Svelato il dipinto, regalo postumo di Freddie Mercury a Elton John per il Natale 1991

Freddie Mercury ed Elton John erano uniti da un sincero e profondo legame di amicizia, nato a metà degli anni ’70, grazie al quale condividevano molte passioni tra cui la pittura d’autore, la scultura, la decorazione d’ interni (solo per citarne alcune) e tra i due artisti mai mancavano scambi di regali legati a queste forme d’arte.

Durante le festività natalizie del 1991, esattamente 30 anni fa, ad un mese dalla prematura scomparsa di Mercury, accadde qualcosa di inatteso e davvero speciale: Elton John ricevette un regalo il giorno di Santo Stefano, consegnato da Tony King comune amico dei due cantanti, il mittente del dono, che era di un dipinto, fu Freddie!

Il collezionista e ricercatore udinese Silvio Toso, che per celebrare il trentesimo anniversario della scomparsa del leggendario cantante dei Queen, ha svelato alcuni segreti assolutamente inediti sulla collezione di opere d’ Arte di Mercury, è riuscito anche a scoprire quale fosse il dipinto in questione!

Lascio sia Silvio a raccontare passo dopo passo la storia della sua straordinaria scoperta:

Sveliamo il mistero che riguarda l’ opera che Freddie Mercury fece recapitare ad Elton John come regalo natalizio, il 26 dicembre 1991.

Recita Elton nella sua biografia “Love iLs the cure: On Life, Loss and the End of Aidsdel Luglio 2012: Stavo piangendo quando un amico (Tony King) si è presentato alla mia porta e mi ha consegnato qualcosa avvolto in una federa. L’ho aperto e dentro c’era un dipinto di uno dei miei artisti preferiti, il pittore britannico Henry Scott Tuke. E c’era un nota di Freddie sul davanti. Anni prima, avevamo inventato nomi di animali domestici l’uno per l’altro, i nostri alter ego da drag-queen. Io ero Sharon e lui era Melina. La nota di Freddie diceva: Cara Sharon, pensavo che ti sarebbe piaciuto. Con amore, Melina. Buon Natale. Ero sopraffatto, 44 anni all’epoca, piangevo come un bambino. Ecco questo bellissimo uomo che era morto di AIDS, nei suoi ultimi giorni era riuscito in qualche modo a trovarmi un bel regalo di Natale”. ll regalo dell’amico è una delle prime cose che ricorda Elton quando pensa a Freddie: “Anche da morto mi ha ricordato quanto fosse speciale in vita”.

Il cantante tuttora conserva (da indiscrezioni) vicino al suo letto la federa in cui venne avvolto il quadro.

Henry Scott Tuke (1858-1929) è stato un pittore e fotografo inglese, famoso per i suoi dipinti di stampo impressionista, raffiguranti principalmente due temi: velieri con paesaggi e giovani ragazzi nudi, intenti a fare il bagno sulle spiagge di Swanpool Beach a Falmouth in Cornovaglia, dove l’ artista viveva nel suo cottage. Per questo genere di ritratti è stato considerato un pioniere della cultura omosessuale.

Elton John è probabilmente il suo più grande collezionista privato nel Regno Unito.

Ho indagato per molto tempo su questo mistero del quadro arrivato in dono ad Elton, anni fa avevo trovato alcune tracce su un sito russo che parlava di Sotheby’s e di un possibile dipinto di ragazzi nudi intenti a fare il bagno. Ho seguito questi due indizi. L’unica opera battuta dalla nota casa d’ aste nel periodo Febbraio-Ottobre 1991, riconducibile a Henry Scott Tuke, è “Boys Bathing” (51x61cm), battuta per 17.600 sterline, lotto n.6, mercoledì 1° maggio 1991 a Londra, nell’asta relativa alla Pittura Moderna Britannica contemporanea. Christie’s invece aveva battuto due opere dello stesso artista nei primi due mesi dello stesso anno.

Una svolta per me di fondamentale importanza è arrivata nel giugno 2019, quando ho partecipato in qualità di collaboratore al viaggio “Sui luoghi di Freddie Mercury a Londra”, organizzato dell’agenzia udinese Movietravel assieme a Peter Freestone, assistente personale di Freddie Mercury dal 1979 al 1991.

A Londra avevo portato con me vari cataloghi di case d’asta relativi al 1991 e durante una sosta da Richoux, il ristorante in South Audley Street, dove Freddie si recava a pranzare quando andava a fare acquisti proprio da Sotheby’s, parlai dell’ “argomento Henry Scott Tuke” direttamente con Freestone.

