Arianna Forni: Curatrice, Critica, Developer Artistica e…

Arianna Forni
Arianna Forni

Arianna Forni nel panorama artistico italiano e non solo, si è messa in evidenza per competenza, lungimiranza e ottime capacità imprenditoriali.

Tutte caratteristiche , credetemi, non semplici da trovare singolarmente in un professionista legato all’Art System

Scrive da sempre.

Giornalista dal 2009.
Appassionata di storia e di cultura, nutre grande passione per l’arte dove è attiva da anni come storyteller, curatrice e critica d’arte.
Autrice di un blog personale molto seguito (www.thegreatestcoat.com).

Potrei dilungarmi molto nell’introdurre questa intervista, ma preferisco sia lei a raccontarsi , rispondendo alle nostre risposte.

Il tuo primo contatto con l’arte?

A 4 anni insieme alla mia famiglia, adoravo partecipare alle aste, mi piaceva particolarmente ascoltare le meravigliose storie raccontate in merito alle opere proposte, agli artisti e alla poesia intrisa in una tela.
Restavo affascinata, come tutti i bambini piccoli avevo necessità di scoprire e l’arte è
sempre stato un mezzo attraverso il quale pormi delle domande e trovare le risposte.
Che formazione hai avuto?

Se parliamo di formazione Accademica sono laureata in Lettere Moderne con indirizzo Giornalismo e Arte; studi sul Diritto e la Tutela dei Beni Culturali; grande appassionata di Economia e Strategia imprenditoriale, argomenti sui quali ho avuto modo di approfondire sia in ambito formativo che personale.

Sono Docente di Art Management, Scrittrice e Giornalista, vanto un passato da ex Atleta,
l’ambiente dello sport ben si avvicina al contesto dell’arte nell’esternazione di un gesto e
nell’introspezione psicologica.
Quando hai capito che l’arte sarebbe diventata da passione a professione?

Il Business è sempre stato il mio focus principale, ho sempre pensato che traslare una
passione in una professione fosse una naturale evoluzione legata alle competenze e
alla propria professionalità. Il mindset può farti raggiungere qualsiasi obiettivo rientri nei
tuoi principali desideri.

Come scegli i progetti o gli artisti da seguire?

Guardo le opere, se riescono a parlarmi allora cerco un primo contatto con l’artista, se il pathos delle opere è allineato con l’empatia generata dall’insieme degli elementi significa che si prefigurano le basi per costruire un percorso in ascesa.


Un aneddoto che ricordi con il sorriso?

Ne ho troppi, il mondo dell’arte è fatto di
aneddoti, ogni giorno ce ne sono di nuovi e ogni giorno c’è un motivo per sorridere.
Se potessi incontrare un artista del passato, chi e cosa gli chiederesti?

Senza indugio rispondo: Georges Seurat, l’emblema del pointillisme per eccellenza, la sua
storia mi ha molto colpita, la precisione delle sue immagini, l’evoluzione pittorica en
plain-air, la capacità di cogliere l’attimo nonostante l’incredibile lentezza nella
produzione dovuta proprio alla sua tecnica, sono tutti elementi capaci di far trasudare la
magia dell’arte e, inoltre, è un personaggio con un vissuto decisamente interessante.

Se uno strano miracolo mi permettesse di incontrarlo, tra le innumerevoli domande che
potrei rivolgergli, forse, gli chiederei come vivesse le critiche e cosa gli ha permesso di
superarle e trasformale nella forza che gli ha permesso di essere ancora qui con noi.

Quanto conta la comunicazione?

Tutto.

La comunicazione è tutto.

L’uomo nasce per comunicare, pochi ci riescono davvero; nonostante, in qualche modo, chiunque abbia qualcosa da dire sono davvero rari i buoni comunicatori.

La comunicazione è un gioco sottile, una partita a scacchi; bisogna saper scegliere cosa dire e quando dirla, con chi parlare e quando farlo, bisogna, soprattutto, saper scegliere i termini giusti al momento più opportuno.

Solo una corretta comunicazione può concederti la chance di essere ascoltato e compreso. Lo stesso vale per l’arte.

Oggi consiglieresti l’acquisto di un emergente come investimento?

Dipende cosa si intende per “emergente”; se stiamo parlando di nuove firme con almeno un piccolo seguito, esposizioni alle spalle, un catalogo ragionato impostato secondo i dettami del mercato dell’arte, allora sì; d’altra parte “Prima di essere famosi bisogna diventarlo!”.
Consiglio sempre di affacciarsi all’arte contemporanea non solo per passione, piacere
estetico, design o poesia ma anche, e forse soprattutto, come investimento a medio e
lungo termine.

