DAI VERTICI DI UN COLOSSO MADE IN USA ALL’ ARTE CHE PARLA AL MONDO DI LEADERSHIP GENTILE ED ECO-SOSTENIBILITA’

Isabella Mandelli
Isabella Mandelli

Isabella Mandelli ha ricoperto il ruolo di Vicepresidente e Amministratore Delegato della sede italiana di un importante colosso americano nel settore dei Medical Devices, entrando in questa realtà internazionale nel 2016 dopo aver ricoperto ruoli di leadership nelle vendite e nel marketing.

Decisa a dare voce ai suoi progetti di vita e artistici, Isabella si è lasciata alle spalle il mondo manageriale e si è dedicata all’arte creando – a partire dal 2018 – il mondo dei Barababubbles,  personaggi gentili e di pura fantasia, con i quali oggi lancia importanti messaggi eco-sociali su svariati temi fra cui fluidità, disabilità, rispetto per gli altri e per l’ambiente.

I Barabubbles corrispondono ai quattro stili di Jung: il giudizioso, l’energico, l’inguaribile ottimista e il grande ascoltatore. 

«Quello dell’arte è un cammino che dovrebbero fare anche gli adulti, ritrovando il bambino che è in loro, e abbracciarlo» dichiara Isabella Mandelli.

Il tuo primo contatto con l’arte?

A 5 anni disegnavo già moltissimo, soprattuto personaggi immaginari e coloratissimi e l’immaginazione non mi ha mai lasciata: il primo vero contatto con l’arte è avvenuto nel 2018 quando oltre a nascere definitivamente i Barabubbles ho organizzato una mostra d’arte al MAC di Milano con il mio maestro Pietro Spica. Abbiamo dipinto a 4 mani scenari onirici e fantastici.

Quando hai capito che l’arte sarebbe diventata da passione a professione?

E’ stato un percorso lungo e abbastanza tormentato. Mi sono sempre concentrata sulla carriera, tenendo l’arte come hobby e passione.

Con il tempo l’arte ha contaminato il lavoro, ho sempre dipinto soprattutto in conference call o durante gli innumerevoli viaggi. Durante il COVID ho avuto a maggior ragione l’opportunità di dipingere moltissimo in qualunque momento.  Ho  portato la mia arte in azienda  per formare le persone e i team. Attraverso i 4 personaggi principali ogni partecipante si identificava in uno degli stili comportamentali di Jung scegliendo il proprio Barabubbles.

Per rendere più creativa la formazione faccio ancora oggi dipingere tutti, affinché siano creativi e soprattutto perché l’errore non esiste. O meglio bisogna imparare ad accogliere l’errore e cio’ significa creare qualcosa di unico sperimentando. 

Solo recentemente ho compreso quanto la spinta artistica fosse insieme la mia vera vocazione e scintilla creativa. Con coraggio ho intenzionalmente lasciato il mio ruolo da CEO  di una multinazionale Americana per dedicarmi completamente ai Barabubbles, tra arte e formazione. Tutto questo mi dona gioia e benessere e soprattutto posso trasmettere serenità e prendermi cura degli altri attraverso i Barabubbles e il loro mondo fatto di bolle trasparenti e di sapone, fra creature dalle sembianze più bizzarre, dove anche un fiore o un aereo hanno occhi e bocca e tutti vivono in armonia rispettandosi.

La tua prima opera?

Ho dipinto tantissimo con qualsiasi tecnica, dall’olio all’acrilico, ma solo con l’acquerello ho capito che quella era la mia via. Tra acqua, pigmenti e carte naturali, l’acquerello mi permette di rendere semplice il gesto artistico, dipingendo ovunque. La mia tecnica non prevede bozze, non uso tavolozza e mischio direttamente i colori sulla carta, accettando errori e imperfezioni. 

La mia prima opera, che posso dire di ritenere tale, è “Il mondo perfetto” realizzata nel 2019 su carta arches 300 gr, cm 41×30 . Un mondo fatto di continenti con occhi e braccia che, come i Barabubbles , lanciano cuori nell’aria. Tutto intorno un mondo eco-sociale per rispettare la natura e tutti gli esseri viventi. Da quel mondo ne sono nati tanti altri, con colori e forme diverse ma sempre della serie ‘mondi perfetti’.

Per fare arte , bisogna averla studiata?

Penso ci voglia il giusto mix, tra spinta creativa e immaginifica da un lato e tecnica dall’altro. Certamente la passione o … ossessione positiva sono ingredienti imprescindibili. La vocazione e il messaggio di vita che si vuole passare con la propria arte costituiscono elementi imprescindibili, a mio avviso, per la completezza dell’artista facendo passare la tecnica pittorica in secondo piano.

