Dodici fotogrammi, estratti da diversi video reportage per raccontare e documentare le paure e le inquietudini portate dalla pandemia da Covid-19 all’interno dell’universo penitenziario.
Gli scatti di Davide D’orazio, come mezzo di denuncia, per porre attenzione su una realtà troppo spesso ignorata.
Le sue sono storie dirette e forti che riescono a toccare la sfera emotiva prima di quella razionale attraverso le immagini.
Classe 1962 autodidatta e prende spunto dai professionisti del settore.
Predilige soprattutto gli scorci urbani, i ritratti della gente incrociata per caso e le bellezze della sua regione, la Sicilia del folclore, quella popolare e immersa nelle sue tradizioni più radica- te.
Davide D’Orazio, da sempre è stato rapito dalla cronaca fotografica di una terra viva, ricca di paesaggi quanto di situazioni cariche di passione.
La fotografia di Davide adotta verso la Sicilia il rispetto critico di chi confrontandosi con essa ne affronta le peculiarità senza sovrastarne il senso.
D’Orazio sente di dover stare dietro alla “storia”, di seguirla con l’obbligo tassativo di non inquinarne i termini.
