Ramona Zordini e la fotografia sommersa…

Ramona Zordini
Ramona Zordini

La sua è una visione onirica della fotografia l’acqua appare in molti suoi  lavori e all’acqua Ramona da  infiniti significati.

La fotografia per lei è memoria…

Abbiamo fatto qualche domanda a Ramona per conoscerla meglio, lasciando a lei il compito di raccontarsi:

Il tuo primo contatto con la fotografia ?

A sei anni utilizzavo la macchina fotografica di mio nonno e mi divertivo a mettere in posa i personaggi tra cui animali, amici e parenti, posso dire che la fotografia è stata concepita originariamente come memoria teatrale.

Quando hai capito che la fotografia sarebbe diventata da passione a professione?

Quando all’università ho avuto la fortuna di avere un professore appassionato che mi ha fatto conoscere quella passione che diventa necessità di esprimersi.

Dove trovi il connubio arte fotografia ?

Per me arte e fotografia hanno la stessa madre, sono figli della stessa spinta creativa qui di non trovo differenze sostanziali.

Il tuo primo scatto?

Il mio primo scatto a 6 anni appunto è per i miei nonni, l’affetto.

Ma di primi scatti ne sono pieni i giorni di una vita.

Che soggetti prediligi ritrarre?

Ritraggo soprattutto corpi femminili ma amo anche fotografare i luoghi, quelli intrisi di memoria e di stupore.

Un aneddoto che ricordi con il sorriso?

Quando è nato mio figlio, un piccolo terremoto di meraviglia.

Se incontrassi te stessa 18anni , quale consiglio ti daresti ?

Prenditi cura di te e parti senza destinazione.

Se potessi incontrare un personaggio del passato , chi e cosa gli chiederesti?

Incontrerei mio padre e lo guarderei negli occhi, non servono parole…

Quanto conta la comunicazione ?

Quella verbale purtroppo molto in questa società, ma l’arte è la comunicazione più alta che io conosca è quella più pura.

Che differenza c’è, nella percezione dell’arte e della fotografia , tra Italia e estero?

La differenza risiede nei popoli e nella loro struttura sociale, in Italia nonostante portiamo un bagaglio artistico notevole abbiamo grossi limiti socioculturali.

Cos’è per te la fotografia ?

È espressione e necessità, è terapia, è amore, è evoluzione..

Per proporre fotografia bisogna averle studiate?

Dipende, esistono anche i talenti nati ma sicuramente lo studio da gli strumenti appropriati per poter lavorare al meglio.

Provare e sbagliare è infine lo strumento migliore per imparare.

Nei miei corsi insegno direttamente sul campo in modo che le persone possano approcciarsi alla fotografia già nei primi passi in maniera cosciente.

Cosa vuoi che arrivi attraverso i tuoi lavori?

Nulla. I miei lavori sono visioni della mia mente, non pretendo nulla, soltanto una fruizione imparziale e pulita dello spettatore.

Grazie Ramona per il tempo a noi dedicato

Alessio Musella

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