ARTE QUEER corpi, segni, storie di Elisabetta Roncati Prefazione di Tommaso Sacchi

Elisabetta Roncati
Elisabetta Roncati

La prima mappa dell’arte queer, dalle origini a… domani, che esplora le storie di chi, in tutti i continenti, ha trovato nell’arte lo strumento per esprimere la propria identità.

L’arte è nata per essere il luogo delle identità possibili, linguaggio per scoprire sé stessi, sperimentare attraverso la più piena libertà creativa uno spazio di esistenza. Attraverso l’arte si afferma la propria identità e la si mette in dialogo con quelle altrui, costruendo una comunità, ci si immerge in un territorio in cui le etichette vengono sovvertite e i confini si dissolvono.
Per questo, l’arte è stata, nelle sue molteplici declinazioni, lo spazio privilegiato per le identità queer.

Mancava nella storia dell’arte un testo che raccogliesse le voci che hanno sfidato e sfidano le convenzioni, per allargare il nostro modo di comprendere le identità umane.

ARTE QUEER Corpi, segni, storie, edito da Rizzoli, è uno strumento essenziale per colmare questa lacuna. “In un’epoca in cui le questioni di genere e l’inclusione sono oggetto di dibattito e discussione quotidiana, è un testo che ci invita a vedere l’arte come strumento di cambiamento e di libera espressione, capace di dare voce alle esperienze più intime e profonde del singolo”, scrive nella sua prefazione Tommaso Sacchi, curatore e Assessore alla Cultura del Comune di Milano.

Elisabetta Roncati, una delle art sharer più stimate d’Italia, ha scelto di mettere la propria voce al servizio di chi spesso non l’ha avuta, con un linguaggio che non esclude nessuno, né le diverse soggettività, né chi si approccia all’arte da semplice appassionato, e ancor meno chi non fa parte della comunità LGBTQIA+.
L’arte queer abbraccia infatti, nella complessità delle storie, chiunque almeno una volta si sia sentito “fuori posto” e illumina un universo di esperienze che altrimenti sarebbero rimaste nell’ombra.

Le opere descritte nel libro sono politiche e intime, evocative e carnali, e offrono un panorama complesso e multiforme dell’esperienza queer.

Nelle sue pagine, Roncati racconta artisti che hanno fatto del queer un cardine della loro poetica, a prescindere dalla loro identità, e li approfondisce in tutte le possibili direttrici.

Dà spazio alle modalità espressive più disparate: dalla pittura alla fotografia, dalla scultura alla performance, dalla videoarte ai fumetti.

Raccoglie queste voci in prospettiva storica, raccontando chi non si è mai nascosto e chi nei secoli ha trovato nell’arte il solo modo di raccontarsi.
Il testo, inoltre, ha il merito – programmatico – di riportare al centro anche del discorso artistico le donne, spesso relegate a un ruolo di secondo piano.
Attraverso un appassionato ed estremamente accurato lavoro di ricerca, vengono illustrati i percorsi di artisti molto noti come Claude Cahun, Keith Haring, Lisetta Carmi, o nomi ormai unanimemente riconosciuti e apprezzati quali Eva e Adele o Gilbert e George, fino ad autori meno celebri, ma di grande valore nel panorama di ricerca internazionale come Cassils e la giovanissima Amanda Ba.

Sguardi di generazioni di epoche diverse, nate a partire dalla Seconda Guerra Mondiale fino alle soglie del 2000.

L’autrice decostruisce anche la visione che pretenderebbe di mettere l’Occidente al centro delle riflessioni sul queer.

Non trovano spazio solo gli artisti della diaspora: il viaggio di Roncati muove dal Togo all’Afghanistan, dalla Russia al Libano fino alla Corea, e accoglie campi di riflessione vastissimi: la religione, l’identità delle minoranze, i sentimenti e l’intimità, dal terremoto degli anni dell’esplosione dell’AIDS ai tempi dell’iperconnessione, fino alla riflessione sullo spazio pubblico.

È, in sintesi, un lavoro fondamentale per avere un cambio di visione, un ampliamento degli orizzonti.

Nelle pagine c’è spazio per celebrare esempi virtuosi di sostegno e promozione dell’espressività e anche per una breve rassegna delle più importanti mostre e collettive di arte queer.

Elisabetta Roncati. Digital content creator, consulente artistica e scrittrice, ha deciso di unire formazione universitaria economica/manageriale e passione per la cultura con un unico obiettivo: avvicinare le persone all’arte in maniera chiara, facilmente comprensibile e professionale.

Interessata a ogni forma di espressione artistica e culturale, contemporanea e non, ha due grandi passioni: l’arte extraeuropea e i diritti civili.

Nel 2018 ha fondato il marchio registrato Art Nomade Milan, con cui si occupa di divulgazione digitale sui principali social.

Ufficio stampa – Setteluci

Manuelita Maggio – cell. +39 338 4132673   maggio@setteluci.net

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