Conosciamo meglio Maristella Angeli.

Mariastella Angeli
Mariastella Angeli

Maristella Angeli è un’artista dotata di forte temperamento creativo e dai molteplici talenti.

Alla sua espressione artistica di pittrice, affianca una brillante attività letteraria e poetica, maturando inoltre, anche una solida esperienza teatrale.

La sua attraente personalità unita alla sua grande forza creativa, non possono che suscitare la viva ammirazione in chi ne segue l’interessante percorso artistico.

Cercheremo di conoscerla meglio attraverso questa intervista, dove sarà lei stessa a raccontarsi, cercando di farci capire a fondo i suoi lavori e farci comprendere meglio i meccanismi della sua poliedrica attività artistica 

Il tuo primo contatto con l’arte?

Ero molto piccola, disegnavo i personaggi dei cartoni animati, osservavo mia madre dipingere e seguivo i suoi consigli

Spesso seguivo mia madre nell’esposizioni artistiche alle quali partecipava. Osservavo quel mondo di artisti che un po’ mi sembrava strano e ne restavo affascinata.

Rimanevo incantata di fronte alle opere dei grandi artisti. Andavamo spesso al “Festival dei due mondi a Spoleto” (PG). Le differenti espressioni artistiche erano meravigliose e mi emozionavo moltissimo.

Quando hai capito che l’arte sarebbe diventata da passione a professione?

La passione è stata sempre molto forte. L’arte è nel cuore, mi diceva un collega, ed è proprio così. Ho ripreso a disegnare nel 2007, anche se con molte insicurezze, grazie alle valide basi ben radicate in me. Mi riferisco alla frequenza dell’Istituto Statale d’Arte di un tempo con tantissime ore di laboratorio e validissimi insegnanti, così ho ripreso, mano a mano, a dipingere, fino ad essere riconoscibile.

Mi sono messa alla prova in diverse tematiche creando un mio stile, ho approfondito le mie conoscenze, da sempre ho visitato musei mostre, siti archeologici in ogni luogo visitato.

Quando insegnavo non avevo modo di seguire pienamente l’attività artistica, da quando sono in pensione dedico tutto il mio tempo alla pittura ed è diventata una professione.

Sei diventata prima poetessa o prima pittrice?

Prima pittrice, ho iniziato a scrivere poesie da ragazzina, poi ho approfondite le conoscenze studiando, leggendo moltissimo.

Ho pubblicato dieci raccolte poetiche e ognuna ha in copertina una mia opera grafica o pittorica.

Nella raccolta più recente, “Alla luce della luna 103 haiku”, Antipodes Editrice, sono inserite dodici grafiche che ho creato appositamente.

Arte e poesia fanno parte di me.

Come concepisci e crei i tuoi dipinti, dove le linee poetiche si sposano ai motivi pittorici?

Sono una pittrice molto creativa, spazio molto in tematiche che mi toccano profondamente e in quelle relative alla salvaguardia della natura.

Creo direttamente su tela, ho un approccio simbiotico con gli strumenti che utilizzo e che diventano un prolungamento di me.

Ricerco l’armonia, la composizione, la musicalità, utilizzo tecniche svariate a seconda di ciò che desidero esprimere, elaboro sempre un portfolio che rappresenti una narrazione, qualcosa che vibri, energie che l’opera grafica o pittorica possa trasmettere a chi osserva.

La poesia è nelle cromie, nei particolari che curo come fossero versi poetici, nelle note musicali create dall’atmosfera.

Quando ho ricevuto la mia prima commissione pensavo di non essere in grado, mi sentivo forzata a creare qualcosa che non nasceva da me, poi ho pensato che l’insegnamento ricevuto consisteva nell’elaborare opere su specifica richiesta.

Ho studiato la tematica, ho realizzato molti bozzetti e, dato che avrei dovuto realizzare un trittico, ho valutato l’insieme dell’opera e la sua continuità.

Mi sono impegnata al massimo e il risultato è stato ottenuto.

Cliente soddisfattissimo!

Per fare arte, bisogna averla studiata?

Sono convinta che ci sono doti innate, può capitare anche di non rendersi conto del proprio talento, ci vuole sicuramente passione e, altrettanto sicuramente, il pieno controllo di tecniche e conoscenze specifiche. Così come qualsiasi tipo di professione artistica, occorre un’applicazione costante, una formazione specifica e consiglio di visitare esposizione artistiche, musei, e luoghi d’arte.