La risposta di Peter guardando il catalogo e il quadro che gli avevo posto in osservazione fu: “Dovrebbe essere questo”, accompagnata da un sorriso e da un cenno affermativo.

Al netto di smentite e sperando che Elton John pubblichi prima o poi il quadro, così da poter ottenere la conferma definitiva, ritengo che il famoso dipinto di Henry Scott Tuke, dono natalizio di Freddie, sia dunque “Boys Bathing” (olio su tela 51x61cm).

Battuto all’ asta il 1° Maggio 1991, esattamente 15 giorni prima che Freddie si recasse in Svizzera a registrare “Mother Love” (fra il 13 e 16 maggio da wikipedia) la sua ultima canzone, senza completarla, e a meno di un mese dall’ultimo video “These Are The Days Of Our Lives” girato il 30 maggio 1991”, in cui il cantante appare assolutamente consapevole del proprio ineluttabile destino. Era conscio di aver poco tempo davanti a sé e pare avesse programmato già tutto.

Rimane però un enigma il fatto che da maggio a dicembre ’91 il quadro sia rimasto nascosto a Garden Lodge, per poi essere consegnato a Natale a Elton John. Spero che Peter Freestone o Tony King possano fare luce su questa storia mai del tutto svelata, con ulteriori dettagli.

Da fine maggio al 24 Novembre di quel 1991, Mercury passò brevi periodi a Londra, confinato a Garden Lodge: trascorreva le giornate steso a letto guardando la tv e a sfogliare cataloghi per fare acquisti alle aste; facendo visite sporadiche ultra riservate a strettissimi amici e pranzi lontani da occhi indiscreti. Seguirono i periodi passati a Montreux per sfuggire alla stampa, l’ultima volta in cui ci andò fu a fine ottobre, viaggio in cui era presente anche l’amico Tony King (che consegnerà il quadro ad Elton John), con rientro a Londra nel giorno 10 Novembre.

Lascio che siano proprio le parole di Jim Hutton (suo compagno negli ultimi anni di vita) e di Tony King a raccontare questi ultimi frangenti di esistenza di Freddie.

Da Jim Hutton, “I miei anni con Freddie Mercury”, Bloomsbury (UK) Mondadori (ediz.italiana), 1994 (***)

Pag.219—”Freddie desiderava visitare l’appartamento in Svizzera per un’ultima volta. Ci andammo con un jet privato, Joe (Fannelli, il cuoco di Garden Lodge), Terry (Giddings, autista e bodyguard di Freddie), e il vecchio amico di Freddie, Tony King, che era l’assistente di Mick Jagger (Freddie lo conobbe a fine anni ’70, dato che King lavorava per la Rocket Records, la casa discografica di Elton John, il cui manager era John Reid, lo stesso dei Queen)

Era soltanto la nostra terza visita all’appartamento di Montreux ed era chiaro che Freddie e io non avremmo avuto la possibilità di tornarci una quarta volta a trascorrere quel Natale tranquillo che avevamo progettato. Andammo al ristorante tutte le sere per dieci giorni, ma ora Freddie si muoveva a fatica e aveva bisogno di un aiuto per camminare. Freddie approfittò di quel viaggio per stare un po’ in pace e prendere le poche ultime decisioni. Fu proprio in quell’occasione che si risolse a interrompere definitivamente le cure e abbandonarsi alla morte. Decise anche di fare in modo che nessuno di noi lo sapesse. La lotta contro la malattia era giunta al termine. Era pronto ad andarsene senza più opporre resistenza.”

Continua Jim Hutton.

Pag.253-(Dicembre 1991- un mese dopo la morte di Freddie)

La sola cosa bella che accadde in quel periodo fu un invito che Elton John rivolse a noi tre (Jim Hutton, compagno di Freddie, Peter Freestone, assistente di Freddie, Joe Fannelli, cuoco di Freddie), perché andassimo a festeggiare Santo Stefano nella sua bella casa di Old Windsor. Eravamo un po’ indecisi su chi avrebbe dovuto fare da autista per raggiungere la festa, ma Elton aveva premurosamente pensato anche a questo: ci fece venire a prendere..”

