Il Surrealismo Pop di Maru Queen.

Maru Queen
Maru Queen

Marussa fin da adolescente dimostra una forte passione per qualsiasi forma d’arte.

La sua voglia di sperimentare , prima da autodidatta, poi formandosi accademicamente la porta a cimentarsi in diverse discipline artistiche…

Lasciamo volentieri che sia l’Artista a raccontarsi rispondendo alle nostre domande

IL TUO PRIMO CONTATTO CON L’ARTE ?

La passione per l’arte è nata nel mio ambiente familiare, dove fin da bambina, mio padre orafo e antiquario di opere d’arte e mia madre ricamatrice di alta moda, mi hanno fatto capire l’importanza del saper creare e l’amore per il bello è per tutto ciò che è diverso e quindi da studiare e capire.

Questo ha aperto i miei orizzonti artistici rendendomi un’artista poliedrica, pur mantenendo una cifra stilistica ben definita.

QUANDO HAI CAPITO CHE L’ARTE SAREBBE DIVENTATA DA PASSIONE A PROFESSIONE?

Quando creo le mie opere, non penso ad una professione, ma solo a quello che voglio comunicare, dove oltre ad uno studio profondo dell’opera, c’è sempre la criticità su quello che voglio esprimere.

La professione è arrivata in modo graduale con la vendita di alcune mie opere. Ogni volta che accade, mi divido tra soddisfazione e malinconia.

Non vorrei mai dare via i miei lavori, perché troppo legata a quello che mi hanno trasmesso.

LA TUA PRIMA OPERA?

Sono un’artista eclettica, quindi non mi sono mai dedicata solo ad un opera.

Questo mi aiuta a non annoiarmi e pensare ai lavori con più calma, elaborando idee che non sempre abbiamo ben chiare durante la loro esecuzione.

I miei primi lavori sono stati tre. Il dipinto “Starman “ dedicato al Duca bianco, David Bowie, acrilico su tela (100×70), “ Flamingos in the lagoon “, fenicotteri rosa su un pittoresco specchio d’acqua, acrilico su tela (80×60) “ The abduction of the innocent “,acrilico su tela (100×70), un’opera ispirata alla teoria dei rapimenti alieni con androidi al loro seguito.

Ogni opera è frutto della mia fantasia e del mio vissuto.

PER FARE ARTE, BISOGNA AVERLA STUDIATA?

Il mio percorso di studi è iniziato nell’alta moda, diplomandomi come Stilista, Figurinista, Costumista e Designer di abbigliamento, accessori e gioielli, studiando storia dell’arte, per avere un’ ampia visione delle mode e delle culture nelle varie epoche.

Tuttavia, esprimere arte con la sola moda non mi bastava e da autodidatta ho iniziato a dipingere su tela con colori acrilici e ad olio, ad utilizzare materiale plastico, resine epossidiche bicomponenti trasparenti, per le mie sculture, inventando un nuovo modo di creare opere uniche, create plasmando con le mie mani ogni scultura. In questi anni ho imparato che l’esperienza è il modo migliore per crescere professionalmente.

COME SCEGLI COSA RITRARRE ?

Difficilmente ritraggo personaggi o paesaggi.

Molto spesso non ho bisogno di riprodurre quello che già esiste per avere ispirazione, ma quando capita è perché mi da modo di sperimentare tecniche diverse, come ad esempio il mio dipinto “ La pace di Massimo – Il Gladiatore “, ispirato al film di Ridley Scott, dove per dipingere la Val D’Orcia ho utilizzato la tecnica dell’impressionismo.

UN ANEDDOTO CHE RICORDI CON IL SORRISO ?

Durante la mia mostra, a giugno di questo anno, presso la Galleria Angelica ( Piazza Navona- Roma ), ho esposto venticinque delle mie opere.

La maggior parte dei visitatori non si capacitava come potessero essere tutte mie opere, avendo spesso tecniche e linguaggi differenti.

Il loro stupore mi fa sorridere e mi lusinga.

SE POTESSI INCONTRARE UN’ARTISTA DEL PASSATO, CHI E COSA GLI CHIEDERESTI ?

Il mio preferito è indubbiamente Leonardo Da Vinci. Io sono sempre stata molto curiosa e aperta alla scoperta del tutto.

Gli chiederei di poter lavorare con lui, studiando le arti figurative, meccaniche, ingegneristiche per poterle disegnare.

Provare invenzioni che solo la sua mente eccelsa poteva avere.

Sarebbe sicuramente uno stimolo per tutti.

