Giuliano Cardella: creatività istintiva.

Giuliano Cardella
Giuliano Cardella

Giuliano Cardella é un artista emozionale ed istintivo i suoi segni sulla tela sono ruggenti, si integrano tra i colori sgargianti impastati tra cancellazioni e materiali recuperati in un caos creativo unico e distintivo. 

Le opere di Giuliano Cardella rispecchiano la nostra contemporaneità rievocano squarci di mura di città metropolitane, disegni con il gessetto di un bambino, emozioni che esplodono tra le pennellate lasciando libere le suggestioni e interpretazioni.

Giuliano Cardella ha esibito i suoi lavori alla Summer Exibition della Royal Academy of Art di Londra e alla Saatchi Gallery Londinese oltre che in altre prestigiose gallerie e musei Nazionali. Abbiamo il piacere di proporvi il suo sensazionale lavoro e percorso artistico attraverso questa intervista esclusiva per Art&Investments 

Quando ti sei avvicinato all’ arte? 

L’ arte  è sempre stata parte della mia esistenza e del mio modo di essere fin da quando ero bambino e poi attraverso gli studi ho portato avanti la mia ricerca artistica per poter esprimere la mia creatività e le mie emozioni. 

La mia arte è un processo continuo ed in costante evoluzione.

Ci si domanda spesso se “creativi si nasce o si diventa”: dalla mia esperienza posso dire che c’è senz’altro una componente innata (soprattutto per artisti informali come me), ma che le Opere d’Arte sono anche frutto di un percorso fatto di studi, ma anche (e direi soprattutto) di esperienze.

Quali sono gli artisti che ti hanno ispirato ? 

Mi ispiro principalmente ad artisti che hanno saputo combinare l’utilizzo di materiali diversi con la ricerca sul segno, come  Alberto Burri e Robert Rauschenberg.

Come definisci la tua arte  ?

Sono un artista informale la cui ricerca è incentrata sul segno.

Nel contesto artistico con segno si è soliti riferirsi ad un elemento grafico frutto di una gestualità dell’artista, dove poca importanza si dà alla forma conferita, esso può essere un dettaglio di un’opera, o quell’elemento che accomuna una serie di opere, addirittura può essere utilizzato come un modulo grafico che si riproduce all’infinito.

Invece, con il termine pregrafismo ci si riferisce alla modalità di esprimersi dei bambini in età prescolastica, quando sono soliti realizzare disegni astratti senza significati specifici o disegni collegabili a narrazioni di fantasia, dove si svelano le sfumature delle personalità dei più piccoli.

Questi due elementi sono alla base della mia produzione artistica: attingo da questi due tipologie di espressione automatiche e insieme all’utilizzo del colore realizzo delle composizioni sempre diverse e personali.

Come nascono le tue opere ? 

Le mie opere nascono in maniera istintiva, sulla base dell’ispirazione del momento che può originarsi indipendentemente da stimoli esterni oppure essere “attivata” dall’incontro con un materiale, un oggetto o una situazione che mi trovo a vivere. L’opera non nasce dunque da un bozzetto, ma si origina direttamente sulla tela o tavola a partire dalla mia emozione di quel momento.

Quali sono i materiali che preferisci per le tue creazioni ?

Utilizzo molti materiali, in prevalenza (ma non esclusivamente) dipingo su carta o tavola. Il mio rapporto con i materiali lo definirei un vero e proprio incontro, nasce più per una casualità. 

Sono solito utilizzare oggetti che (ri)trovo in ogni contesto in cui vado, ad esempio mi è capitato di utilizzare la vernice rossa di una latta gocciolante ritrovata in una spiaggia della provincia di Catania o la carta velina proveniente da un vecchio appartamento adiacente al mio.

I materiali abbandonati con cui entro in contatto poi vanno a confluire nel mio studio e non è detto che io li utilizzi subito, viceversa mi è capitato di utilizzarli anche dopo anni, quando finalmente cadendo sotto il mio sguardo ne rimango irresistibilmente attratto, come accade ai bambini con gli oggetti a loro sconosciuti, e decido di utilizzarlo in un nuovo lavoro.

L’incontro con la materia e la mia curiosità costante mi portano a realizzare delle creazioni che sono contemporaneamente bozza e opera finita. Il mio estro creativo tende a inglobare qualsiasi materiale e tecnica, infatti sono convinto che se smettessi di creare, smetterei immediatamente anche di respirare. 

Dove stai esponendo in questo momento ? 

Collaboro  con Gallerie del territorio Siciliano , come le Gallerie Spazionoto (Noto), Carta Bianca (Catania) e Galleria Vecchio (Randazzo), ed internazionali, come quella con la Galleria Fletcher Art di Nottingham.

Ho contribuito anche a Mostre tematiche organizzate in sedi istituzionali come una Mostra dedicata al mare presso il Museo Civico di Noto nel 2022.

A breve ho in programma la partecipazione a due Mostre collettive: la prima (“Sud Contemporaneo 2024”) presso la Galleria Nazionale di Cosenza e la seconda (“From Palermo to Hong Kong”) presso il Consolato Italiano di Hong Kong. 

Quali traguardi hai raggiunto attraverso l’arte ? 

L’ arte mi ha dato la possibilità di esprimere le mie emozioni attraverso un processo creativo e questo mi ha dato la possibilità di realizzarmi anche come persona. Guardandomi indietro in effetti mi rendo conto del percorso fatto e sono soddisfatto di essere riuscito ad esprimermi attraverso il mio linguaggio artistico che tante persone sembrano apprezzare e con cui si sentono in sintonia.

Devo dire che in questi anni mi sono tolto molte soddisfazioni, non ultima la mia partecipazione per due volte alla Summer Exibition della Royal Academy of Art di Londra e il fatto di avere esposto alla prestigiosa Saatchi Gallery, sempre nella capitale britannica. Ricordo con piacere e orgoglio anche la grande installazione “White Sky” di circa 500 metri realizzata nel centro della mia città di origine, Brescia, e poi riproposta anche a Catania.

Paola Fiorido

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