Francesca Lolli: Video Arte!

Francesca Lolli
Francesca Lolli

Attrice , scenografa, che poi decide di voler condividere la sua vita professionale e non solo, con la Video Arte,

Un termine per descriverla ? Decisamente : “UNCONVENTIONAL”

Conosciamo meglio Francesca Lolli

Il tuo primo contatto con l’ arte?

Il primissimo contatto con l’ arte, che io ne abbia memoria, è stato grazie a mia madre, un’enorme amante dei film di Alfred Hitchcock

Non si è mai fatta problemi a guardare con me i suoi film, ho un ricordo vivissimo di me bambina e di lei, seduta accanto a me, mentre guardiamo  Vertigo.

Ho avuto la fortuna di vivere in una famiglia di artisti e di grandi amanti dell’arte:

da piccola sono stata nei più importanti teatri d’opera d’Italia proprio perché mio cugino (Armando Ariostini) è un affermato baritono e andavamo spesso a sentirlo.

Ma il ricordo più bello risale a quando passavo ore a ballare sulle note de ‘il lago dei cigni’ mentre mio padre leggeva un libro seduto sulla sua poltrona preferita.

Quando hai capito che l’arte sarebbe diventata da passione a professione?

Sinceramente non me ne sono resa conto. 

L’arte è il mio ossigeno (che a volte diviene veleno). Di una cosa sono però certa: quando smetterà di essere una passione necessaria alla mia vita, alla mia crescita, smetterà di essere la mia professione. 

La tua prima opera?

più che di opera parlerei di un esperimento. La mia è una formazione piuttosto variegata. Ho iniziato come attrice (lavorando con la compagnia del Teatro Arsenale di Milano), ho studiato scenografia all’accademia di belle arti di Brera per poi proseguire gli studi di regia cinematografica al CFCN (Centro di Formazione Cinematografico Nazionale – Fonderia delle Arti) di Roma.

Il mio primo esperimento con la camera è stata una video performance dal titolo “Ossessione: della Giovinezza” (video performance, dur: 01:37 – 2010 ) che mi ritrae mentre mi spalmo spasmodicamente la crema sul viso. Da allora ho cercato di “fissare” tramite immagini in movimento i beni e i mali del nostro contemporaneo, quelli che ci attraversano e ci comprimono. 

Cos’è la performance per te ?

ricevere ed elaborare il “qui ed ora”, avere la possibilità di poter parlare del presente e portarlo dal particolare all’universale (dal soggettivo al collettivo), lasciarsi attraversare dall’idea e lasciare che il corpo agisca, liberando la mente. La performance per me è, in un certo senso, una forma di meditazione.

Come scegli cosa ritrarre  o rappresentare?

Io credo nella sincerità, nell’urgenza del dover esprimere un concetto, nel senso che se non hai nulla da dire, è meglio rimanere in silenzio.

L’arte ha una valenza politica, sociale. la mia ricerca si basa principalmente  sul racconto di storie che abbiano come figura centrale la donna e le questioni socio politiche legate ad essa. Parlo, in quanto donna, di ciò che mi è vicino. Sperando così di poter parlare a tutti/e.

Un aneddoto che ricordi con il sorriso ?

Durante le riprese di Orgia o piccole agonie quotidiane” (cortometraggio, dur: 15:14 – 2016 – tratto da Orgia di PPP) avevo la necessità di riprendere dei corpi nudi ammassati uno sopra l’altro nel tentativo di trascinarsi ognuno verso una propria direzione.

Ricorderò sempre l’iniziale imbarazzo durante le prove della scena quando, tutti ancora vestiti, erano timorosi nell’azione da svolgere.

Una volta nudi e quindi, in un certo senso, liberati dalle sovrastrutture imposte, tutto è cambiato: la scena è stata favolosa da riprendere e da vivere e alcuni, una volta terminate le riprese, sono venuti da me ringraziandomi per la bella sensazione  di libertà provata durante le riprese.

Per me è stata una grande soddisfazione.

Se potessi incontrare un artista del passato , chi e cosa gli chiederesti?

Carl Theodor Dreyer. 

Amo immensamente il suo modo di girare meticoloso e dalle inquadrature stilizzate, i suoi set ridotti all’essenziale (rendendo così i luoghi del suo cinema universali, dei veri e propri luoghi interiori). 

A mio avviso un grande sperimentatore nonché uno dei più grandi registi della storia. 

Il suo film “la passione di Giovanna d’Arco” è incredibilmente contemporaneo nella sua sperimentazione e intensità.

https://www.youtube.com/watch?v=Zhz_eYbCL_s

Di sicuro gli chiederei di poter essere la sua aiuto regia.

Che rapporto hai con il mondo digitale ?

il mio è un mondo fatto di pixel, non potrei vivere senza il digitale

Quanto conta la comunicazione ?

La comunicazione è flusso vitale, una vera e propria linfa fondamentale per l’esistenza.

Non dobbiamo però dimenticare che le parole sono importanti. Dovremmo essere in grado di dosarle per cercare di fare in modo che risultino dei veicoli di crescita personale (che poi diviene collettiva).

A me le parole hanno sempre un po’ spaventata, limitata. Forse è per questo che il mio modo di comunicare si basa essenzialmente sulle immagini in movimento. 

Che differenza c’è, nella percezione dell’arte tra Italia e estero?

Non saprei ma all’estero non mi è mai capitato che qualcuno mi chiedesse cosa fosse la video arte. In Italia mi succede ancora. Spesso.

Cos’è per te l’arte?

E’ la compagna ideale che puoi non arrivare mai a frequentare nell’arco di una vita intera, è il motore stesso della vita. 

Per proporre arte e fotografia bisogna averle studiate?

Studiare è una forma di curiosità, una delle più elevate. Senza curiosità non c’è movimento, non c’è vita.

Lo studiare non è necessariamente legato alla scolarizzazione ma, come ho detto, alla curiosità. Quindi si, secondo me è importante aver studiato e continuare a studiare per proporre qualunque cosa.

Cosa ti aspetti da un curatore ?

Molto banalmente che “curi” nel senso che sia in grado di prendersi cura, che non è per nulla un’azione banale.

Cosa chiedi ad un Gallerista ?

Di iniziare a prendere in considerazione la video arte. Le gallerie sono legate ad una logica commerciale. La video arte è difficile da vendere, ha una natura incorporea, immateriale (e ancora siamo legati al senso del possedere materialmente ciò che si compra).

Grazie Francesca per la tua disponibilità

Alessio Musella

Ph in Copertina articolo www.mynameisfrancesca.com

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