“Mao” di Andy Warhol, a cura di Giulio Garsia.

Giulio Garsia
Giulio Garsia

Il 21 febbraio 1972 Nixon va a Pechino ed incontra Mao.

Fu un incontro preparato con cura da Kissinger anche attraverso quella che fu definita la diplomazia del ping pong.

Una squadra di quella disciplina, che partecipava ad un torneo in Giappone, fu invitata a Pechino come risposta alle richieste di dialogo degli USA.

I contatti tra i due paesi vennero avviati dopo un periodo in cui entrambi uscivano da una fase turbolenta.

A Washington era forte la protesta contro la guerra in Vietnam e a Pechino erano pesanti gli effetti della Rivoluzione culturale con cui Mao, prima di rendersi conto dell’errore e di richiamare le guardie rosse, mise in seria difficolta l’economia del paese chiudendo le scuole e dichiarando guerra a chiunque avesse una competenza nel proprio settore.

Fu un incontro che mise fine ad un periodo di tensioni già allora legate a Taiwan e che porto poi allo spostamento dell’ambasciata statunitense da Tapei a Pechino.

Allo stesso modo il seggio all’ONU venne tolto a chi aveva appoggiato gli USA durante la seconda guerra mondiale, ma perso la guerra civile in Cina.

Andy Warhol decise che l’incontro meritava di essere celebrato e dipinse Mao partendo da un immagine del libretto rosso.

Giulio Garsia

L’immagine del Mao in copertina è visibile alla mostra Andy Warhol e la New Pop a cura della Fondazione Mazzoleni a Villa Bertelli ( dal 28 Gennaio al 29 Maggio 2022 )

Exit Urban Magazine ha dedicato al Mao di Andy Warhol, in collaborazione con la Fondazione Mazzoleni la cover di Marzo 2020

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