Ilaria Pisciottani: complessità di pensieri…

Ilaria Pisciottani
Ilaria Pisciottani

Ilaria Pisciottani,  giornalista pubblicista, fotografa d’arte e Visual Artist fluxus, era giovanissima quando ha scoperto l’esistenza della videoripresa e della fotografia.

Attorno ai suoi scatti ruotano i suoi pensieri complessi….

A lei il piacere di raccontarsi rispondendo alle nostre domande

Il tuo primo contatto con l’arte?

La nostra vita è arte, se poi vogliamo contemplare la fotografia come forma d’arte allora di sicuro il mio primo contatto con l’arte l’ho avuto da piccolissima, all’asilo!

Amavo fotografare le mie maestre, le bidelle e i miei amichetti.

Vivo da sempre in modo artistico, cioè libero, non amo l’ordinarietà e non rispetto sempre e a prescindere tutte le regole al 100 per cento, dipende, se non mi fanno stare bene faccio la ribelle.

Prima di tutto vengo io, la mia libertà e la mia felicità!

Quando hai capito che l’arte sarebbe diventata da passione a professione?

La mia passione non è mai stata ne diventerà la mia professione.

Per svariati motivi credo.

La mia precedente attività lavorativa, che ho svolto per molti anni però era molto artistica, richiedeva molto estro e fantasia.

Mi occupavo di Marketing.

Ma la fotografia che propongo io è solo la mia espressione di vita non credo che possa avere una quotazione o un valore commerciale, piuttosto fino ad oggi ho solo investito io per sostenerla e diffondere il mio pensiero.

La tua prima opera?

“Non mettere l’arte in panchina” un progetto fotografico dedicato alla danza, realizzato nel 2017 , erano anni in cui chiudevano tanti teatri e molti corpi di ballo si scioglievano.

Ero molto arrabbiata per i nostri giovani artisti.

Per fare arte, bisogna averla studiata?

Lo studio è sempre importante, qualsiasi disciplina si decide di intraprendere, perche’ si hanno maggiori strumenti e chiavi di lettura e si hanno maggiori risultati nell’esprimersi.

Tutta la nostra vita è un continuo studio, aggiornamento.

Cosa unisce i tuoi progetti fotografici alla musica ?

Ogni mio progetto fotografico è sempre frutto di una contaminazione e ispirazioni varie, c’è sempre una musica che esalta un mio pensiero.

Non posso immaginare la nostra vita senza di essa, impossibile.

Come scegli cosa ritrarre?

Non c’è un come preciso, piuttosto mi arrivano all’improvviso delle visioni, spesso di notte, non sono mai precise, necessitano di una intensa interpretazione, come fosse un puzzle da comporre o un’anagramma!

È sempre molto stancante e faticoso ma poi arrivo a capire cosa devo svolgere e pian piano l’oggetto, il posto, le persone protagonisti del mio lavoro fotografico appaiono nitidi.

Un aneddoto che ricordi con il sorriso?

Ce ne sono tanti, perché sono molto impulsiva e spontanea e spesso mi ritrovo in situazioni strambe e tragicomiche, diciamo che non passo mai inosservata.

Combino sempre qualcosa.

Ecco ora mi viene da sorridere nel percepire l’energia che mi arriva da questi episodi e ricordando il viso stupito delle persone.

Se potessi incontrare un artista del passato , chi e cosa gli chiederesti?

Se fossi vissuta ai tempi di Picasso gli avrei fatto la guerra e non gli avrei reso facile la sua vita d’artista, avrei lottato per toglierli ogni credibilità artistica, una persona disgustosa, non doveva diventare così famoso e un punto di riferimento nell’arte a mio parere, era un mostro, cosa vuoi imparare da un mostro ?!

Se incontrassi te stesso a 18 anni cosa ti consiglieresti ?

Aiuto, che domanda difficile!

Per rispondere dovrei raccontarti tutta la mia vita.

Diciamo che mi cazzierei di brutto!

Perché sono stata poco determinata e non ho fatto ciò che avrei dovuto fare, mi sono fatta sempre influenzare dal parere altrui, dagli affetti, per non deludere le aspettative delle persone che amavo e sentirmi sempre amata e apprezzata da loro.

Sai la brava figlia, la brava sorella, la brava fidanzata.

Non sono sempre stata veramente me stessa, ero troppo strana e ribelle!

Oggi sono ben diversa e sono tardivamente rinsavita, ma ormai è tardi per realizzare i miei veri e grandi progetti di vita, avrei potuto realizzarli ne sono certa, avevo le carte per poterci riuscire!

Però la Ilaria di allora mi fa tenerezza perché era sempre generosa con tutti, delicata e affettuosa!

Oggi lo è molto meno.

Quanto conta la comunicazione ?

Tutto, non può avvenire nulla senza di essa.

Che differenza c’è, nella percezione dell’arte tra Italia e estero?

Ti rispondo secca che c’è un abisso purtroppo tra Italia ed estero, io amo molto i modi che hanno all’estero di concepire, intendere e di vivere l’arte.

Cos’è per te l’arte?

La nostra vita è arte, quindi di conseguenza tutto ciò che facciamo con un pensiero forte può essere arte.

L’arte per le è pensiero e deve essere esoterica, forte, se non mi arriva nulla guardando un’opera d’arte è perché pur essendo un’opera perfetta non c’è forza di pensiero e quindi non serve a nulla!

“È nell’arte che molti si cercano! Per ritrovarsi poi nel proprio esatto contrario o specchiandosi nella visione che hanno di loro gli altri”

Cosa ti aspetti da un curatore ?

Che sappia esaltare il talento dell’artista e il suo pensiero, che sappia consigliarlo per fargli tirare fuori il meglio di se stesso al fine di renderlo autorevole, forte, capace di esprimersi al massimo e di arrivare al cuore e alla testa delle persone che ammirano i suoi lavori.

Cosa chiedi ad un Gallerista ?

Domanda difficilissima.

Mi piace essere libera, quindi libertà di usare gli spazi a mio piacimento senza troppe raccomandazioni o regole.

Voglio le chiavi della galleria, così ci dormo anche dentro (rido)

Quanto contano per te la luce e il colore?

La luce è l’elemento essenziale nella fotografia, noi fotografi scriviamo con la luce. Il colore lo amo molto e nel mio percepire in bianco e nero c’è però sempre spazio per i colori che immagino anche quando si nascondono dietro il bn.

Essi mi allontanano dalla menzogna e dai demoni che amano gli oscuri scantinati delle anime corrotte.

Grazie Ilaria per la piacevole chiacchierata

Alessio Musella

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