Da Dante al digitale, passando per la Divina Commedia a cura di Elisabetta Roncati.

divinecommedy.digital
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Nell’anno delle celebrazioni per i settecento anni dalla morte del Sommo Poeta The Visual Agency lancia la piattaforma DivineComedy.Digital

Cosa hanno in comune Dante e la tecnologia?

E soprattutto si possono unire arte e letteratura?

A quanto pare sì e l’anello di congiunzione è The Visual Agency.

La società, tra le prime al mondo specializzate in data visualization e information design, ha ideato e realizzato la prima applicazione multimediale che utilizza la visualizzazione dei dati per raccogliere, catalogare e far interagire le opere d’arte dedicate alla Divina Commedia con i versi del Sommo Poeta.

Praticamente settecento anni di creatività, da Sandro Botticelli a Joseph Anton Koch, che ha tratto libero spunto dall’opera simbolo del maestro della lingua italiana. In realtà non è la prima volta che l’agenzia milanese si cimenta nell’ambito della digital humanities.

In occasione delle celebrazioni leonardesche avevano digitalizzato il Codice Atlantico.

Oltre che online il progetto è consultabile a Milano alla Pinacoteca Ambrosiana dove è installato uno specifico totem.

Il settore delle digital humanities è di per sé abbastanza sconosciuto al grande pubblico e vale la pena approfondirlo. Consiste nell’integrare procedure di calcolo e sistemi multimediali nelle discipline umanistiche, soprattutto per quanto riguarda la rappresentazione dei dati.

Nello specifico, per la Divina Commedia, la visualizzazione è stata utilizzata per raccogliere, catalogare e far interagire le opere d’arte con i versi letterari.

Dal sito divinecomedy.digital parte un viaggio virtuale nel mondo medievale della Commedia dantesca attraverso mille capolavori di artisti che negli ultimi sette secoli hanno interpretato le oltre quattrocento scene descritte nell’opera. Il portale bilingue, italiano e inglese, organizza le opere attraverso un algoritmo di intelligenza artificiale e le raggruppa nelle tre Cantiche, quindi nei cerchi, cornici e sfere, infine per singoli canti (a ciascun canto corrispondono da 3 a 6 scene).

Seguendo questo ordine l’utente può soffermarsi sulle singole scene, analizzare nei dettagli le opere corrispondenti, mentre una voce narrante recita i versi relativi a quella parte. Inoltre il pubblico può segnalare all’applicazione un’opera mancante e consultare le fonti o visualizzare altre opere dello stesso autore.

Divinecomedy.digital si trasforma così in un vero e proprio organismo in continuo accrescimento, anche dopo il termine delle celebrazioni che hanno caratterizzato questo 2021.

Un fluire d’informazioni ininterrotto del quale possiamo essere tutti partecipi.

Il sito è consultabile anche su tablet e mobile, con accesso gratuito e diretto, senza alcuna registrazione.

Al progetto, iniziato nel marzo 2020 e terminato a fine maggio 2021, ha lavorato un team di 16 persone tra ricercatori, designer e developer, impegnati sui fronti della ricerca documentale, della progettazione e dello sviluppo.

«La missione della nostra agenzia, specializzata nelle metodologie di digital humanities, è quello di rendere più accessibile a tutti il ricco patrimonio culturale e i capolavori italiani, – spiega Matteo Bonera, Creative Director di The Visual Agency – utilizzando la data visualization come uno strumento analitico ed esplorativo, capace di proiettare una nuova luce su questo lavoro di straordinaria complessità e raffinatezza».

Del resto The Visual Agency, con sedi a Milano e Dubai, è tra le realtà più rilevanti al mondo nella visualizzazione dei dati e nella comunicazione della complessità.

È stata fondata nel 2012 da Paolo Guadagni e si avvale della collaborazione anche di Paolo Ciuccarelli, direttore del Center for Design al College of Arts, Media and Design della prestigiosa Northeastern

Elisabetta Roncati

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