Nicoletta Rossotti, Curatrice, Critica d’Arte e Comunicatrice.

Nicoletta Rossotti
Nicoletta Rossotti


Ama l’arte in tutte le sue forme, la comunica, la racconta, la studia…

Conosciamo meglio Nicoletta Rossotti lasciando a lei il piacere di raccontarsi attraverso le risposte alle nostre domande:

Il tuo primo contatto con l’arte?

Sono nata e cresciuta in un contesto familiare dove l’arte è stata sempre presente.

Mio padre si dilettava con la pittura e la scultura e anche un mio zio.

Mia madre che ha sempre mostrato una certa sensibilità verso l’arte, appena si presentasse l’occasione andavamo in giro per conoscere meglio la città o a vedere qualche mostra.

Che formazione hai avuto?

Mi sono laureata in storia dell’arte e dopo ho conseguito un master in curatrice d’arte ed eventi culturali.

Attualmente sto studiando come perito e attribuzioni delle opere d’arte.

Quando hai capito che l’arte sarebbe diventata da passione a professione?

Dopo il primo master ho cominciato a frequentare molto l’ambiente artistico e i vernissage. Ogni volta per me era una conferma di quanto quel mondo mi affascinava, conoscere e parlare con gli artisti, parlare d’arte con i galleristi o gli art advisor, curatori ecc mi portava sempre di più a voler andare avanti e a sentire che quello era il posto giusto per me.

Come scegli i progetti o gli artisti da seguire?

Innanzitutto guardo le opere, se capisco che dietro c’è una reale ricerca artistica, se c’è innovazione, cambiamento o rivoluzione mi metto in contatto con l’artista. Io scelgo e seleziono ma loro fanno lo stesso con me.

Si lavora in sinergia.

Un aneddoto che ricordi con il sorriso?

Anni fa, curai una mostra personale per un artista romano, venne un noto critico i giorni seguenti al vernissage.

Si fece un giro per la galleria, si avvicinò a me e mi disse: finalmente qualcuno che ha studiato e sa come vanno messi i quadri.

Sorrisi come se mi avesse detto la cosa più buffa del mondo.

A distanza di tempo capii che anche l’allestimento è fondamentale per la riuscita di una mostra, infatti mi sono trovata spesso in posti in cui i quadri erano attaccati l’uno accanto all’altro o erano storti o messi in fondo, quasi nascosti.

Le opere per essere ammirate nella loro totalità, per essere valorizzate, hanno bisogno di respirare per cercare di mantenere un flusso visivo costante e accattivante.

Se potessi incontrare un artista del passato, chi e cosa gli chiederesti?

Mi piacerebbe parlare con Michelangelo e chiedergli da cosa lui prendesse ispirazione

Quanto conta la comunicazione?

Il successo di un evento è legato per lo più alla capacità di divulgazione da parte del curatore e delle figure professionali che lo affiancheranno: ufficio stampa.

La comunicazione è fondamentale, per questo consiglio agli artisti di puntare molto su questo aspetto, che se fatto con reale competenza può aiutare molto l’artista stesso per farlo conoscere e per le vendite.

Oggi consiglieresti l’acquisto di un emergente come investimento?

Assolutamente si.

Ci sono artisti anche molto giovani che hanno grandi capacità, non solo tecniche ma fortemente comunicative che in breve tempo hanno acquistato uno spazio molto ampio nel mercato dell’arte.

Che differenza c’è, nella percezione dell’arte tra Italia e estero?

La visione dell’arte in Italia e all’estero è molto semplice ma al contempo complessa. All’estero hanno meno arte e tanta voglia di comprenderla e acquistarla, in Italia abbiamo tanta arte e poca voglia di capirla.

Un esempio?

Michele Coppola ha realizzato un Altare di Pergamo di 60 mt x 2 che rappresenta la Gigantomachia quindi lotta tra il bene e il male.

Malgrado ne abbia parlato con operatori della cultura in Italia nessuno ha fatto mai nulla per portarlo alla luce, diversamente dall’estero, purtroppo alle volte l’Italia si dimentica dei propri figli.

Cos’è per te l’arte?

E’ una parte di me.

Per proporre arte bisogna averla studiate?

Bisognerebbe averla studiata e anche bene.

E’ un settore non semplice che non lascia spazio all’improvvisazione.

Cosa chiedi ad un Gallerista?

Dare risalto alle opere che gli vengono consegnate e far si che i potenziali acquirenti o collezionisti se ne interessino in modo concreto.

Cosa pensi dell’editoria di settore?

E’ un settore che adoro, ancora ogni tanto rispolvero vecchie riviste d’arte specializzate di mio padre, quelle che hanno fatto la storia e aiutato gli artisti ad uscire dall’anonimato.

Ci sono dei brani di pittura degli anni 60/70 eccezionali.

Che differenza c’è tra curatore e critico d’arte?

Il curatore d’arte è colui che pensa alla mostra, che segue gli artisti, li sceglie e seleziona. Pensa a presentare la mostra e a scrivere un brano storico artistico per l’artista o gli artisti da portare all’evento e spesso si occupa anche di allestimento.

Il critico d’arte può essere anche curatore o storico dell’arte a seconda degli studi intrapresi.

In ogni settore la formazione è fondamentale.

Grazie per il tempo a noi dedicato

Alessio Musella

Total
0
Shares
Previous Post
ROBERTO SALBITANI

IL VIAGGIATORE PARALLELO: ROBERTO SALBITANI A BAF 2023.

Next Post
FIGURABILIA

“AGAIN”: terza edizione di FIGURABILIA, testo critico di Carlo Micheli.

Related Posts