Yan Pei Ming, il pittore che racconta volti e storie a cura di Giada Luni.

Yan Pei Ming
Yan Pei Ming

Fino al 3 settembre 2023 Palazzo Strozzi a Firenze presenta Yan Pei-Ming, Pittore di storie, la più grande mostra dedicata all’artista franco-cinese nel nostro Paese, che è parte del progetto Palazzo Strozzi Future Art sviluppato con la Fondazione Hillary Merkus Recordati; Main supporter Fondazione CR Firenze; sostenitori Comune di Firenze, Regione Toscana, Camera di Commercio di Firenze, Intesa Sanpaolo, Comitato dei Partner di Palazzo Strozzi; con il contributo di Città Metropolitana di Firenze.

Un ringraziamento va poi a MASSIMODECARLO e Galerie Thaddeus Ropac. A cura di Arturo Galansino, Direttore generale della Fondazione Palazzo Strozzi, l’esposizione propone un percorso di oltre trenta opere che permettono di esplorare la potente e originale ricerca dell’artista sulla relazione tra immagine e realtà, in un cortocircuito tra vita personale e storia collettiva.


Colpisce di questo artista la potenza della pennellata, l’iperrealismo dei ritratti dal vero o immaginati che al contempo assume una dimensione onirica, creando un ponte nello spazio tra Occidente e Oriente – le due dimensioni della sua cultura – e nel tempo, con una reinterpretazione e attualizzazione della storia. Cresciuto in Cina, assimila la Rivoluzione culturale, che lo costringe in parte al silenzio rispetto a certi temi, come quello religioso, e soggetti, volti e personaggi che sono per lo più anonimi a parte ad esempio Mao Zedong che però è ‘costretto’ nell’agiografia politica fin quando si trasferisce in Francia che diventa sua patria adottiva.

Si definisce un ‘pittore d’assalto’ perché ‘la pittura non è una carezza’ e la virulenza talora della sua pennellata che riesce però sempre a mantenere un grande equilibrio estetico lo dimostra.
Con questo artista potremmo parafrasare l’espressione ‘tutta l’arte è contemporanea’ in ‘tutta la storia è contemporanea’ perché tale è la sua rilettura, una storia fatta dagli uomini, una storia per l’uomo.

Non è un caso che al centro della sua riflessione ci sia il ritratto e la dinamica vita-morte che la storia affronta.
Così seguiamo il percorso dalla prima sala con Nom d’un chien! Un jour parfait, “Porca miseria!

Un giorno perfetto”, espressione di un critico guardando l’opera, che le è rimasta attaccata finendo per connotarla: un autoritratto che diventa un trittico, un ‘cristo’ dei nostri giorni senza croce tra i due ladroni, tema che tornerà come a dire che l’assassinio di un innocente è ricorrente nella storia.
Nella seconda sala il ritratto della madre, Ma mère e Bouddha pour ma mère; quindi nella terza sala l’icona per eccellenza simbolo dell’occidente, Monna Lisa è al centro di un grande lavoro, un trittico con al centro il celebre ritratto reinterpretato e ai lati il paesaggio che viene dilatato e la immagina al suo funerale o forse ne celebra la morte dell’opera Les funerailles de Monnalisa.

Finché è rimasto in Cina Yan Pei Ming dell’arte occidentale conosceva solo il celebre dipinto di Leonardo e gli affreschi della Cappella Sistina di Michelangelo.
Nella stessa sala anche il rapporto con la figura del padre, taciturno.
La quarta sala apre alla storia dell’arte e le storie riprese da celebri dipinti con un percorso nel quale è particolarmente intenso il dipinto Pape Innocent X bleu che trae ispirazione dal ritratto di Velàsquez del 1650 che lo ha affascinato e del quale ritiene fantastico il colore. In questo ritratto come in Napoléon il tema è la convergenza perversa del potere politico e religioso e il rifiuto dell’artista dell’autorità papale.
Ritratto e satira al centro di Vladimir Putin, Tsar of The New Russia suggerita in modo evidente dalla copertina del Time del 31 dicembre 2007, un’opera che occupa la saletta 4 bis con un trittico, seguito nella saletta 5 bis dal trittico dedicato a Volodymyr Zelensky & The Spirit of Ukraine che fa riferimento a una copertina della stessa testata del 2022.
La quinta sala porta in scena icone tipiche orientali riconoscibili per un occidentale come Bruce Lee, il citato Mao Zedong ma anche Tigre rouge vermillon de Chine che è nello zodiaco cinese.


La sesta sala accoglie le Storie italiane, storie di cronaca nera, di morti violente che danno origine a opere come Aldo Moro (9 May 1978, Rome), Ostia, due novembre 1975, legata al ritrovamento del cadavere di Pier Paolo Pasolini e ancora Crucifixion, (Il Vangelo secondo Matteo) proprio di Pier Paolo Pasolini.
La settima sala è dedicata alla Seconda Guerra Mondiale.
Le ultime sezioni presentano i dittatori giustiziati; e, infine, La notte con le opere 29 aprile 1945, Piazzale Loreto, Milano e Hitler d’après Hubert Lanzinger.

Quest’ultima opera è ispirata a quella del pittore austriaco del 1933 che celebrava la salita al potere del Fürer in armatura medioevale e lancia con croce uncinata.

Al termine del conflitto i militari americani requisirono l’opera trasferendola a Washington nell’Archivio dell’Esercito Statunitense. Ora il pittore ha lavorato su una foto della tela.
A cura di Giada Luni

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