Come scegli cosa ritrarre?

Scelgo quello che più sento, rappresento i luoghi della mente, la luce è spirituale, lo spazio è quello dell’immaginario senza confini. Una visione a volte onirica, a volte surreale, a volte metafisica, altre realistica o astratta.

Quanto contano per te la luce e il colore?

Sono determinanti! La luminosità è quella spirituale, quando rappresento gli alberi li rappresento come fossero persone che hanno un cuore che batte, un’energia che emanano. La cromia è l’espressione del sentimento, delle emozioni, dello stato d’animo, della sensibilità e della leggerezza.

Un aneddoto che ricordi con il sorriso?

Ognuno raccoglie ciò che semina, se piantiamo i nostri semi l’innaffiamo e li curiamo, avremo fiori splendidi, se li trascuriamo si seccheranno, moriranno e non avremo più nulla.

Se potessi incontrare un artista del passato, chi e cosa gli chiederesti?

Ammiro moltissimi artisti: Van Gogh, Matisse, Mirò, Cézanne, Picasso, Monet, Frida Kalo, Modigliani, Paul Klee, Kandisky, Klimt, Ligabue, Chagal e tutti i grandi Maestri, e sono felice di aver potuto ammirare le loro magnifiche opere.

Chiederei ad ognuno di loro una sola domanda: “Vi siete resi conto del vostro enorme talento?”

Quanto conta la comunicazione?

Conta moltissimo. Durante il periodo del lokdown sono stata molto di più nei social, ho seguito numerose dirette tenute da esperti del settore e ho seguito i loro consigli. Certamente ci vuole molto tempo per creare un’immagine credibile, innovativa e non scontata. Ho approfittato del tempo trascorso in casa per creare un mio sito, post animati e mi sono affidata a figure professionali per servizi di Virtual Art e curatele.

Cos’è per te l’arte?

Tutto. Risposta scontata? L’arte la sento pulsare in me, soffro se non posso dipingere, ma ci sono gli impegni quotidiani ai quali è difficile sottrarsi, anche se ho un marito che è un tesoro e mi aiuta tantissimo.

Non bisogna mai dimenticare che l’arte è un privilegiato mezzo comunicativo: percepisco un’importante responsabilità nel creare un’opera e nel riuscire a trasmettere il messaggio predominante.

Cosa ti aspetti da un curatore e da un gallerista?

Un curatore dovrebbe conoscere l’artista e il suo percorso artistico, consigliarlo, sostenerlo nelle scelte dei dipinti da esporre, indirizzarlo verso possibilità qualificanti.

Quello che desidero è avere un curatore che mi segua non solo in un’occasione, ma nelle varie esposizioni artistiche.

Il gallerista dovrebbe selezionare artisti da esporre in permanenza, in rappresentanza, curando la vendita e la promozione, chiedendo una percentuale sulle opere effettivamente vendute.

Quali sono i tuoi progetti futuri?

Fino al 5 ottobre, espongo una mia grafica selezionata a “Human Rights?@Work”, Contest dedicato al diritto al lavoro, Rassegna Internazionale di Arte Contemporanea, AIAPI, Associazione Internazionale Arti Plastiche Italia, Comitato Nazionale italiano di IAA/AIAP Official UNESCO Official Partner, Fondazione Opera Campana dei Caduti, Rovereto(Trento).

A settembre esporrò due dipinti al Refettorio monastico dell’Abbazia del Polirone, San Benedetto Po (MN), progetto espositivo dell’Associazione Culturale Galleria Onirica e parteciperò ad alcune iniziative di Virtual Art.

Per il secondo anno sono componente di giuria, insieme ad altri esperti d’arte, per la sezione Arte al 5° Premio Novella Torregiani, ideato, fondato e presieduto da Emanuela Antonini Organizzato dall’Associazione Culturale Euterpe di Jesi.

Altri progetti espositivi e formativi, sono ancora in fase di progettazione, sicuramente pubblicherò una nuova raccolta poetica

A presto

Grazie per il tempo che ci hai dedicato

Giuseppina Irene Groccia

Sito Personale: www.maristellaangeli.it

“Resilienza”

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