Cosa caratterizza le tue opere in termini di pensiero ma non solo?

Tutte le mie opere rappresentano prevalentemente mondi fantastici, mare o draghi. Si tratta di ambienti gioiosi, sereni e inclusivi dove vivono i Barabubbles all’interno di bolle di sapone trasparenti. La loro missione è quella di portare amore, rispetto e gentilezza. I Barabubbles sono 4 personaggi principali: Barabà, Oco, FInolu e Boda, ciascuno dei quali ha una propria personalità, tutte ben delineate e diverse in base agli stili comportamentali di Jung. Al di la’ di questo i Barabubbles sono comunque tutti connessi tra loro oltre che con gli elementi della natura e dell’ambiente per prendersi cura gli uni degli altri, in un ambiente inclusivo che non lasci indietro nessuno.

Tutto è sistemico nel loro mondo. La loro filosofia di vita e’ quella dell’ errore non esiste, dove l’errore viene destrutturato per renderlo accettabile, togliendo cosi il giudizio e sperimentando insieme, animati dal desiderio di creare qualcosa di unico che vada oltre le etichette e che accolga le differenze senza giudicare sino ad entrare in una relazione profonda con gli altri.

Mi definisco artista eco-sociale proprio perché pongo l’attenzione sull’ambiente usando per quanto possibile carte cotone riciclate e acquerelli naturali, rispettando l’ambiente e tutte le sue forme di vita. La parte sociale è predominante attraverso l’esercizio della cura e della premura.

Come e quando nasce in te l’idea del mondo Barabubbles?I Barabubbles nascono da quelli che potrebbero essere  considerati ‘errori’: il primo nel 2014 quando a seguito della decisone di prendere un gattino, pur sapendo della mia allergia, mi ritrovo dopo pochi mesi in ospedale con una forte crisi respiratoria che mi costringe a casa dal lavoro per tanti mesi. In quel periodo cosi difficile nasce in me un fortissimo desiderio di sviluppare la mia arte. Rimanendo a casa pressoché ferma per i problemi respiratori, osservavo un quadro appeso nel salotto e ne rimasi affascinata . Più lo osservavo più mi veniva voglia di conoscere chi lo aveva dipinto e farmi spiegare quei mondi fantastici e misteriosi rappresentati. Il pittore era Pietro Spica.

Ci siamo incontrati  nel suo atelier di Milano e da quel momento è diventato il mio maestro di acquerello. Insieme abbiamo organizzato una nostra personale al MAC di Milano nel 2018 e abbiamo sempre dipinto insieme finché un giorno Pietro ha deciso di raggiungere quei mondi incredibili e misteriosi che dipingeva.

Da lui ho imparato l’arte dell’acquerello e la libertà di sperimentare lasciandosi trasportare dall’immaginazione in assenza di giudizio.

Il secondo episodio più recente risale al 2018: a seguito di un fallimento ed “errore” in azienda sono nati i Barabubbles che mi hanno aiutata a prendere consapevolezza di me stessa e accettare gli altri diversi da me. Tutto è nato da un sondaggio anonimo aziendale, dove pensavo di prendere il massimo dei voti come leader e invece il mio team mi aveva clamorosamente ‘bocciata’ perché mi percepivano come arrogante e presuntuosa. Ero focalizzata sul raggiungimento del risultato prettamente economico, dimenticandomi le persone. Da quell’errore ho investito su di me sviluppando soft skills e apprendendo le basi dell’intelligenza emotiva. I Barabubbles sono associati ai 4 tipi psicologici di Jung e insieme al team abbiamo fatto un percorso di conoscenza e creazione di fiducia che ci ha portati a essere un team coeso e felice in bilanciamento vita-lavoro.

Un aneddoto che ricordi con il sorriso?

Quando in azienda ho mostrato per la prima volta i miei disegni fatti durante una conference call. Era il periodo del COVID, le persone del team non hanno parlato per qualche secondo increduli del fatto che la manager dura e rigorosa potesse dipingere quei mondi colorati e onirici. Da li ho capito quanto mostrare la nostra parte più autentica sul lavoro ci mette immediatamente in relazione intima con gli altri in un processo di accettazione e relazione di fiducia. Mi ha fatto molto sorridere vedere le loro reazioni.

Se potessi incontrare un artista del passato, chi sarebbe e cosa gli chiederesti?

