Sara Gautier e il suo”Obbiettivo”!

Sara Gautier
Sara Gautier

La fotografia è un universo parallelo in cui ognuno trova la sua dimensione.

Conosciamo meglio Sara Gautier, la sua storia e il suo “Bianco sporco”, lasciando a lei il compito di raccontarsi attraverso le risposte alle nostre domande

Il tuo primo contatto con la fotografia?

A 8 anni ho cominciato a fotografare i miei gatti in giardino… con l’ analogica della famiglia e una polaroid. Inoltre ritagliavo tutte le foto che mi colpivano dai giornali di moda, gli attori e i paesaggi .. per poi incollarlo in un quadernone rosso (tra i miei colori preferiti).

Quando hai capito che la fotografia sarebbe diventata da passione a professione?

Quando mi ritrovai dopo gli studi, seduta dietro una scrivania di un ufficio.. mentre guardavo fuori dalla finestra e desideravo fotografare le nuvole.

Mia madre mi ha sempre motivata a fare ciò che amo. Nella vita bisogna avere coraggio e fare delle scelte che ti facciano sentire al tuo posto.

Il tuo primo scatto?

Il mio primo scatto alla mia gatta nera di nome Minnie una sorella miciosa.

Un aneddoto che ricordi con il sorriso ?

Io che fotografo le meravigliose gambe di mia mamma sedute al tavolino di un bar e il cameriere che rischiava di rovesciare il vassoio per guardare la scena.

Se potessi incontrare un personaggio  del passato , chi e cosa gli chiederesti?

Il mio bisnonno Fausto.. era un bravissimo e stimato fotografo.. purtroppo venne’ a mancare poco prima della mia nascita.

Dai racconti della mia mamma quando nonno Fausto andò in pensione, dopo tanti anni, essendo molto stimato, parecchi giovani fotografi andavano ancora a casa sua per imparare il mestiere e far ritoccare degli scatti  (all’epoca non esisteva mica Photoshop!) nonno Fausto con una mano si teneva stretta l’altra mano tremolante e ritoccava con dei “gessetti” appositi, meravigliosi scatti in bianco e nero. Quando penso a questo aneddoto mi emoziono tantissimo.

Quanto conta la comunicazione ?

È fondamentale in ogni campo e settore. Trovo sia essenziale come respirare. Importante riuscirlo a fare non solo attraverso il dialogo a parole… ma con il forte impatto delle immagini. Ci sono fotografie che non hanno bisogno di essere spiegate perché raccontano una storia …trasmettendo emozioni bellissime. 
Comunicare è anche uno sfogo…creare opere d’arte, fotografie o disegni è il linguaggio degli artisti.

Che differenza c’è, nella percezione dell’arte e della fotografia , tra Italia e estero?

Penso che il mondo giri intorno all’arte. Trovo che tra arte e fotografia possa esserci un connubio perfetto. Il nostro paese è ricco di cultura, arte e fascino. L’ Estero può solo imparare da noi, di sicuro alcuni paesi sono piu futuristici.  Ad oggi il web ha un ruolo cruciale.. l’impatto delle immagini sui social come Instagram ha portato  i principali musei a cambiare se stessi in maniera profonda, permettendo ai visitatori di poter scattare immagini e condividerle ben appunto sui social. Leggevo un articolo che diceva:” Vi ricordate quando, per fotografarsi con un Kandinskij al Centre Pompidou di Parigi, bisognava camuffare la fotocamera?!?”. Ora è un continuo comunicare attraverso immagini.

Cos’è per te la fotografia ?

Per me la fotografia è come respirare, vedere, ascoltare. È poter raccontarmi o raccontare senza bisogno di parole. È un continuo catturare ricordi che resteranno immutati non solo nel cuore, ma riguardando le foto, rivivi esattamente quell’ istante. Se non ci fosse la memoria fotografica saremmo completamente persi.

Per proporre fotografia bisogna averle studiate?

Per quanto riguarda la tecnica assolutamente si. Ma poi serve il talento, L’ occhio attento. Il cuore. Essere nel posto giusto al momento giusto.

E poi tanta grinta. 

Cosa vuoi che arrivi attraverso i tuoi scatti?

Poter emozionare chi guarda un mio scatto. Soddisfare chi desidera un proprio ritratto e che possa riconoscere la propria anima. Che il mio stile “bianco sporco” possa colpire e farsi ricordare.

Un ultima domanda, ami definire un particolare effetto che scegli per alcuni tuoi scatti “Bianco Sporco” ci spieghi meglio di cosa si tratta ?

Il mio “bianco sporco” è un connubio tra bianco e nero ma con una nota vintage.

Amo l’effetto pellicola analogica, sono moderna e curiosa delle nuove tecnologie ma al tempo stesso do volentieri uno sguardo al passato.

Come mia personale filosofia cerco di vivere il presente prendendo spunto da passato,ein questo mio modo di elaborare le mie immagini mi piace lasciare scegliere agli occhi di chi guarda dove collocare i soggetti ritratti.

Ovviamente è una tecnica che non uso sempre, ma solo quando sento di non volermi fermare al realismo dello scatto tradizionale, e dare una mia interpretazione alle immagini personalizzandole “Artisticamente”.  

Grazie per il tempo che ci hai dedicato

Alessio Musella

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