Marianna Molinari, la fotografia come ritratto dell’anima.

Marianna Molinari
Marianna Molinari

PRIMA DI SPECIALIZZARSI NELLA FOTOGRAFIA, SI E’ OCCUPATA DI ARTI-GRAFICHE E DA QUESTO CONNUBIO PROFESSIONALE PRENDE FORMA LA SUA  IDENTITÀ, ABBASTANZA DI “FOTOGRAFICA”,

La parola la lasciamo volentieri a Marianna Molinari per lasciare a lei il compito di raccontarsi :

Il tuo primo contatto con la fotografia?
il mio primo contatto con la fotografia fu quando avevo 13 anni, era l’estate del ’93 e iniziai a scattare foto a tutti i miei amici.

Quando hai capito che la fotografia sarebbe diventata da passione a professione?
La passione si è trasformata in lavoro, quando da grafica, mi resi conto che le fotografie erano importantissime per comunicare.

Il tuo primo scatto?
il mio primo scatto da neofita da giovanissima, il mio primo scatto da professionista circa dieci anni or sono.

Che soggetti prediligi ritrarre?
Preferisco ritrarre le persone, quelle soprattutto che attraverso il loro aspetto hanno qualcosa da raccontare.

Un aneddoto che ricordi con il sorriso?
Una persona anziana, durante un evento, mi disse che mi ero messa dalla parte sbagliata, rispetto alla luce, per fotografare i miei soggetti. 
Ero in controluce, amo scattare in controluce.

La luce disegna in modo pazzesco quando si è in controluce!

Se potessi incontrare un personaggio  del passato , chi e cosa gli chiederesti?
Non è del passato, ma vorrei incontrare Bruce Weber e chiedergli di farmi vedere le sue fotografie davanti ad uno spritz. Folle, lo so.

Quanto conta la comunicazione ?
La comunicazione è tutto.

Ogni tipo di comunicazione, verbale e non è fondamentale per la società.

Che differenza c’è, nella percezione dell’arte e della fotografia , tra Italia e estero?
Mi rimane di difficile risposta questa domanda. 

Cos’è per te la fotografia ?
E’ respiro, è cercare quello che gli occhi molto spesso tralasciano.
La fotografia per me è anche notti insonni, come questa per esempio, alla ricerca di qualcosa che ancora non ho trovato, ma che già mi appartiene.
La fotografia è ricerca, è studio, è storia…è inciampare nella banalità di un’immagine per trovare il giusto riscatto rialzandosi.
La fotografia è frustrazione quando diventa solo un lavoro, perché non può e non deve essere solo quello.

La fotografia è una strada difficile da percorrere, molto spesso mi fermo sul ciglio ad osservare da fuori perchè vorrei distacco, vorrei capire perchè mi prende così ferocemente da non lasciarmi spazio. La fotografia è mettermi a nudo davanti a lei per ritrovarmi, capirmi, comprendermi.
La fotografia è crescere con lei, è maturare per non lasciarmi trasportare dalle correnti, dalle mode, da chi non la pensa come me.
Non è arte, ma un punto di vista.
E’ quello che vorrei esprimere a parole o forse sono parole chiuse in un’immagine.
La fotografia è qui, al centro dei miei perchè, al centro delle mie reazioni, in attesa di esprimersi e di essere libera da ogni condizione.

Per proporre fotografia bisogna averle studiate?
Ci sono i talenti naturali, ma sono rari. Per fare fotografia, come in tutte le cose che si vogliono fare seriamente, bisogna conoscerne le origini ed i grandi che hanno rappresentato la categoria.

La storia della fotografia forma.

Cosa vuoi che arrivi attraverso i tuoi scatti?
L’autenticità

Grazie Marianna per averci dedicato il tuo tempo

Alessio Musella

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Katia Brugnolo

Katia Brugnolo, ceramica, cultura e creatività.

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