasparente, accentuato dal passaggio della luce.

Questa infatti permea, esaltando poi i  segni lasciati dai solchi secondo il principio dell’impronta, del codice appunto!

Ogni cosa, ogni uomo ne ha uno ed è guarda caso, diverso da tutti gli altri.

La luce ha un significato importante oltre il concetto fisico stesso, oltre quello dell’energia e per me rappresenta l’aspetto  spirituale.

Per fare arte , bisogna averla studiata?

Per fare Arte dobbiamo continuamente studiare ed approfondire.

Un accademico studia L’arte  e la storia dell’Arte e ne rimane coinvolto al punto tale che diventa la  parte predominante dell’esistenza.

Allo stesso modo l’amore per l’arte produce effetti simili a colui che vi si accosta, a condizione che la passione pervada la sua intera vita.

Per un artista, in particolare per uno scultore, lo studio riguarda prevalentemente la conoscenza del materiale che lavora.

Nel mio caso attualmente, oltre al plexiglass, studio anche la pietra .

Una volta cominciato l’approfondimento è impossibile fermarsi poiché più apprendi, più scopri cose nuove da poter sperimentare.

A cosa ti ispiri quando crei?

Alla riconoscenza per esistere su questo magnifico pianeta, dove intraprendiamo il viaggio che come umani chiamiamo vita!. In altre parole è la bellezza, fatta di forme, colori e luci. In questo trovo una profonda somiglianza con tutti gli esseri viventi .

Trovo questo argomento carico di energia “ che uomo è l’uomo che non rende il mondo migliore? ” .

L’ispirazione diventa un mantra che pervade il momento creativo durante tutte le fasi della realizzazione dell’opera.

È più importante la tecnica o la creatività?

Per me come scultore questi due elementi vivono necessariamente  in simbiosi.

La tecnica è fondamentale unita alla creatività per creare un’opera scultorea, perchè è necessario collocare forme e volumi studiati  nello spazio.

Devono sottostare a regole matematiche (numeri “Aurei” ) e regole  geometriche.

Pertanto  sono necessari  elementi tecnici e creativi al tempo stesso.

Creatività, studi con disegni preparatori, bozzetti e addirittura “dime” e prove con materiali diversi da quelli con cui vengono realizzate.

Quanto contano per te la luce e il colore?

Lo sai Irene, è una domanda facile e la fai per pormi in posizione agiata. Contano tantissimo !

A tal punto che ho deciso di presentare anche delle installazioni luminose e colorate con la mostra INSIDE.

Infatti l’installazione moltiplica  l’effetto ed il senso artistico dell’opera unica. In questo caso 16 totem illuminati e diversamente colorati hanno potuto esaltare il concetto delle emozioni.

Ogni individuo è accompagnato da sensazioni ed emozioni ineguagliabili.

Una volta fatto proprio il concetto l’installazione permette di raggiungere  l’essenza.

Un aneddoto che ricordi con il sorriso ?
Ricordo il mio primo viaggio nella riserva Navajo in Arizona.

A quel tempo non ritenevo in tutta onestà di essere considerato artista.

Inoltre mi guardai bene da dire loro  delle mie passioni.

Quel viaggio fu molto intenso e lo ricordo ancora con molta chiarezza.

Il mio Amico nativo, dopo qualche tempo  venne in Europa e mi fece visita.

Parlando del più e del meno ad un certo punto della conversazione mi disse: sai la mia gente mi ha chiesto di portare i loro saluti ad Antonio, all’Artista !

Sorrido ancora a conferma della convinzione che il popolo dei Nativi Americani guardano oltre le apparenze e sentono utilizzando i sensi.

Dal quel momento mi sono ritenuto e considerato anch’io Artista.

Se potessi incontrare un artista del passato , chi e cosa gli chiederesti?

Chiederei di passare un po’ di tempo durante la vita quotidiana con Michelangelo Merisi  detto  Caravaggio

Sentire la sua Passione per la vita, per il vino, per le donne, per il rischio. Ritengo che aldilà della speciale tecnica e padronanza della pittura, il Merisi sia stato un essere umano  spinto dalla bellezza per la vita e per l’esistenza .

Cos’è per te l’arte?

E’ una altissima e suggestiva forma di comunicazione. Infatti contestualmente alla parola arte si celano le manifestazioni della sublime arte della vita.

Fin dai dipinti rupestri, l’uomo racconta lo spaccato dell’esistenza del genere umano.

Oggi la società moderna attribuisce  all’arte e all’artista ruoli che condizionano la cultura dell’umanità stessa.

Cosa chiedi ad un Gallerista ?

Oltre a conoscere la “lirica” delle opere in tutti i dettagli anche tecnici , chiedo l’impegno di comunicare allo  spettatore  il messaggio che voglio trasmettere.

Sai Irene, chiedo addirittura di tenere accese le luci per tutta la durata dell’esposizione delle opere!

H24!

E’ importante infatti non solo per gli effetti puramente tecnici e logici (opere di luce), ma per dare allo  spettatore la visione di come un’opera, una volta inserita nella vita domestica, comunichi incessantemente.

Di giorno come di notte riflette nello spazio l’energia di cui è fatta, un installazione luminosa artistica emana positività.

Quanto conta la comunicazione?

Se per comunicazione intendiamo i mezzi di comunicazione, alla domanda rispondo con riserva.

Non sono molto esperto in materia , ma credo sia utile per aumentare la visibilità.

La comunicazione si moltiplica nel momento in cui l’individuo capace e consapevole, comunica con gli altri dopo aver fatto propria quella conoscenza.

Faccio un esempio:  conosciamo talmente la storia di Caravaggio, della sua arte al punto tale che è un patrimonio culturale per tutti.

E forse quanto sappiano va anche oltre ciò che l’artista voleva comunicare.

Ritengo quindi che i media siano importanti, ma allo stesso modo è fondamentale rispettare l’aspetto prettamente  culturale legato all’opera creata dall’artista.

Grazie per la tua disponibilità

Irene Zenarolla

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