Maria Marchese intervista ARTURO BOSETTI.

ARTURO BOSETTI
ARTURO BOSETTI

Dopo essersi diplomato all’Istituto d’Arte Venturi ha frequentato l’Accademia di Belle Arti di Bologna, ha insegnato “Disegno e Storia dell’Arte” accompagnando da sempre l’attività didattica a quella artistica, espositiva, di restauro.

Ufficialmente la sua attività di pittore possiamo collocarla nel1961.

Conosciamolo meglio :

Il tuo percorso artistico è quanto mai variegato e mutevole: cosa ti ha motivato negli anni ad evolvere?

La Passione, la curiosità , la voglia di migliorarsi, di cambiare, di sperimentare cose inedite e tecniche diverse , ma soprattutto, la ricerca negli ultimi anni della “Luce- colore

LUCE_COLORE

Le forme dell’immaginazione

(I colori del tempo)

Chiamo perciò LUCE-COLORE l’elemento fondante della visione; la base di quel
comporsi e scomporsi, confluire e defluire, amalgamarsi e fondersi del tessuto
cromatico attraverso il quale si configura il nostro vissuto, si definiscono le nostre
immagini della realtà e si richiamano le nostre visioni – una volta introiettate -,
facendoci rivivere stati d’animo ed emozioni già provate e nuove.

Da queste considerazioni prende spunto la mia ricerca pittorica, con l’obiettivo

di creare sulla tela quel cromatismo che, procedendo dalla sua base informale –
nessuna definizione o precisazione della forma visiva – sappia sollecitare in chi
guarda immagini personali e personali emozioni in un coinvolgimento originale e
dinamico dello spettatore.

Si genera così una partecipazione attiva all’opera nel cogliere, fra i molteplici input
embrionali suggeriti proprio dalla assenza di una forma codificata e stabilita, quello
più congeniale e significativo per ciascuno.

La Luce-Colore dà così vita a una libertà visiva ed emozionale le cui possibilità
si definiscono nelle differenti letture di chi osserva il dipinto.

Questa la mia “poetica” d’artista oggi da cui muovo nell’esecuzione delle mie opere.

                                                                                        Arturo Bosetti

Il tuo primo contatto con l’Arte?

Mi hanno detto che ho preso in mano la matita intorno ai tre-quattro anni e non l’ho più lasciata.  Non ho particolari ricordi.

Quando hai capito che l’Arte sarebbe diventata da passione a professione?

All’età di diciotto anni,  il prof. Rino Golinelli mi ha consigliato di frequentare l’Accademia di Belle Arti di Bologna  ed intraprendere la professione di Insegnante nelle Scuole Pubbliche.

La tua prima opera?

” Paesaggio montano con un campo di grano” 1961

Lo reputo il primo tentativo serio di ricerca complessiva della figuratività,  della tecnica, delle sfumature cromatiche. della luce e delle sensazioni emotive ecc.

Per fare Arte, bisogna averla studiata?

Certamente, e molto approfonditamente, sia nella teoria che nella pratica con costanza e passione assimilandole  fino alla nausea.  

Rino Golinelli mi diceva : ” disegna e studia fin tanto che non hai assimilato e digerito quello che vuoi fare . A quel punto puoi iniziare ad operare.”

Un aneddoto che ricordi con il sorriso

La solidarietà e I’umanità di un gatto rosso (Marks) , non mio, che nel 2000, ( ammalato di R.C.U.) veniva tutti i giorni a trovarmi per farmi compagnia.

Se potessi incontrare un artista del passato, chi e cosa gli chiederesti?

Certamente WILLIAM TURNER   maestro indiscutibile della luce.

Gli chiederei  cos’è per lui  “la luce “, cosa significa , come e con quali mezzi, sia riuscito a raggiungere risultati ineguagliabili.

Quanto conta la Comunicazione?

L’uomo per sua natura è un animale sociale, figuriamoci se uno è un artista….. , vive di sensazioni, contatti, sentimenti, passioni ecc. tentando di comunicale agli altri.

Che differenza c’è, nella percezione dell’Arte tra Italia e estero

L’ Arte e la Tradizione  italiana, nei secoli, ha espresso eccelsi artisti  in campo mondiale condizionando tutti e tutto con una fonte inesauribile di conoscenze e di valori . Tuttavia, oggi, la sua grandezza potrebbe essere un arma a doppio taglio, in parte un freno alla libertà espressivo-creativa più facilmente reperibile in culture estere (più aperte alle novità e con meno  vincoli culturali, tradizioni e grandezza storica).

Cos’è per te l’Arte?

 Qualsiasi forma di attività a riprova del talento e delle capacità creative ed espressiva dell’uomo.

Cosa ti aspetti da un Curatore?

Un professionista, che si occupi di tutti gli aspetti organizzativi compresa la responsabilità dei contenuti, degli allestimenti ,dei contatti, della divulgazione  ecc.  Un collaboratore, ma anche un sostenitore, una persona vicina a tutto campo.

Cosa chiedi ad un Gallerista?

Competenza artistica, professionalità, dedizione,  promozione rivolta alla crescita degli artisti della propria Galleria ed infine collaborazione e stretti legami basati su una stima reciproca.

Come nasce un tuo atto Creativo?

Da una ricerca continua,  da stimoli consci ed inconsci , da eventi naturali e culturali , da notizie edite ed inedite, da contatti ed incontri occasionali e non .…..  In conclusione nel percepire ogni tipo di esperienza, anche minima.

Nelle ultime opere l’esperienza sensibile lascia sempre più spazio ad una terra ineffabile: come riesci a rendere concreta questa intima dissolvenza?

Togliendo il superfluo  semplificando la composizione  e minimizzando l’uso del segno, dei colori delle forme ecc. per raggiungere  una sintesi creativa nell’essenza emotiva della luce-colore

Quanto conta per te, il lato estetico di un’opera e quanto il messaggio  Intrinseco?

Cerco di trovare un equilibrio estetico-emotivo,  ma privilegiando sempre  il messaggio intrinseco.  Allo  spazio- forma  preferisco  la luce-colore

Grazie Arturo per il tempo che mi hai dedicato

Maria Marchese

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