Alex Rane e la sua visione della scultura.

Alex Rane
Alex Rane

Un amore per il classico, pensa, disegna e crea..

Tutto inizia con un piccolo modello da lui creato che rimane solo una guida perchè l’artista sente il marmo come un materiale vivo che si miscela con il suo istinto dando origine alla scultura .

Abbiamo intervistato  lo scultore  Americano Alex Rane per conoscerlo meglio lasciando a lui il piacere di raccontarsi attraverso le sue risposte alle nostre domande

Il tuo primo contatto con l’arte?

Mio padre è un pittore e sono cresciuto con lui che dipingeva in casa.

L’arte era ovunque e andavamo spesso nei musei.

Ma solo quando ho frequentato l’università e ho studiato per un semestre a Roma, sono stata esposta alla grande scultura.

È stato allora che ho deciso cosa volevo fare nella mia vita.

Quando hai capito che l’arte sarebbe diventata da passione a professione?

Ho deciso di studiare storia dell’arte quando ho iniziato l’università.

Qualcosa è scattato nella mia testa quando ho visto le antiche sculture greche e quelle di Michelangelo a Roma.

Per me aveva senso.

Una specie di amore a prima vista.

Sono tornato negli Stati Uniti e mi sono trasferita in un’altra scuola per studiare la scultura nel modo in cui volevo.

La tua prima opera?

La prima volta che ho venduto qualcosa è stato alle elementari.

Avevo disegnato una capra con un tipo di incisione diretta, grattando via la superficie nera per rivelare il bianco sottostante.

Alla mia insegnante piaceva molto e me lo comprò.

Per fare arte , bisogna averla studiata?

L’arte è per tutti.

È il modo migliore per capire se stessi.

Quando si studia, è come imparare una lingua, ci si può esprimere in modi diversi, ma alla fine si cerca solo di trovare la propria voce e di esprimere la propria unicità.

Nessuno può insegnartelo.

Come scegli cosa ritrarre ?

È difficile per me sfuggire alla figura.

Vedo visi nelle nuvole e figure nelle fessure della strada.

Credo che ogni opera d’arte sia un autoritratto, quindi qualsiasi cosa io faccia, di solito trasmette più di qualsiasi altra cosa su di me e sulle mie emozioni.

Un aneddoto che ricordi con il sorriso ?

La prima volta che ho assaggiato un gelato.

Se potessi incontrare un artista del passato , chi e cosa gli chiederesti?

Mi piacerebbe sedermi con Cy Twombly prima che morisse, nella sua casa di Gaeta, in Italia, e chiedergli della sua filosofia sull’arte?

Se incontrassi te stesso a 18 anni cosa ti consiglieresti ?

Essere strani e fidarsi di sé.

Quanto conta la comunicazione ?

È molto importante.

La vita è fatta di narrazioni e tutti noi siamo la figura centrale della nostra narrazione.

Voglio esprimere questa narrazione in ogni modo possibile.

La scultura e il disegno sono un buon modo per comunicare una storia complessa e un insieme di emozioni che forse non capisco nemmeno a livello conscio.

Ma non si può sottovalutare il potere delle parole.

È importante cercare di capire e comunicare la propria storia con il linguaggio.

Per me, questo avviene di solito dopo aver creato qualcosa di tridimensionale.

Che differenza c’è, nella percezione dell’arte tra Italia e estero?

-La ricca storia dell’arte è presente ovunque in Italia ed è quindi compresa e apprezzata dalla maggior parte delle persone in Italia.

C’è qualcosa di familiare in tutto questo.

Non è così in molti altri Paesi.

Cos’è per te l’arte?

-L’arte è un’espressione di curiosità.

È un’esplorazione, di solito di qualcosa dentro di sé.

Cosa ti aspetti da un curatore ?

-Una visione e una disponibilità al compromesso.

Cosa chiedi ad un Gallerista ?

Un apprezzamento e una comprensione del mio lavoro.

Quanto contano per te la luce e il colore?

Non sono una persona che ama i colori perché sono daltonica, ma adoro il modo in cui la luce accentua, evidenzia e riflette una scultura.

Un pezzo può cambiare completamente a seconda del modo in cui viene illuminato. Preferisco un’illuminazione discreta piuttosto che un’illuminazione troppo forte o drammatica.

Grazie per il tuo tempo e per la piacevole chiacchierata

Alessio Musella

Intervista in collaborazione con Accesso Galleria

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