Pawel Rosinski “Unconventional Creativity”.

Pawel Rosinski
Pawel Rosinski

Abbiamo Incontrato e intervistato Pawel Rosinski, artista polacco, ormai adottato artisticamente dall’Italia.

Il suo modo di comunicare con l’arte è decisamente fuori da schemi predefiniti, lasciamo a lui il piacere di raccontarsi.

Il tuo primo contatto con l’arte?
Solitario a urtare questa realtà non reale, ingenuo pure altresì, non posso arrendermi facilmente.
Sono un artista da sempre, arte, benedetta dalla luna sorgente mia unica testimone presente, tutta la creatività vibra… questo provo profondamente.

Quando hai capito che l’arte sarebbe diventata da passione a professione?
Nel 2014, partecipando al progetto Momart Giovani a Padova.

Durante questo percorso ho venduto le mie prime opere ottenendo una significante crescita di creatività.

Arriva il mio primo articolo nella rivista “Riflessi” di Luigi La Gloria.

Grazie al supporto del direttivo e della presidente Alessandra Andreose, si apre il percorso alle nuove prospettive.

Creando Rassegna artistica Armonie d’Arte Padova, insieme con le altre figure professionali, abbiamo dato spazio visibile anche per gli artisti del territorio e non, organizzando diversi eventi culturali.


La tua prima opera?
Impostazione grafica dei rettangolari di due metri di diametro circa. In centro un fiore che schiude la corolla.

La prima opera dipinta sul pavimento della stanza.
Per fare arte , bisogna averla studiata?
Non necessariamente presso le scuole.

Creatività è già studio e ricerca.

Credo però che la scuola può portare un significante vantaggio.

Cosa unisce i tuoi dipinti e la musica?
La creatività, i video creati nel mio laboratorio ed eventi culturali.

Come scegli cosa ritrarre?
Improvvisando intimo valore interiore.

Un detto che ricordi con il sorriso?
“Se devi fare qualsiasi cosa, fallo da solo.”

Se potessi incontrare un artista del passato , chi e cosa gli chiederesti?
Gentilissimo Vincent van Gogh, come va?

Posso offrire un caffè?

Se incontrassi te stesso a 18 anni cosa ti consiglieresti?
Di non perdere tempo e andare subito in Italia.

Quanto conta la comunicazione?

Ottima domanda perché nel mio operato artistico è stata codificata, nascosta e in quanto criptonima lascia libera interpretazione a chi la osserva.

In realtà dentro di me la timidezza vela le parole, paure, apprensioni ma arde il fuoco delle creazioni.

Quindi la comunicazione dei valori nelle opere non era immediata, piuttosto intuitiva.

Direi urgente bisogno di comunicare, incontrando le barriere però, che filtrano il messaggio. Una cosa è certa sto cercando di comunicare attraverso gli intimi segreti e per me sono evidenti su tutti i quadri, foto o video ma le opinioni sono positive e negative,
spesso soggettive, in base alle competenze personali.

Recentemente però ho tentato, lottato e sperimentato sulla mia pelle, in strada tra i cittadini della nostra città ad abbattere le mura della comunicazione…

Che differenza c’è, nella percezione dell’arte tra Italia e estero?
Sembra che non possiedo le competenze per rispondere, trovo il coraggio però, perchè è sufficiente uscire in centro e aprire un dialogo con la gente.

Questo è possibile perchè tutto ormai è globalizzato.
Cos’è per te l’arte?
“L’arte è capitale”, fondamentalmente culturale.
Cosa ti aspetti da un curatore?
Il curatore potrebbe descrivere il valore presentato nelle opere senza ulteriore domanda. Intendo il significato e messaggio culturale rappresentato.

Cosa chiedi ad un Gallerista?
“Gentilissimo… per cortesia, non vendere le mie opere. Ne parliamo quando divento famoso.”

Quanto contano per te la luce e il colore?
Dipende dall’opera, per i quadri mi basta due tre colori, luce è importantissimo ma anche in questo caso diventa relativo all’oggetto rappresentato.

Per le foto e video invece tutto al contrario.

E’ uno studio senza fine.

La luce e il colore contano, e la loro rappresentazione corretta è molto importante.

Paolo Artemuse

L’artista l’abbiamo conosciuto durante il concerto in Campidoglio dedicato a Papa Giovanni Paolo II con protagonista il Soprano Dominika Zamara insieme sul palco al Direttore d’Orchestra Maestro David Boldrini, il flautista Andrea Ceccomori e il quartetto di archi composto da musicisti del Conservatorio di Musica Santa Cecilia in Roma 

In questa occasione ha presentato la sua Opera “La Stretta”


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