La produzione artistica di Giorgio Gost è sinonimo di sperimentazione, affascinato dai numeri, dalla metafisica e dallo studio del colore non disdegna di cimentarsi in altri settori creativi, ma come sempre lasciamo il compito di raccontarsi all’artista attraverso le risposte alle nostre domande ( ma io un’occhiata alla sua Bio Artistica la darei comunque , è molto interessante).
Il tuo primo contatto con l’arte?
Impressionato da una Piazza D’Italia di Giorgio De Chirico e una lattina di Merda D’Artista di Piero Manzoni


Quando hai capito che l’arte sarebbe diventata da passione a professione?
Nel 2008 quando un gallerista Maurizio della Mag Arte di Mantova ha iniziato a portare le mie opere nelle fiere d’arte italiane e quel all’epoca giovanissimo Pablo Carrara ora Presidente della Casa D’Aste Meeting Art che nel settembre 2009 ha messo in asta il mio quadro copertina del catalogo Gost-1 presentando catalogo e opera in diretta nel pre-asta!
La tua prima opera?
Bolla di accompagnamento merci del 1978 salvata con resina 10 anni dopo prima che andasse distrutta finito il periodo dei 10 anni di conservazione fiscale

Per fare arte , bisogna averla studiata?
Si, però bisogna lasciare spazio alla fantasia per proporre cose che amiamo fare
Come scegli cosa ritrarre o “ibernare” nella resina ?
In base alla forma, alla etichetta, al colore, alle cose che ho collezionato in passato



Un aneddoto che ricordi con il sorriso?
Se potessi incontrare un artista del passato , chi e cosa gli chiederesti?
Giorgio De Chirico e gli chiederei: come ha fatto nel 1917 a pensare alle opere Metafisiche?



Se incontrassi te stesso a 18 anni cosa ti consiglieresti ?
Pensaci una, due, tre, dieci volte.
Appassionante, come vivere in un mondo fantastico, ti volano le ore senza che te ne rendi conto ma bisogna ricordarsi anche di fare i conti con la realtà: nell’anno 2016 per il mio bene, il commercialista voleva farmi chiudere la Partita Iva.
Avevo sforato molto con le spese ed erano naufragate le aspettative che avevo con alcune gallerie ed alcune televendite.
Ho dovuto pensare di “reinventarmi” bussando la porta a parecchie aziende per reperire oggetti più o meno particolari da trasformare in opere d’arte.
Sono riuscito così a sistemare i conti e proseguire con la mia grande passione.
Ancora oggi non ho Fondazioni, Musei o famosissime gallerie che mi aiutano ma tante commesse da aziende e piccole gallerie che mi fanno tenere i conti in ordine.



Quanto conta la comunicazione ?
Tantissimo: dopo 34 anni mi conoscono in ogni angolo del mondo senza aver dovuto spedire opere e fare mostre… e questo grazie alla comunicazione
Che differenza c’è, nella percezione dell’arte tra Italia e estero?
All’estero forse c’è un po’ più apertura verso opere diverse dagli standard, innovative e particolari



Cos’è per te l’arte?
E’ un modo per portare le mie idee e le cose della mia epoca nei prossimi millenni
Cosa ti aspetti da un curatore ?
Dovrebbe capire l’artista, seguirlo e discutere di particolari che potrebbero sembrargli fuori tema.
Cosa chiedi ad un Gallerista ?
CONTINUITA’ e lunga durata del rapporto commerciale, pagamenti regolari per mantenere un bilancio contabile sostenibile, e molto gradite idee a proposito di soggetti che vorrebbe proporre ai suoi clienti (ognuno potrebbe avere la sua ricetta conoscendo i clienti finali)



Quanto contano per te la luce e il colore?
Moltissimo, sono parametri indispensabile per poter portare a termine una composizione.
Grazie Giorgio per il tempo a noi dedicato