De Chirico. 

Il mio quadro preferito in assoluto è “Il canto d’amore”. Suscita in me un fascino misterioso rimandando  a un enigma che probabilmente non ha soluzione.

Quegli oggetti cosi diversi tra loro raffigurati insieme formano un canto d’amore e questo è a mio avviso stupefacente. 

Questo pensiero lo trovo molto affine a me e al mio modo di pensare l’arte: nel mondo fantastico dei Barabubbles ci sono oggetti disparati, con occhi, braccia, gambe, eliche e sciarpe. Sono messi insieme apparentemente a caso e vivono in armonia con gli stessi Barabubbles formando mondi improbabili ma estremamente connessi tramite la cura e il lancio dei cuori.

Chiederei a De Chirico se quei mondi, manichini e ambientazioni misteriose, li vede davvero e se sono per lui un mondo che vive nella sua quotidianità. Per me, ad esempio, i Barabubbles sono molto presenti nel quotidiano, quasi li posso toccare.

Se invece incontrasai te stessa a 18 anni cosa ti consiglieresti?

Di cercare la scintilla creativa, la vocazione, studiando, sperimentando senza paure o etichette, accogliendo autenticità e fragilità che sono innognuno di noi. Consiglierei inoltre di seguire da subito la strada artistica senza omologazione in una società che invece ci vuole spesso ordinari, con un lavoro fisso e integrati in modelli convenzionali.

Quanto conta la comunicazione e come scegli le tue collaborazioni?

Lo storytelling è in ogni cosa che facciamo e diciamo. La comunicazione è parte fondamentale dell’arte e del suo significato. Per me con i Barabubbles lo è a maggior ragione perché oltre all’opera pittorica i miei disegni e personaggi hanno un significato sociale ed etico molto profondo. Sono animata dal desiderio di trasmettere serenità e gioia attraverso le mie opere.

La mia e’ un arte che desidera accogliere e includere per donare un senso di appartenenza a un mondo fantastico e misterioso popolato da creature gentili e di cuore ma sempre determinate e coraggiose.

Personaggi che altro non sono che la forma ideale di tutti noi. Comunicare questi concetti è la mia missione. Scelgo le persone per costruire un progetto insieme animati da buoni propositi e soprattutto scelgo persone che condividano i valori dei Barabubbles di cura, armonia e serenità per poterli comunicare a largo raggio in tutti i luoghi possibili.

Che differenza c’è, nella percezione dell’arte tra Italia e estero?

In Italia penso sia abbastanza difficile essere un artista, vedo l’estero come una meta sognata, dove, al di la’ dell’interesse economico vedono anche il potenziale effettivo. Io ho un sogno e farò di tutto per realizzarlo: portare il mondo Barabubbles in Giappone. 

Cos’è per te l’arte?

In generale è una forma di creatività e immaginazione che prende forma e che riesce a trasmettere delle emozioni e dei sentimenti. E’ la forma più alta dell’espressione umana. Noi artisti abbiamo una grandissima responsabilità sociale, educativa e pedagogica. L’artista può e sa trasformare e creare sempre qualcosa di nuovo anche in situazioni drammatiche o forse soprattuto in queste situazioni “al limite”. Spesso l’artista rielabora dei traumi in potenti forme d’arte che sanno dialogare con l’anima delle persone e agire sul pensiero trasmettendo significati intensi e profondi, trasformando l’ordinario in straordinario.

Cosa ti aspetti da un curatore ?

Un’attività di mentore e qualcuno che sappia indirizzare l’arte con consigli onesti e aperti, credendo nell’artista. E’ fondamentale il rapporto di fiducia e soprattutto che il curatore creda nel lavoro dell’artista in modo puro e sincero. E’ un viaggio che si fa insieme e la complicità è molto importante.

Quanto contano per te la luce e il colore?

Il colore nelle mie opere è tutto. Mescolo con una casualità spontanea tutti i colori e incredibilmente si creano sempre mix di tonalità ben equilibrate e visivamente coinvolgenti. Non uso tavolozza e non faccio prove. Lascio fluire la creatività e accolgo qualsiasi errore perché è dall’errore che prende vite l’innovazione e l’unicità. I miei disegni sono delle esplosioni di colori acquarellati e di bolle di sapone colorate con gli acquerelli.

La luce è essenziale anche se mi piace dipingere in tutte le ore del giorno e della notte accogliendo le diverse sfumature di luce che irradiano i mondi perfetti dei Barabubbles.

Grazie per il tempo a noi dedicato

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