Silvia Malatesta, Fotografa di Anime…

Silvia Malatesta
Silvia Malatesta

Ogni fotografo ha una sua storia da raccontare.

Il fascino dell’obbiettivo è da sempre in grado di aprire mondi diversi in cui i dettagli fanno la differenza.

Abbiamo intervistato Silvia Malatesta per comprendere da dove nasce la sua passione per la fotografia :

Il tuo primo contatto con la fotografia ?

Il mio primo contatto con la fotografia è stato quando ero molto piccola osservando mio padre.

Era un musicista con la passione per la fotografia.

Mi riempiva di foto e grazie a lui possiedo il dono più grande: album pieni di ricordi da poter rivivere.

Quando hai capito che la fotografia sarebbe diventata da passione a professione?

Dopo il liceo scientifico ho deciso di continuare gli studi ma su ciò che mi appassionava davvero: la fotografia.

Ho quindi intrapreso un percorso accademico di 3 anni laureandomi in fotografia.

Non è facile trasformare la propria passione in professione ma è successo tutto senza che me accorgessi.

Era come se dentro di me sapessi che ce l’avrei fatta e ho continuato senza fermarmi convinta di raggiungere l’obiettivo.

E così è stato.

Il tuo primo scatto?

Non saprei definirlo con precisione. Sicuramente è stato con la macchina fotografica di mio padre, una Nikon reflex analogica.

Mi piaceva tanto osservarlo mentre scattava ma ogni tanto mi faceva provare.

Che soggetti prediligi ritrarre?

Inizialmente il mio sogno era entrare nella National Geographic per poter viaggiare e scattare foto di paesaggio e animali.

Provando però tanti tipi di fotografia negli anni successivi ho capito che mi faceva stare bene cercare di ritrarre l’anima delle persone che avevo davanti, raccontare la loro storia.

Un aneddoto che ricordi con il sorriso?

Fu durante il matrimonio di mio cugino.

All’epoca non ero una professionista e tantomeno avevo un’attrezzatura di livello.

Avevo però la passione che mi nutriva.

Ero in chiesa e scattai una foto di dettaglio alle mani dei due sposi.

Ovviamente era presente il fotografo ufficiale con macchina fotografica professionale.

Alla fine loro scelsero la mia foto da far riprodurre ad un pittore per appenderla a casa.

Ricordo sempre col sorriso questo aneddoto anche per ricordare che si un professionista deve avere un certo tipo di attrezzatura ma sono il cuore e gli occhi dell’artista che fanno la differenza.

Se potessi incontrare un personaggio  del passato , chi e cosa gli chiederesti?

Eisabeth Vigée Le Brun, pittrice francese.

Il mio tipo di fotografia si ispira molto ai quadri e ai pittori e per questo vorrei incontrare lei una delle più grandi ritrattiste del suo tempo.

Vorrei sapere da lei cosa diceva ai suoi soggetti quando posavano per lei.

Quanto conta la comunicazione ?

La comunicazione conta tanto e la fotografia è un mezzo ormai fondamentale per diffonderla.

Si può comunicare in tantissimi modi ma la fotografia ha il potere di farlo immediatamente suscitando emozioni forti e potenti.

Che differenza c’è, nella percezione dell’arte e della fotografia , tra Italia e estero?

Forse all’estero viene data più importanza all’arte e gli artisti. In Italia a volte difficilmente vieni preso sul serio forse per una mentalità più tradizionalista.

Cos’è per te la fotografia ?

La fotografia per me è poter fermare il tempo, bloccarlo per sempre.

Ha questo potere unico che mi incanta ogni volta, scatto dopo scatto.

Nella vita reale non si può tornare indietro, puoi vivere il presente e aspettare il futuro.

Con la fotografia puoi accedere a ciò che sarebbe impossibile.

Per proporre fotografia bisogna averle studiate?

Non necessariamente. Io ho studiato fotografia per perfezionarmi a livello tecnico ma la passione e il talento non si possono studiare. 

Cosa vuoi che arrivi attraverso i tuoi scatti?

Magia. La stessa magia che ho conosciuto da bambina con gli scatti di mio babbo. 

Grazie Silvia per il tempo che ci hai dedicato

Alessio Musella

Fotografa segnalata da Ekaros Interior Design

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