Karol Józef Wojtyła nato nel 1920 era l’ultimo dei tre figli di Karol Wojtyła e di Emilia Kaczorowska,
La madre morì nel 1929. Suo fratello maggiore Edmund, medico, morì nel 1932 e suo padre, sottufficiale dell’esercito nel 1941, la sorella, Olga, era morta prima che lui nascesse.
Il periodo della sua giovinezza , vissuto nel pieno della seconda guerra mondiale, racconta di un’infanzia violata dagli orrori che lo costrinsero a lavorare in miniera per sfuggire alla deportazione e dai lutti familiari.
Lolek, questo era il soprannome con il quale era solito essere chiamato durante la sua adolescenza, quando dalla serenità di una vita apparentemente normale tutto è cambiato per sempre.
Dove altri avrebbero preso strade opposte Lolek è stato in grado di trasformare il dolore in amore per sè stesso , ma soprattutto per gli altri…

La scelta di chiamare “Lolek” quest’opera da parte dell’artista Tina Bellini, arriva proprio dal voler ricordare che dal male può nascere il bene, dalla sofferenza il sollievo, dall’odio l’amore, l’amore che Giovanni Paolo II non ha mai smesso di donare a tutti…
Ecco perché “Totus Tuus” è divenuto il motto apostolico di Lolek, che da sempre è stato presente nell’anima dell’Uomo Karol, facendo tesoro di quel periodo cupo in cui non ha vissuto ma è sopravvissuto, quelle vicende che lo hanno portato ad essere il Papa dei giovani.
Non è un caso che l’artista abbia scelto di mostrare la figura del Papa di fianco, dal momento che Papa Giovanni Paolo II ha sempre saputo mostrare il fianco alle avversità, per divenire più forte, più consapevole, più vero…