Michelangelo Jr Gandini: Artista a 360°.

Michelangelo Jr Gandini
Michelangelo Jr Gandini

Per presentare Michelangelo Jr Gandini, riproponiamo il testo scritto da Paola Fiorido per www.exiturbanmagazine.it

Artista multidisciplinare, performer, musicista, poeta e pittore che attraverso la sue interpretazioni esasperate, esistenzialiste e sarcastiche esplora le varie prospettive legate al tema della sopravvivenza.

Michelangelo JR ha esposto alla Biennale di Venezia e alla Triennale di Milano, e si è esibito al Piccolo teatro di Milano e in molti altri spazi di prestigio, era facile trovarlo allo storico ambiente frequentato da artisti Le Trottoir a Milano.

Il suo lavoro è visionabile nel sito www.michelangelojrgandini.com

Ecco di seguito le domande che ci aiuteranno a conoscere meglio questo artista unico nel suo stile e nel suo approccio all’universo arte:

Il tuo primo contatto con l’arte?

Il mio concepimento.

Sono nato da due artisti.

Quando hai capito che l’arte sarebbe diventata da passione a professione?

L’arte non ha questa traduzione.

L’artista lo è per la vita, sia che debba ricorrere ad espedienti per sopravvivere che nei casi più fortunati.

C’è una selezione naturale: io sono e faccio a tutti i costi, è un’impellenza anche se a volte stanca e sconsolata. 

La tua prima opera?

Il rifiuto dell’arte. Intossicato dal quotidiano pane e arte, ho capito che la ribellione ragionata poteva essere ogni forma espressiva e politica.

Per fare arte, bisogna averla studiata?

Certo, e mai smettere.

La curiosità di conoscere ciò e chi ha fatto e fa, che ha annusato e pisciato agli angoli della vita similmente a te, fa sentire meno solo nello scoprire che vivere è il mestiere più nobile e faticoso.

Cos’è per te la performance?

È una possibilità espressiva che non ti limita nella produzione oggettiva dell’opera.

Ti concede un rapporto diretto con il fruitore.

È il momento in cui la relazione del tuo pensiero col mondo ha la possibilità di concretizzarsi anche per pochi istanti, per poi inevitabilmente passare ad altro.

Convinto, contrariamente a quando avevo 18 anni, che nulla è fortunatamente definitivo, mi piace la fragilità delle emozioni e la volatilità delle ragioni.

Come scegli cosa rappresentare?

Dando attenzione ad un mondo distratto.

Un aneddoto che ricordi con il sorriso?

Gli occhi piccoli, curiosi e instancabili di Bruno Munari.

Se potessi incontrare un artista del passato, chi e cosa gli chiederesti?

No, scusa, sarebbe una riunione troppo affollata ed emotivamente per me ingestibile.

Se incontrassi te stesso a 18 anni cosa ti consiglieresti?

Certamente di essere meno presuntuoso, l’impeto nell’esprimere le mie convinzioni è stato a volte devastante in rapporto a ciò che invece avrei potuto costruire.

Ho ascoltato poco i saggi consigli, sono stato un violento sotto ogni aspetto credendo di avere verità assolute.

Quanto conta la comunicazione?

L’arte è comunicazione per eccellenza.

Se poi mi chiedi: l’arte ha bisogno di essere promossa socialmente?

Sì, probabile, quasi sicuramente.

L’artista ha anche l’ambizione di divulgare il proprio messaggio a più gente possibile, dunque che i mezzi siano di necessità virtù

Cosa ti aspetti da un curatore?

Senza dubbio preparazione.

Storica, contemporanea e anche attento agli eventi geo-politici.

È un mondo che ha accelerazioni convulse, gli artisti con grande fatica cercano di interpretare o porre quesiti esistenziali.

Gli artisti hanno bisogno di complici sensibili e preparati (curatori, galleristi…)

Chiudo con una domanda su un tuo grande amore…la musica è?

Ogni segno, ogni gesto, ogni nostro movimento produce rumore o suono a seconda della nostra interpretazione.

Il fastidio o la grazia è relativa alla nostra individuale composizione.

Le armonie sono logiche o naturali nell’ascolto che noi attribuiamo al nostro esercizio della vita.

Grazie Michelangelo per la piacevolissima chiacchierata

Alessio Musella

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