Mimmo Rotella e i suoi strappi..

Mimmo Rotella
Mimmo Rotella

Per raccontare il Mondo di Rotella, salto preamboli e arrivo direttamente al 1953 anno in cui l’artista decide di interrompere la sua produzione pittorica.

Per l’artista non c’era  più niente da fare di nuovo nell’arte.

Fu allora che si dedicò al  manifesto pubblicitario vedendo in esso  un’espressione artistica della città.

Inizia così ad incollare sulla tela pezzi di manifesti strappati per strada, adottando il collage dei cubisti e contaminandolo con la matrice dadaista del ready made.

A Roma nel 1955  nella mostra ‘Esposizione d’arte attuale’, espone per la prima volta il ‘manifesto lacerato’.

Successivamente crea  quello che viene definito il doppio décollage: il manifesto staccato prima dal cartellone, poi, strappato in laboratorio.

Rotella strappava i manifesti proprio come i ragazzini…

Molti potranno sostenere che non c’è nessuna arte in questo gesto, qualcuno magari penserà che opere come quelle realizzate da Mimmo Rotella avrebbe saputo farli anche lui: non è difficile staccare dai muri la crosta indurita dei cartelloni sovrapposti, eppure l’artista ha fissato nel tempo immagini  che probabilmente presto sarebbero scomparse dalla memoria di chi distrattamente li ha osservati sui muri delle città…

Mimmo Rotella strappava semplicemente i manifesti pubblicitari dai muri, li portava nel suo studio e li stracciava ulteriormente: talvolta erano stratificati, talvolta vi scriveva o dipingeva qualcosa….Il mio è un invito a riflettere su quel “ semplicemente”…

Con i suoi lavori Rotella ci porta in diversi luoghi geografici e mentali, ci fa essere (Pirandellianamente parlando) “uno, nessuno e centomila”…

Se pensiamo alla Marilyn ecco che da manifesto seriale torna a vivere, passando attraverso l’esperienza; ha vissuto nel mondo ed ora è tornata ad essere unica, irriproducibile, ad essere una persona, percepita da ciascuno in modo diverso.

Per molti, con i sui strappi, Rotella rimarca uno scetticismo di fondo nei confronti dell’arte americana che avanza come se l’arte europea volesse mettere a nudo luci ed ombre del mondo a stelle e strisce…

La realtà frammentata di Rotella impone, nella sua stratificazione, una riflessione sullo spreco dell’immagine, della continua novità, della continua azione: Rotella sembra dirci che la novità non sta nel nuovo cartellone, ma nel trasformare il vecchio, rifarlo, umanizzarlo; la novità sta nella reazione e non nell’azione.

Le immagini mutilate suggeriscono la precarietà della vita, i fondi stratificati sono la nostra archeologia, su cui costruiamo i nostri pensieri.

Oggi il ruolo dell’artista non è tanto da ritrovare nel creare un’immagine, ma piuttosto farci riflettere sul suo ruolo, insegnarci a vedere oltre, attraverso e non più raccontarci solo una storia.

Alessio Musella

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