Rossella Pennini è un esponente italiana della Driftwood art, l’arte di recuperare i legni di mare e dare loro nuova vita.
Le opere devono essere realizzate con il solo utilizzo del legname spiaggiato e levigato dal mare e dagli agenti atmosferici.
Una tecnica apparentemente semplice che nasconde un lungo lavoro di ricerca, studio della figura e capacità di scorgere tra le curve e i nodi del legno quella che poi diventerà una nuova e originale creazione.
Conosciamola meglio lasciando che sia lei a raccontarsi attraverso le risposte alle nostre domande:
Il tuo primo contatto con l’arte?
Il mio primo contatto con l’arte è avvenuto da adolescente, amavo disegnare e dipingere con gli acquarelli.
Quando hai capito che l’arte sarebbe diventata da passione a professione?
Coloro che hanno visto le mie opere realizzate con i legni del mare hanno riconosciuto il mio talento artistico e incoraggiato ad esporre le mie opere e quindi ho pensato da quel momento che da passione poteva trasformarsi a professione.
La tua prima opera?
La mia opera realizzata con la Driftwood Art è un animale e precisamente un cigno.
Per fare arte , bisogna averla studiata?
Per quanto riguarda il mio caso posso dire che per fare arte non occorre averla studiata.
L’arte scorre nel mio sangue, mi attraversa le vene e arriva alle mie mani.
È praticamente un dono naturale.
Cosa unisce i tuoi dipinti e la musica ?
L’arte e la musica sono per me nutrimento per l’anima. Suono il pianoforte da quando avevo 6 anni, mi piace ascoltare musica classica mentre produco e lavoro sulla mia arte.
Come scegli cosa ritrarre ?
La mia scelta su cosa realizzare con la Driftwood Art è dettata dalla forma che mi ispira la forma del legno che recupero sulla riva del mare in Versilia e donarle una seconda vita mi rende entusiasta.
Un aneddoto che ricordi con il sorriso ?
Un aneddoto che ricordo con il sorriso è nella mia mostra nella Sala Delle Grasce a Pietrasanta.
Ho ascoltato la conversazione tra due bambini che guardavano la mia scultura che ritraeva un coccodrillo a grandezza naturale e uno di loro affermava che si trattava di un alligatore vero mentre l’altro lo smentiva poiché se fosse stato così doveva essere di colore verde e non marrone come sono i colori dei legni del mare.
Questo mi ha fatto sorridere poiché anche due signore forse sorelle molto divertite mi dicevano a voce alta che anche loro avevano avuto lo stesso pensiero.
La cosa più bella è che forse in quel momento anche loro si sono sentite bambine guardando la mia scultura di legno.
Se potessi incontrare un artista del passato , chi e cosa gli chiederesti?
Mi piacerebbe incontrare Beppe Bongi, artista italiano ( Firenze, 1920 – 1968).
Fu sempre alacre la sua attività: che si piegava ai più vari interessi sia nell’àmbito della pittura, sia fuori di essa, letteratura, poesia, conoscenze scientifiche, con una straordinaria disponibilità per l’osservazione della natura e l’analisi delle sue forme, che poi si esplicava singolare ed acuta nell’opera pittorica.
Già prima del 1950 aveva diviso la sua residenza tra Firenze e la Versilia, che offrì un ambiente naturale nuovo alla sua indagine appassionata ed alla sua arte.
Gli chiederei come mai anche lui era rimasto affascinato dai legni del mare i così detti
“straccali” da sentire il bisogno di dipingerli nelle sue tele.
Se incontrassi te stessa a 18 anni cosa ti consiglieresti ?
Mi consiglierei di osservare di più le cose che mi circondano, di osservare gli elementi della natura e il luogo dove vivo.
Mi direi di guardare le montagne, le pianure, le colline, i fiumi, ma anche le piante e gli animali che ci vivono.
Quanto conta la comunicazione ?
Fondamentale.
Che differenza c’è, nella percezione dell’arte tra Italia e estero?
So di rischiare di sembrare campanilista , ma l’Italia per me è la culla della cultura e dell’arte.
Tutto è quasi una forma d’arte in Italia, che si tratti dell’architettura, della cucina ,della moda, e perfino della musica, i testi dei cantautori italiani sono delle proprie e vere poesie.
Cos’è per te l’arte?
L’arte per me è un modo per ricreare il legame perduto tra uomo e natura.
È un modo per sensibilizzare e a far riflettere sull’importanza che hanno gli animali nella nostra esistenza.
Amandoli e rispettandoli e a salvaguardarli dalla crudeltà umana.
Cosa ti aspetti da un curatore ?
Credo che un buon curatore sia colui che facilita le modalità di connessione sia per l’artista che per i collezionisti e gli amanti dell’arte.
Un buon curatore vede la visione di un artista e la porta al pubblico contestualizzando la creatività e comunicandola nel giusto modo
Cosa chiedi ad un Gallerista ?
Chiedo ad un gallerista di amare la visione dell’artista e aiutarlo nel suo percorso per mostrare il proprio lavoro ad un vasto pubblico.
Quanto contano per te la luce e il colore?
Il colore e la luce è motivo di gioia e felicità.
Per un artista, il colore riflette lo stato d’animo in cui si trova.
Grazie Rossella per l’interessante chiacchierata.
Alessio Musella