I tagli di Fontana… tutto tranne che semplici da realizzare.

I tagli di Fontana
I tagli di Fontana

A partire dal 1958 Lucio Fontana iniziò la realizzazione di un ciclo di opere che sarà tra i più dibattuti e controversi della storia dell’arte: i tagli.

In breve tempo  queste opere divennero oggetto di critiche negative, facili ironie, interpretazioni molto fantasiose, i tagli sono una di quelle opere d’arte liquidate con una scrollata di spalle e la tipica frase: “lo potevo fare anch’io”.

Siete proprio sicuri che realizzare i tagli di Fontana sia  molto semplice e possano riuscirci tutti?

Provate ad andare in un negozio di materiali per artisti ed acquistate una tela della migliore qualità.

Poi procuratevi un taglierino Stanley (la stessa marca usata da Fontana).

Fatto questo, fate un taglio orizzontale sulla tela. Volete sapere quale sarà il risultato?

Una tela non piatta e senza tensione.

Il taglio si aprirebbe eccessivamente ed avrete una superficie molle e cascante.

Un risultato molto diverso da quello che sapeva ottenere il maestro argentino.

Il motivo va ricercato nel fatto che Fontana, per realizzare queste opere, ha utilizzato degli accorgimenti di carattere tecnico per nulla banali, e che sono stati affinati nel tempo.

Lucio per le sue opere sceglieva sempre tela di lino belga, perchè dopo diversi tentativi constatò che era la più indicata per queste opere.

Prima di essere colorata, la superficie veniva preparata con una stesura di colore bianco di cementite sia sul recto che sul verso, per via della sua resistenza e versatilità, e come legante venivano adoperate resine alchidiche.

La tela veniva poi fissata al telaio per mezzo di chiodi alternati a punti metallici che dovevano tenerla in tensione.
Il fronte della tela veniva poi colorato.

Fondamentale era scegliere l’esatto momento di asciugatura della tela.

Il taglio veniva infatti effettuato prima che la tela si asciugasse completamente, perché una superficie troppo secca avrebbe contratto la tela creando problemi al taglio.

Una volta eseguito il taglio, l’artista applicava sul retro delle strisce di robusta e spessa garza nera in modo che non si vedesse il muro dietro il dipinto. Venivano fatte aderire con colla Vinavil spalmata dietro i due lembi del taglio.

I bordi dello squarcio venivano poi aggiustati a mano in modo che assumessero la caratteristica forma leggermente concava che distingue pressoché tutti i tagli di Lucio Fontana: si trattava di un’operazione necessariamente manuale, dal momento che i lembi, con la sola incisione del taglierino, non finiscono certo per avere la forma che vediamo nell’opera finita.

Fontana confessò a Giorgio Bocca che sarebbe stato soddisfatto degli introiti derivanti dalla vendita di due tagli al mese.

La maggior parte delle opere sono state realizzate dietro le insistenti richieste di collezionisti, mercanti e galleristi.

Dopo un periodo iniziale di scetticismo, nel quale i Concetti Spaziali rimanevano invenduti anche se proposti a poche migliaia di lire, i tagli divennero un vero e proprio oggetto di culto, e raggiunsero quotazioni ragguardevoli.

La prossima volta che qualcuno , guardando i tagli di Fontana, pronuncerà la fatidica frase : “lo so fare anche io”, inviategli questo breve articolo….

A. M.

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