Conosciamo meglio Alida Berti, Soprano.

alida berti
alida berti

La musica lirica è una forma d’arte nella quale combinando testo e partitura musicale i cantanti e musicisti eseguono le loro opere basandosi su storie drammatiche e non.

LA CAMERATA DE’ BARDI E LA NASCITA DEL MELODRAMMA

Nacque a Firenze agli inizi del Seicento, presso la dimora del Conte De’ Bardi, in cui erano soliti riunirsi  un gruppo di scienziati e di artisti  per discutere delle scienze e delle arti.

Il loro desiderio di  rinnovare la musica, migliorando le sue capacità di esprimere sentimenti e passioni diede origine a quello che oggi conosciamo come Lirica in ambito musicale.

Presero in considerazione inizialmente la tragedia greca, dalla quale trassero i soggetti, cioè i personaggi e le trame, dei melodrammi che crearono.

L’Italia è il paese della musica lirica.

Terra natale di compositori universalmente noti – come Paganini, Rossini, Verdi, Puccini e Vivaldi – ha ispirato anche moltissimi compositori stranieri.

I protagonisti di questo splendido e intenso mondo , spesso appaiono distanti dal grande pubblico, questo è il motivo per il quale come www.artandinvestments.com, da sempre intervistiamo gli artisti che ne fanno parte per lasciare a loro il compito di raccontarsi attraverso le risposte alle nostre domande.

Abbiamo dialogato volentieri con il Soprano Alida Berti per conoscere qualcosa in più che ci porti a scoprire come è entrata in questo magico universo miscelato tra costumi, musica, parole e atmosfere d’altri tempi:

ll tuo primo incontro con la musica?

Ho sempre ascoltato musica pop sin da piccola; da adolescente ho amato i Duran Duran, gli Spandau Ballet, Prince e tanti altri che hanno fatto storia ed erano in voga in quel momento.

Poi è arrivato l’incontro con l’opera lirica grazie ad alcuni amici che mi hanno portata a vedere delle rappresentazioni al Festival del Maggio musicale fiorentino.

Rimasi folgorata. Ricordo ancora quanto fui impressionata nel sentire un’orchestra di novanta strumentisti suonare dal vivo… quante vibrazioni c’erano nell’aria; i cantanti, il coro, quanta potenza senza amplificazione.

E poi lei, la musica, di Giacomo Puccini, di George Bizet senza tempo e sempre attuale.

Da lì a poco il mio inizio degli studi in conservatorio.

Quando hai capito che la musica sarebbe stata parte integrante della tua vita?

Concordo con quello che dice il filosofo Friedrich Wilhelm Nietzsche: senza la musica la vita sarebbe un errore e quindi per quanto mi riguarda la musica è un toccasana per il mio spirito e la mia mente; sono stata fortunata e caparbia a farla diventare anche la mia professione.

Un aneddoto che ricordi con il sorriso?

Arena di Verona, interpretavo Micaela nell’opera Carmen di George Bizet.

Entro in scena sopra un vero cavallo ed inavvertitamente si impiglia la stoffa del vestito nella sella. Al momento della discesa sono rimasta tra color che sono sospesi, ma la prontezza di un collega mi ha salvato da una figuraccia davanti a tredicimila spettatori. Ripensando mi viene da sorridere, ma sono stati momenti da sudori freddi.

Quanto conta la comunicazione per promuovere la lirica?

È importantissimo che la scuola, la stampa, le televisioni ed ogni mezzo di comunicazione di massa si interessino di più a questa forma d’arte che fa parte del patrimonio artistico nazionale.

Nel mio piccolo, insieme all’Associazione Kreion Versilia, che ho costituito con colleghi e amici, cerchiamo di divulgare questa forma d’arte il più possibile anche con iniziative divertenti e accattivanti per i più giovani.

E quanto conta invece la comunicazione per promuovere un artista lirico?

Nel mondo della lirica più che la comunicazione finalizzata alla promozione, è importante avere alla spalle un bravo agente (come nel mondo della musica pop ci sono i Manager) che sappia procurare contratti e scritture nei Teatri.

Che rapporto hai con il tuo pubblico?

Il pubblico è parte integrante del successo e del riconoscimento di ogni artista;  questo vale ancor di più nell’ambito teatrale dove gli spettatori sono sempre in presenza e condividono con l’artista le emozioni della serata. Il mondo del Teatro è diverso, più intimo di quello televisivo e permette una certa familiarità con il suo spettatore.

Cosa consiglieresti ad un giovane che ha talento per entrare nel mondo della lirica?

Sicuramente la prima cosa indispensabile è un’ottima preparazione tecnico/vocale ed avere una vocazione per l’attorialità senza tralasciare conoscenze culturali  anch’esse fondamentali che arricchiscono la formazione e diventare personaggi da interpretare; essi infatti, sono tratti quasi sempre dalla letteratura (Shakesperare, Hugo, Dumas...) o da fatti storici realmente accaduti, talvolta adattati al teatro per esigenze drammaturgiche (Le Regine donizettiane, le opere storiche di Verdi e molto altro).

Cos’è per te la musica ?

In questo momento rappresenta il mio lavoro, la mia passione da trasmettere a mio figlio e ai miei allievi ed un modo, come dicono molti filosofi, per legare la terra al cielo. Infatti La considero, infatti una “terapia”, un “elisir” per la mente e per lo spirito. Sono convinta che solo attraverso questa “lettura” del significato della musica, ognuno possa diventare dapprima un buon ascoltatore, poi magari un buon interprete… artisti si nasce. Per quanto mi riguarda grazie alla musica credo di essere diventata una persona “migliore”.

Se potessi andare indietro nel tempo, con quale artista di piacerebbe interagire e perché?

Non esito a rispondere: il soprano Maria Callas perché la considero l’interprete più carismatica finora mai esistita. Ascoltando le sue interpretazioni ho iniziato ad approfondire ed amare la lirica sempre più, tanto da voler intraprendere questo meraviglioso cammino nel mondo del canto.

Come pensi che l’opera lirica possa diventare interessante per i giovani?

Partirei dal presupposto che l’opera lirica, come ho già detto prima, è un patrimonio culturale dell’Italia al pari della pittura e della scultura e per questo è necessario oltre che tutelarla, promuoverla e farla conoscere sin da piccoli. Senza dubbio non può mancare un primo approccio nel mondo della scuola dove lo studio della musica in genere ha poco spazio; in questi tempi anche le nuove forme della tecnologia potrebbero essere un valido aiuto per promuovere quest’arte in modo più accattivante e più vicino al loro mondo.

Il mito della difficoltà di comprensione al primo approccio, può essere sfatato grazie ad una preparazione all’ascolto che può nascere proprio all’interno del percorso scolastico.

Concludo con questa riflessione: “Perché fermarsi a raccontare ai bambini la favola di Pinocchio e non fargli scoprire anche quella della Principessa Turandot?”

Grazie Alida per la piacevole chiacchierata

Alessio Musella

Total
0
Shares
Previous Post
Matteo Castagnini

Il Paolo Rossi dello scultore Matteo Castagnini.

Next Post
Laboratorio saccardi

Laboratorio Saccardi -2014- “LA ROBBA” Il simbolo della tradizione Siciliana ha perso i colori.

Related Posts