La festa di Santo Stefano da Elton fu una graditissima pausa dall’incubo di Garden Lodge. La sua è una residenza di campagna circondata da acri di vegetazione lussureggiante. Da padrone di casa perfetto, aveva fatto preparare un buffet gigantesco. Sulle prime trovai la festa abbastanza divertente, poi, e va da sé che non intendo di mancare di rispetto ad Elton, cominciai a sentirmi a disagio. C’erano venti o forse trenta persone assolutamente squisite, ma ne conoscevo pochissime. Non ero mai stato coinvolto nell’industria discografica; il mio posto era soltanto a fianco di Freddie. Una delle poche facce conosciute era quella di Tony King, che mi chiese come stavo. Era un’occasione per stare insieme, non era quello il momento di lamentarsi, così gli dissi che talvolta ero depresso ma che tutto sommato le cose non andavano male. Quando Elton scambiò i regali di Natale con i suoi ospiti, io diventai molto triste. Quella che sarebbe dovuta essere la più allegra delle scene mi ricordava che avevo perduto Freddie per sempre, e con lui, la sua gioia nel distribuire i regali in occasione delle feste natalizie. Sgusciai fuori di casa e andai a fare una passeggiata, vagabondando per la tenuta fino a che m’imbattei in due deliziosi cavallini. Rimasi con loro, rientrando di tanto in tanto in casa a cercare delle mele per loro. Anche se ero circondato da tanta gente, per me fu un giorno di straziante solitudine. Non riuscivo a unirmi agli altri. Attorno alle otto di sera gli ospiti cominciarono ad andarsene, ma io non volevo andare da nessuna parte. Dopo quei momenti trascorsi in un ambiente tanto accogliente, dov’ero stato trattato con la massima gentilezza, l’idea di ritornare a The Mews, quando tutti i miei ricordi più felici di Freddie erano chiusi dentro Garden Lodge.

Il manager di Elton, John Reid, stava aspettando nella sua macchina per salutarmi. “Ascolta, Jim” disse. “Se hai bisogno di qualunque cosa, faccelo sapere”. Supposi che avesse usato il noi, intendendo lui ed Elton. Era un pensiero gentile, ma Phoebe, Joe ed io non eravamo tipi che amassero essere di peso a nessuno”.

Ed infine Tony King, nell’intervista rilasciata a GQ UK, nel Marzo 2021:

Un giorno, verso la fine degli anni 80, notai che aveva una macchia rossastra sul viso e gli chiesi cosa fosse. Lui disse che quei segni erano macchie legate a disturbi al fegato, ma io sapevo che non lo erano. E poi all’improvviso ha smesso di vedere le persone. Venivo a Londra e lui non mi voleva vedere, non voleva vedere nessuno. Ho continuato a chiedere di incontrarlo e poi, incredibilmente, un giorno accettò. Quando l’ho visto sono rimasto scioccato e ho capito che non ce l’avrebbe fatta, perché era molto malato. Voleva che rimanessi con lui e così ci andai due o tre volte. Mi sdraiavo sul letto al suo fianco e tenevo la sua mano fredda mentre faceva offerte alle aste di Christie’s. Sfogliava i cataloghi e io dicevo, “Non posso credere che stia facendo questa cosa!”. E lui rispondeva, “Che altro posso fare? Tanto vale spendere i miei soldi divertendomi”.

Per il resto, oggi è di nuovo Natale… Thank God it’s Christmas!

Come ogni anno, da Fortnum & Mason al 180 di Piccadilly, avranno preparato il cesto e i regali che Freddie da 30 anni a questa parte, da lascito testamentario invia a Richard (il primogenito di Mary Austin, la donna a cui ha lasciato quasi tutto il suo patrimonio), agli amici più stretti e ai compagni di band. Ma questa è un’altra storia.

Irene Zenarolla in collaborazione con Silvio Toso

25 Dicembre 2021

Dopo 20 anni di studi e di ricerche analizzando le foto uscite nel corso del tempo, ho deciso di rendere pubbliche le mie scoperte, affinchè tutti i fan vengano a conoscenza delle passioni di Freddie, così che si possa creare un nuovo filone di studio non esclusivamente connesso alla sua musica, ma alla sua persona e a una delle sue più grandi passioni: l’ Arte. Senza i suoi interessi artistici Mercury non sarebbe la persona che è stata. 

Freddie ha influenzato totalmente la mia vita, posso proprio dire che non sarei la persona che sono senza la sua musica e gli orizzonti che il suo vissuto mi ha aperto cercando sempre nuovi aneddoti che hanno aperto porte, che a loro volta hanno aperto altre porte in tutti i campi, da quello musicale, al teatrale arrivando al letterario ed artistico” (Silvio Toso)

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