Vassilis Vassiliades, l’arte vissuta tra la creatività personale e intuizioni istituzionali.

Vassilis Vassiliades
Vassilis Vassiliades
Intervistiamo con piacere l’artista e Direttore artistico della Biennale di Larnaca 2023,

Prima di dare spazio alle sue risposte riportiamo una sua citazione :.
“l’unica speranza di creare con le mie opere piccole crepe nella cortina di ferro del tempo.”

Oggi la tua figura è duplice: artista e direttore artistico di Biennale. A quando risale il tuo
primo contatto con l’arte?

Oltre a quella creatività spontanea e innata presente in tutti i bambini, penso di avere il mio
primo incontro conscio con l’arte durante i miei studi in Italia.

Quando hai capito che l’arte sarebbe diventata da passione a professione?
Ad essere sincero, ciò per cui lotto costantemente è che la mia arte rimanga una passione e non diventi mai una professione.

Questo, naturalmente, non ha nulla a che vedere con la serietà o la responsabilità con cui tratto ciò che faccio.

Ma con il mio desiderio di mantenere la mia creazione artistica lontana dai compromessi di un professionista o dai costrizioni che una carriera le impone.

Qual è il tuo rapporto con l’Italia?
I miei rapporti con l’Italia sono molto stretti.

È un Paese in cui sono maturato come persona e come artista. Il mio passaggio al mondo dell’arte è avvenuto attraverso la cultura italiana.
Artisticamente mi muovo nello spazio italiano con più facilità che nel mio Paese e sento di aver trovato molti canali di comunicazione.

Ho anche una piccola casa in Italia, in un piccolo borgo medievale alla periferia di Terni, dove trascorro le estati insieme alla mia famiglia.

Ho molti collaboratori e tanti cari amici in Italia.

Per fare arte, bisogna averla studiata?
Se per averla studiata intendiamo studi accademici e lauree, la risposta è no.

Gli studi accademici in arte sono molto importanti ma non sempre necessari per un artista. Tutti gli esseri umani sono potenziali artisti e ciò che serve è soddisfare questo bisogno. L’arte non è una scelta, è una componente dell’esistenza umana.

Purtroppo, la società moderna, che preferisce apparire piuttosto che essere, ha inventato queste esigenze di specializzazione nell’arte dove spesso hanno valore solo gli studi, i titoli e i riconoscimenti.

A Cipro questa cosa è purtroppo molto sentita.

Un aneddoto che ricordi con il sorriso?
Alla Biennale di Larnaca 2018, un signore anziano ha parcheggiato la sua bicicletta fuori da uno spazio espositivo della Biennale, è entrato e si è diretto verso un’opera d’arte fatta di tante, tante piccole figure di plastica.

Si è guardato intorno per vedere se qualcuno lo stesse osservando, ha afferrato un omino, l’ha messo in tasca ed è uscito velocemente.

Ha inforcato in fretta la bicicletta e se n’è andato.

Questo ovviamente lo abbiamo visto dalle telecamere di sicurezza, sembrava un film. Abbiamo avvisato l’artista che è venuto immediatamente e ha sostituito l’omino scomparso. Avremmo potuto sporgere denuncia, avevamo le prove per farlo, ma dopo averne discusso con l’artista abbiamo deciso che non era necessario.

Ricordo che continuavamo a ridere perché l’idea di un nonno che ruba un pezzo di un’opera d’arte era così divertente.

Ci siamo chiesti cosa ne avesse fatto di questo omino, se lo avesse tenuto come
premio in casa, se ne fosse orgoglioso, se fosse il suo segreto.

Se potessi incontrare un artista del passato, chi sarebbe e cosa gli chiederesti?
Se potessi farlo, vorrei certamente incontrare Giotto, ma non gli chiederei niente di arte. Vorrei parlare con lui del cielo, del vino, di Dio.

Vorrei sentirlo descrivere le cose come le vede lui.

Con quell’economia di scena che gli permetteva di percepire contemporaneamente l’esterno e l’interno di uno spazio.

Vorrei salire con lui ad Assisi dalla pianura verso la Basilica di San Francesco e farmi spiegare quali verdi gli piace usare e quali ocre lo mettono a disagio.

Credo che sarebbe un narratore formidabile. Mi piacerebbe sicuramente partecipare a una cena con lui.

Guardarlo raccontare barzellette, ridere e prendere in giro i suoi amici.

Se incontrassi te stesso a 18 anni cosa ti consiglieresti?
La mia vita è piena di scelte sbagliate.

Tuttavia, se incontrassi me stesso a 18 anni, non gli consiglierei nulla.

Probabilmente preferirei passargli accanto senza essere notato.

Dal momento che in fondo siamo le nostre scelte, non vorrei essere nessun altro.

Migliorarmi sì, ci provo ogni giorno.

Ma un altro no.

Come Direttore Artistico della Biennale di Larnaca qual è il messaggio che vuoi lanciare al
mondo?

Fin dagli albori della storia, la creazione artistica è stata un elemento costitutivo di tutte le
culture presenti nelle vicinanze geografiche di Cipro.

Abbiamo la fortuna di far parte di questo patrimonio universale che ha poi fondato le civiltà del Mediterraneo, dell’Europa e del mondo.
Purtroppo, la nostra regione non ha smesso di essere allo stesso tempo un campo di continui conflitti geostrategici e guerre continue.

Cipro, che non è riuscita a sfuggire a questo destino, con il coltello dell’invasione turca ancora conficcato nel corpo, riesce a stare in piedi e a diventare un’oasi di civiltà per l’intera zona.

“L’ambasciata della cultura europea in Medio Oriente”, come l’ha definita un amico della Biennale durante la sua prima visita alla nostra isola.
Sta a noi dimostrare, prima a noi stessi e poi agli altri, che Cipro non vuole più essere
l’inaffondabile portaerei del Mediterraneo orientale, ma un luogo di incontro per l’arte e la
cultura.

Questa è la visione della Biennale di Larnaca, questo è l’obiettivo degli organizzatori,
per il quale si impegnano sempre con determinazione.
La cultura è sempre stata l’ancora più sicura dei popoli, soprattutto di quelli deboli, tenendoli
saldi nei loro valori quando le tempeste degli interessi dei potenti minacciavano di affondarli.

Che differenza c’è, secondo te, nella percezione dell’arte tra Italia e estero?
L’eterno rapporto dell’Italia con la cultura ha dato vita a società in cui l’arte è stata pienamente assimilata nella vita quotidiana.

Questo è l’elemento inestimabile della cultura italiana e la sua differenza essenziale dalle altre culture moderne.

Cos’è per te l’arte?

Per me l’arte non può avere un significato diverso da quello che da sempre ha avuto per il
mondo intero.

Un catalizzatore eterno nell’avanzamento della bruttezza spirituale.

Rifugio della magia, del sogno e dell’assurdo.

Tutti quegli elementi che, anche se non potranno mai verificarsi, sono alla base della nostra minima esistenza umana.

Vassilis

E’ stato un vero piacere poterti intervistare per Art & Investments

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