Intervista a Giulia Ponziani, Founder Artistico STUDIO 38 Contemporary Art Gallery

Giulia Ponziani
Giulia Ponziani

Ancora una volta abbiamo deciso di conoscere meglio una Gallerista, oggi abbiamo intervistato Giulia Ponziani, STUDIO 38 Contemporary Art Gallery

Il tuo primo incontro con l’arte?

Mio nonno era un pittore, e un compratore compulsivo di riviste di arte e cataloghi di mostre, che conservo ancora gelosamente insieme ai suoi quadri, ma era molto legato alle scuole figuative dell’800, soprattutto agli ipressionisti e i suoi quadri seguivano la corrente figurativa del primo ‘900 pistoiese. Poi feci un viaggio con i miei zii, anche loro grandi appassionati di arte, a Parigi. Ecco fu al Centre Pompidou che tutto ciò che era stato chiaro fino ad allora, di colpo si oscurò e una immensa tela con al centro un tondo azzurro all’improvviso diventava arte.

Centre Pompidou

Che formazione  hai avuto? 

Sono laureata in Archeologia Orientale. Dopo la laurea ho conseguito un Master in Marketing e Comunicazione in Arte e Design e un Master in Editoria. Dopo questo ciclo di studi, dovetti scegliere se continuare sulla strada dell’archeologia e scontrarmi con un sistema accademico imbalsamato, e riservato a pochi eletti, oppure buttarmi sul terreno poco conosciuto dell’arte conteporanea. Scelsi la seconda, e fra gioie e dolori, proprio in questi giorni STUDIO 38 compie sette anni!

Per parlare di arte è necessario aver studiato arte?

Direi di sì, come parlare di storia o matematica. Lo studio è alla base del sapere, insieme all’esperienza crea le giuste competenze per poter elaborare un pensiero degno di considerazione.

Per vendere arte è necessario aver studiato arte?

Vendere è una tecnica molto raffinata, e non tutti sono dei bravi venditori. Però per vendere è necessario conoscere ciò che si vende.

Se potessi incontrare un’ icona del passato chi sarebbe? E cosa gli chiederesti?

Questa è una domanda difficile perché non ho solo una icona, ci dovrei riflettere per bene; ma non penso che chiederei qualcosa, mi basterebbe assistere alla creazione dell’opera.

Mi racconti un aneddoto che ricordi con il sorriso 

Riguardo la galleria di aneddoti che non posso ricordare senza sorridere ne ho diversi soprattutto legati al primi anni: persone che mi chiedevano se vendevo Madonne con bambino, oppure proposte di collaborazione con imporbabili venditori. Anche con gli artisti ho diversi aneddoti da ricordare, ma la scena che si svolse su un taxi a Torino qualche anno fa, fra l’artista che presentavo in una fiera e il tassista che ci riportava a casa, rimarrà fra le più memorabili della mia vita.

Quanto conta oggi la comunicazione?

Tanto, ovviamente conta anche cosa si vuole comunicare. Ma saper comunicare è un’arte legata molto alla vendita. Oggi diamo alla comunicazione sul web un valore molto alto, ma io credo che anche la comunicazione cosidetta “off line” sia altrettanto importante: i rapporti umani sono insostituibili.

Come è cambiato il ruolo del gallerista?

Non lo so, sono una gallerista autodidatta da pochi anni e non ho sufficiente esperienza per poter rispondere.

Cos’è per te l’arte

Per me l’arte è creazione di una visione. Qualunque sia il mezzo che si utilizza, è arte tutto ciò che nasce da una visione, e artista colui che sa darle una forma attraverso la ricerca e la sperimentazione.

Come scegli l’artista da proporre ?

Lo scelgo in base a ciò che mi trasmette: se percepisco poesia allora lo propongo al pubblico. Non ho sempre seguito questo criterio, specialmente agli inizio, ma ora sono più ferma in questa posizione.

Grazie per il tuo tempo Giulia

Alessio Musella

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