Gabriel Munari: confort zone? Dietro all’obbiettivo.

Gabriel Munari
Gabriel Munari

Giovane, intraprendente , talentuoso, ma soprattutto ambizioso.

Viaggiare e conoscere sono due delle sue parole d’ordine, il suo habitat naturale è il fashion system, ha collaborato con grandi realtà e grandi personaggi, uno su tutti, ma solo perchè a lui sono molto legato, Giovanni Gastel.

Lascio volentieri la parola a Gabriel affiche sia lui a raccontarsi attraverso le risposte alle nostre domande.

Quando hai capito che la fotografia sarebbe diventata da passione a professione?

L’ho sempre saputo in cuor mio, avete presente quando chiedi ad un bambino che lavoro vuole fare da grande? e sorridendo incomincia ad elencarti i lavori più svariati, dal pompiere all’ astronauta, pilota, medico e tanti altri, ma quanti poi effettivamente fanno il lavoro che si erano ripromessi da bimbi? Io sono sempre rimasto fermo sull’idea di fare il fotografo, non ho mai avuto dubbi, effettivamente però, mi sono ammalato di fotografia a 10 anni e non sono più guarito.

Il tuo primo scatto?

Riguardando gli album fotografici di famiglia di circa una ventina d’anni fa ho trovato una serie di immagini disperse e dimenticate ma molto interessanti pur nella loro semplicità. Come tutti o forse molti, fotografiamo meglio ciò che ci è concesso e conosciamo e la mia prima foto non ha fatto di certo eccezione.

Era il Natale del 1996 e a casa si ascoltava il Live Aid del 1985, super musica, in quell’atmosfera calda famigliare e colorata ritrassi mamma e papà con mio fratello ed il nostro cagnolino Boss.

E’ proprio vero il primo e scatto e come il primo amore, non si scorda mai!!!

Quando hai scelto cosa ritrarre e perche?

Avente presente quelle copertine di Vogue degli anni 90?

Io me le ricordo bene, Fin da piccolo ero impressionato ed ossessionato dalla bellezza e perfezione proposta da questi editoriali; linee, luci, modelle, pose, vestiti, tutto sembrava magico e decisi che un giorno avrei fatto mia quella magia.

Un aneddoto che ricordi con il sorriso?

La prima volta che ho scattato Lady Gaga, era il 31 agosto, il giorno dopo il mio compleanno, non ci credevo, ero così nervoso che incominciai a scattare con la macchina fotografica spenta, lei mi sorrise, e tutto andò per il meglio.

Se potessi incontrare un personaggio del passato, chi e cosa gli chiederesti?

Probabilmente il me stesso del passato, e gli chiederei di darsi una mossa

Quanto conta la comunicazione ?

La comunicazione è parte integrante e fondamentale della nostra vita.

Lo è sempre stata, in ogni epoca.
Tuttavia, se nel passato, le parole erano ponderate e anche il linguaggio verbale era molto importante usando stili e registri diversi a seconda dei contesti, oggi è un tutto un gran polverone.

E’ vero, possiamo comunicare in ogni modo e con qualunque mezzo.

Comunichiamo tramite internet, facciamo telefonate, mandiamo messaggi vocali, video chiamate etc, ma, come ha scritto Italo Calvino, il problema è capirsi e capire cosa significa comunicare veramente oggi.

Che differenza c’è, nella percezione della fotografia , tra Italia e estero?

Le fotografie, a differenza delle parole, non necessitano di traduzione e, come le barzellette, se non vengono capite non possono essere spiegate.

Parlano un linguaggio universale, comprensibile a tutti, indipendentemente dalla lingua, dall’ età, dal grado di istruzione.

Cos’è per te la fotografia ?

La fotografia è Vita, Arte, Cultura ed è estremamente personale anche se scritta a più mani.
Ogni fotografia è una decisione, una presa di posizione di fronte al mondo.

Ogni persona ha una sua visione differente, che nasce da quello che ha vissuto, imparato e visto.

La fotografia, tuttavia, parte sempre dal terreno delle passioni, da uno stato viscerale. Le immagini che scattiamo parlano di noi, dipingono le nostre paure, i nostri desideri, raccontano agli altri ciò che siamo, quello che vorremmo essere.

Per proporre fotografia bisogna averle studiate?

Come molti fotografi più autorevoli di me, sono un autodidatta, ma credo che lo studio e la ricerca anche personale sia obbligata non solo dal punto di vista tecnico ma dal punto di vista culturale.

Credo che in fotografia la cultura faccia la differenza.

Cosa pensi delle gallerie che propongono fotografia?

Credo che un giorno ne aprirò una, anzi ti svelo un segreto è il mio sogno avere una galleria d’arte con all’interno non solo fotografie ma arte, musica, design.

Grazie Gabriel per la piacevole chiacchierata

Alessio Musella

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