Veronese di nascita attivo nel mondo dell’arte e della decorazione dal 1977.
Le sue opere sono state esposte in mostre collettive e personali sia in Italia che all’estero, e fanno parte di diverse collezioni, sia pubbliche che private,
Nei suoi dipinti ritrae soprattutto paesaggi urbani sintetizzando la frenesia, la velocità ed il continuo movimento della società contemporanea, linee e immagini sovrapposte che si inseguono senza sosta….
Conosciamolo meglio lasciando a lui il compito di raccontarsi attraverso le risposte alla nostre domande .
Il tuo primo contatto con l’arte?
In giovanissima età (5/6 anni), quando il disegno su pietra con il carbone sembrava un gioco.
Ricordo che da piccolo, uno dei miei passatempi preferiti, era recarmi nel vecchio bar del paese per fare le caricature ai vari clienti, facendoli diventare personaggi di fantasia.
Quando hai capito che l’arte sarebbe diventata da passione a professione?
Dopo gli studi artistici, sapevo che quella sarebbe stata l’unica strada che avrei voluto perseguire. Una sorta di vocazione.
La tua prima opera?
La prima opera con i colori ad olio.
La realizzai a 12 anni.
Rimasi affascinato da quella tecnica.
Per fare arte , bisogna averla studiata?
È indispensabile avere un bagaglio culturale Sulla storia dell’arte dalle prime civiltà, fino all’arte contemporanea.
È altresì importante conoscere le diverse tecniche.
Sono flash della mente, ricordi sbiaditi, emozioni inespresse.
Tutto appare naturalmente, nella velocità delle immagini.
Un aneddoto che ricordi con il sorriso ?
Una volta, finché stavo realizzando un affresco su una parete alta, salii su un secchio di vernice per aiutarmi con l’altezza, ma il coperchio cedette e finii dentro il colore.
Rimasi verde per giornate intere.
Se potessi incontrare un artista del passato , chi e cosa gli chiederesti?
Ce ne sono moltissimi e di diverse epoche.
Di certo a Raffaello chiederei come – a differenza di altri artisti rinascimentali – riuscisse ad ottenere il senso del soprannaturale nelle espressioni dei visi.
Un altro che vorrei incontrare sarebbe Picasso.
A lui domanderei come è riuscito ad ottenere tutta quella drammaticità in Guernica.
Se incontrassi te stesso a 18 anni cosa ti consiglieresti ?
Farei tutto quello che ho fatto fino ad ora. Forse accetterei più opportunità e perderei meno tempo con persone con cui non ne valeva la pena.
Quanto conta la comunicazione ?
Ritengo che la comunicazione Per promuovere la propria arte sia importante In maniera ponderata.
Troppa presenza sui social può diventare controproducente.
Che differenza c’è, nella percezione dell’arte tra Italia e estero?
L’Italia è Arte.
Da secoli nel nostro paese si tramanda un grande patrimonio artistico, legato alla tradizione e alla storia.
Ci sono inoltre delle correnti che, di riflesso, cercano di proporre aspetti artistici d’avanguardia, visti da altri paesi (America, Europa… ).
Sicuramente con il passare del tempo si realizzerà una contaminazione continua.
Cos’è per te l’arte?
Riuscire a trasmettere al fruitore un’emozione.
Che sia positiva o negativa.
Senza emozioni l’arte non esiste.
Cosa ti aspetti da un curatore ?
Che sia sincero e non dia false aspettative a chiunque. Per quanto riguarda il mio rapporto diretto con i diversi curatori, mi aspetto che indirizzino la mia arte in situazioni in cui ne valga davvero la pena.
Cosa chiedi ad un Gallerista ?
Prima di collaborare con un gallerista, cerco di comprendere la sua sensibilità artistica. Ci deve essere sincerità, rispetto e buona comunicazione.
Quanto contano per te la luce e il colore?
Questa è una domanda indispensabile per un artista.
La luce è il punto focale dell’opera, come l’ombra e il colore elementi importantissimi che se non vengono dosati bene non portano a compimento l’opera. Il colore diviene parte vitale per l’artista.
Grazie per il tempo he ci hai dedicato
Intervista in collaborazione con Fondazione Mazzoleni e Arteonline20