L’Arte è da sempre fucina di stratosferici risultati di mercato, l’esempio sono le metriche delle grandi Case d’Asta ma non solo, esiste una linea parallela di acquirenti d’arte che operano proprio con l’intento di veder rivalutati giovani artisti su cui hanno investito in tempi non sospetti.

Aggiungo che l’arte, a tutti gli effetti, legislativi e fiscali, è definitivamente un investimento. Approfondiremo insieme l’argomento e vi parlerò nel dettaglio di cosa significa davvero investire in Arte.

Sono Chief of Contemporary Art Investment di Kronos Gallery S.r.l., società Partner di AFMetaStrategy S.r.l. di cui sono CEO e Co-Founder insieme abbiamo sviluppato un
progetto direttamente correlato ai settori Valorizzazione del patrimonio artistico, Art
Invest ed Educational con innumerevoli sfaccettature che scoprirete presto.

Che differenza c’è, nella percezione dell’arte tra Italia e estero?

Chi è appassionato d’arte sa apprendere, comprendere, osservare e recepire, qualsiasi sia il Paese di provenienza.

L’Italia deve fare ancora qualche passo verso la comprensione delle dinamiche che regolamentano, oltre alla deontologia sul piano internazionale, anche il vero mercato dell’arte.

Con mercato non sto parlando di commercio ma di fine curatela e proposizione di asset di valore, garantiti dalla produzione di documentazioni, univoche ed inequivocabili, valide a livello Ministeriale ed internazionale.

Cos’è per te l’arte?

Comunicazione, Passione, Amicizia, Stimolo, Poesia, Business..l’arte è tutto.

Non esiste niente altro al mondo a poterci descrivere come l’arte stessa.

Ogni artista ha una visione, ogni opera guarda una prospettiva ma è solo nella
fusione di tutte le arti a potersi generare il complesso e la complessità dell’arte stessa.
L’Arte è ovunque, l’Arte è follia, è la follia della creazione ed è la lucidità di saper vivere
follemente pur essendo fedeli alla propria essenza e a quella degli altri.

L’Arte è la parola donata all’uomo per rendersi edotto, è la capacità di volersi mettere alla prova studiando e applicandosi, l’Arte è tecnica ed invenzione, l’Arte è la sola magia che
possediamo tutti, basta solo applicarsi e trovare la propria.

L’Arte siamo noi, non solo chi parla di Arte ma anche, e soprattutto, chi non ne parla.

Per proporre arte bisogna averla studiata?

Assolutamente sì.

Per proporre qualsiasi cosa, in modo consapevole, bisogna aver studiato, bisogna essersi messi in gioco, bisogna aver sbagliato ed essersi corretti.

Questa domanda, volendo, potrebbe servire risposte molto pungenti ma sarò delicata: i professionisti sono coloro che possono professarsi conoscitori di una materia, sono coloro che lavorano grazie al loro intelletto perché la loro professione lo prevede, sono gli unici a cui rivolgersi per avere una qualsiasi consulenza in merito ad un determinato argomento, uno di questi è proprio la scelta di un’opera o di un artista.

Non lasciate che chiunque vi parli di arte, ascoltate chi ha davvero qualcosa da dire, da spiegare, da insegnare, potrete anche non essere d’accordo ma uscirete da quella conversazione molto più illuminati di quanto possiate immaginare.

Cosa chiedi ad un Gallerista?

Permesso! Normalmente non chiedo, capita che siano loro a chiedere a me, capita che siano gli artisti stessi a cercarmi, capita che ci si incontri, con progetti comuni o in circostanze comuni.

Al Gallerista non si chiede, dal Gallerista si va quando c’è già un argomento da affrontare.

Io parlo con gli artisti, l’arte sono loro, i Galleristi sono il mezzo attraverso il quale l’artista riesce ad entrare in casa dei collezionisti ed è la collaborazione di tutte le figure dell’arte a dare vita al fermento di un altro mercato che non chiude mai.

Cosa pensi dell’editoria di settore?

Penso che la gente dovrebbe leggere di più ma credo che se il mondo editoriale saprà rendersi appetibile, focalizzarsi sul concetto di business dell’arte, di investimento e di impatto sociale allora, forse, l’interesse verso la lettura e l’apprendimento potrebbe iniziare a toccare le corde più sensibili dell’attenzione umana.

Grazie Arianna per l’interessante chiacchierata

Chiudiamo questa intervista ricordando volentieri il suo ultimo Libro, non direttamente correlato al Mondo dell’Arte, ma foriero di un messaggio molto forte e mai come in questo periodo, interessante da analizzare Il Primo Dan

Una storia fatta di avventure, intrighi politici, guerre e catastrofi ma anche ambizione, accettazione, sentimenti, cuore.

Essere diversi è una scuola di vita, è come avere addosso il marchio indelebile del pregiudizio che ti obbliga a lottare fin da bambino…

Alessio Musella

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