Adolfo De Turris custodisce anche una stagione deversa rispetto all’attuale poetica pittorica: il sognatore ivi dona una diversa forma all’essenza dell’onirico.

Abbandona allora il mito, l’acre realtà e il linguaggio eclettico per approdare ad una rada più dolce e cara al pubblico.
“CUORI MIGRANTI” rappresenta proprio il distacco dall’ombra terrena, un “parto” esistenziale energico, vivificato poi tra le morbide forme simboliche del cuore o del petalo e tra curvilinei spazi, sposati ad un’architettura cromatica felice e squillante.
Intinge infatti il pennello addentro una policroma tavolozza, che coinvolge punti tonali totalmente diversi.
L’autore crea poi giocosi orizzonti, ove il colore digrada e si attenua, equilibrando i motti dell’anima.
“CUORI MIGRANTI” si manifesta come composizione che seduce con immediatezza l’occhio dell’osservatore.
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