Le 5 Tigri mistiche di Mario Vespasiani.

mario vespasiani
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Le energie sono presenti in ogni aspetto della nostra vita attraverso proiezioni inconsce, oscure oppure illuminanti.

E l’energia che è insieme creativa e distruttiva, vita e morte è da sempre identificata in natura delle fattezze di un solo animale: la tigre.

Forza, potere ma anche passione sensualità.

Nella mitologia greca è associata al dio Dioniso, mentre nell’inferno cinese è un guardiano che divora le anime.

Gli indiani la identificano come “tamas” la forza sfrenata dell’istinto, in Cina è simbolo del buio e del lato oscuro dell’anima, nel buddhismo raffigura la fede e le lo sforzo spirituale.
Le leggende parlano di Cinque tigri mistiche, protettrici dell’ordine spaziale, che dominano le forze del caos, ciascuna di un colore diverso, messe a guardia dei quattro punti cardinali e del centro, la cui potenza sovrannaturale, in grado di comunicare con l’assoluto è stata concentrata da Vespasiani negli occhi, che si moltiplicano e mandano fuori fuoco la visione dello spettatore, incapace di fissarli e di predirne i movimenti.


In queste opere l’autore indaga l’aspetto misterioso di uno sguardo che pare provenire direttamente dal mondo onirico, luogo in cui le regole non valgono, dove colori e vortici alterano la percezione del reale.

Paura e Sogno sono anche le emozioni più profonde vissute dalle giovani generazioni e tali dipinti testimoniano una metafora del quotidiano.

A maggior ragione l’autore convoglia nelle tigri una sorta di potenza “iniziatrice”, simile a quella che nei miti del sud-est asiatico è preludio di rinascita.
Le cinque tigri mistiche sono dunque un archetipo che ha in sé il sacro da cui distogliere lo sguardo e la fascinazione per l’abisso, dove lasciarsi attrarre nella vertigine di una dimensione non ancora conosciuta.

Mario Vespasiani interpreta così, con la grinta che lo contraddistingue un tema che ha da sempre appassionato i grandi maestri dell’arte sia orientale – la tigre di Rosetsu del 1786 è considerata una delle opere più celebri del Giappone, preziose sono quelle riprodotte sui tappeti tibetani, mentre dall’eta del bronzo risalgono quelle coreane – che occidentale, da Delacroix a Rubens a Rousseau , Ligabue fino a Dalì, ultimo erede di una conoscenza che ha viaggiato per secoli e che assume nuova pelle nella ricerca di Vespasiani.

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La 42esima Pubblicazione dell’Artista Mario Vespasiani “A Gentleman in the World of Art”.

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