Le sue opere pittoriche mi trasmettono vera e propria poesia.

SE INCONTRASSI TE STESSO A 18 ANNI COSA TI CONSIGLIERESTI ?

A diciotto anni avevo già le idee abbastanza chiare, anche se ero più focalizzata nel creare moda impegnandomi in quel campo più di tutto, anche se le mie idee erano quelle di spaziare nelle varie arti, cosa che faccio oramai da tempo.

Le direi che può riuscire a fare più di una cosa, perché ha le carte per farlo.

QUANTO CONTA LA COMUNICAZIONE?

La comunicazione è l’espressione che voglio esprimere in tutte le mie opere.

Ogni mio lavoro ha significati sottesi tra razionale e irrazionale, tra mondo onirico e oggettivita’.

Ogni opera si presta a molteplici piani di lettura per creare suggestioni cariche di mistero, attraverso simbologie esplicite e rimandi alla geometria, alla scienza, alla fantascienza, alla storia, alla musica, all’esoterismo.

La comunicazione hai tempi d’oggi è molto difficile.

Tutti vedono il mondo con i propri occhi , ma si è abbastanza aperti ad ascoltare il nuovo che viene proposto.

CHE DIFFERENZA C’È NELLA PERCEZIONE DELL’ARTE TRA ITALIA E ESTERO?

La percezione è che all’estero ci possano essere più opportunità per artisti emergenti o di nuova generazione, sembra siano interessati ad investire sulle nuove opere.

Ho percepito comunque anche da parte di artisti stranieri con cui ho avuto partecipazioni in mostre collettive come la “ Rome Art Week “, il pensiero che l’Italia possa dare più attenzione alla nuova Arte, avendo patrimoni artistici di grande prestigio un po’ ovunque.

Come sempre è un pensiero soggettivo.

La mia arte ispirata molto spesso alla “ Lowbrow Art “ ( Pop Surrealista ), a mio avviso viene capita e percepita più all’estero, come in Inghilterra, America, Australia, Giappone, ma per fortuna da qualche anno è molto apprezzata anche in Italia.

COS’E PER TE L’ARTE?

L’arte è la mia maggiore fonte di espressione.

Mi da modo, senza presunzione, di far entrare lo spettatore nel mio mondo, fatto di verità o di fantasia, asseconda quello che voglio rappresentare.

Come quando dipingo opere ispirate all’Ufologia o ad Ordini Mondiali, quali la Massoneria o Illuminati. Verità o teorie complottiste ?

Lascio con questi quesiti chi osserva l’opera e cerca il significato.

L’Arte è il mio mezzo per scuotere la mente e quindi per far porre domande.

Sono momenti di riflessioni e fantasie profonde che la frenesia della vita non ci dona facilmente.

COS’È PER TE LA MUSICA ?

Ogni qualvolta inizio a creare un’opera è esclusivamente collegata ad un genere musicale o ad una canzone.

Amo dalla musica classica al Rock.

Sono una violinista e la musica è sempre collegata ad un’ispirazione.

Ascoltando musica mentre dipingo o scolpisco sembra che tutto per me sia più chiaro e fluido, mentre le tante idee confuse prendono forma e donano altra ispirazione.

La musica è essenziale per creare, da la giusta grinta per spingersi oltre le idee.

COSA TI ASPETTI DA UN CURATORE ?

Da un Curatore mi aspetto che dopo avermi studiata come artista, capisca perfettamente chi sono , le mie aspettative per una eventuale mostra ed esposizione.

Che mi descriva con cura in tutti i miei aspetti e una perfetta professionalità, dando consigli perché si svolga un ottimo evento.

COSA CHIEDI AD UN GALLERISTA ?

Il Gallerista deve supportare l’artista, con mostre, eventi e cercare di muoversi nel mercato con un approccio piu culturale che economico.

L’opera deve essere prima descritta per il suo valore comunicativo.

Deve conoscere, indirizzare, il pubblico dell’arte che è ampio, diversificato, è un settore complesso.

QUANTO CONTANO PER TE LA LUCE E IL COLORE ?

Il colore nei miei dipinti è spesso di contrasto. Il rosso, il bianco , il nero, l’uso di queste cromie che si ripetono, servono a sconvolgere i riferimenti di cui siamo abituati, e a colpire piacevolmente lo spettatore con questi colori forti, per poi dare spazio ai particolari.

Le innumerevoli sfumature donano l’effetto di luci che rendono unica l’opera.

Grazie per la piacevole chiacchierata

Paolo Artae Muse

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