Anna Paula Torres tra colore e forma…

Anna Paula Torres
Anna Paula Torres

Ana Paula Torres riunisce pitture realizzate in contesti sperimentali utilizzando materiali tradizionali mescolati con quelli non convenzionali guardando al mondo dell’arte povera e materica.

Le pitture, dai bassi rilievi della serie con impasto a base di caffè alle carte ed acrilico di “Intrappolati”, utilizzando colori vibranti che rportano a ricordi e sensazioni della sua terra d’origine, il Brasile.

Il percorso di Ana principia con una ricerca focalizzata sul mistero del colore e della forma, portando avanti il retaggio di studi già comunicati dalle grandi rivoluzioni dell’Arte Contemporanea, presentando una rosa di nomi di grande rilievo che influenzano la sua poetica, tra tutti: Alberto Burri, Emilio Vedova, Gehard Richter e Anselm Kiefer.

Tutto questo don agrande versatilità di lettura alle opere della Torres, opere che riescono a suggerire svariate sensazione a seconda di chi “legge” riuscendo a ripercorrere il sentiero già battuto dell’Arte informale, senza perder di vista però il figurativo.

  • Tratto da “Frascati in Arte: 1ª Edizione” Edito da “Agarte – Fucina delle Arti” (2022).

Il tuo primo contatto con l’arte?

Non me lo ricordo, è come se facesse parte della mia vita da sempre. 

Quando hai capito che l’arte sarebbe diventata da passione a professione?

Da quando mi sono arrivate delle risposte sul mio operato artistico che mi facevano vedere quanto riuscivo a trasmettere alle persone.  

La tua prima opera?

Una natura morta, dimensioni 30x40cm, ad olio, realizzata nel 1993.

Per fare arte , bisogna averla studiata? 

Per me lo studio è il compagno di vita di un vero artista. Ciò significa essere costantemente “alla ricerca di”, mente aperta a tutto e a tutti. Studiare non significa  conoscere soltanto la storia dell’arte, cioè il passato, oppure le tecniche artistiche. Significa sperimentare, osservare, sentire e trovare il miglior modo di comunicare quel che vogliamo dire. 

Cosa unisce i tuoi dipinti e la musica ?

Sono due espressioni artistiche che dialogano molto bene tra di loro. Ogni colore dei miei dipinti può essere abbinato ad una nota musicale, più acuta o più grave, a seconda anche dell’intensità di luce e ombra. Mi viene in mente lo studio sviluppato da Kandinsky su questo argomento. La musica è la manifestazione artistica più astratta che esista ed è in grado di farci emozionare senza Illustrarci nulla.

Come scegli cosa ritrarre? 

Dipende dal progetto e da quel che voglio comunicare. Comunque arriva dopo un periodo di ricerca e riflessioni. Si evolve giorno dopo giorno, fa parte del processo creativo. 

Un aneddoto che ricordi con il sorriso ?

In una mia mostra in Brasile ho sentito una persona che diceva di non aver capito nulla dei miei dipinti. Ma non c’è niente da capire! L’arte va sentita.

Può piacere o non piacere, ma non va mai spiegata, altrimenti si svanisce la bellezza e la magia dell’arte. 

Se potessi incontrare un artista del passato , chi e cosa gli chiederesti?

Kandinsky e gli chiederei come arrivò al concetto dello spirituale nell’arte. 

Se incontrassi te stesso a 18 anni cosa ti consiglieresti ?

Di andare avanti e di non mollare mai.

Quanto conta la comunicazione ?

Moltissimo. E a seconda di come viene fatta può essere più un danno che un bene. 

Che differenza c’è, nella percezione dell’arte tra Italia e estero?

In Italia, forse perché abbiamo un passato eccezionale,  mi sembra che si faccia fatica a dare spazio al contemporaneo, cosa che all’estero sembra accadere con più facilità.  

Cos’è per te l’arte?

Un mezzo di comunicazione potentissimo. 

Cosa ti aspetti da un curatore ?

Che mi affianchi nella promozione del mio lavoro. Una persona con cui si possa confrontare e fare dei progetti insieme. 

Cosa chiedi ad un Gallerista ?

Che promuova i miei lavori presso la sua clientela e che mi dia dei riscontri su come venga percepita ogni mia opera. 

Quanto contano per te la luce e il colore?

Sono entrambi indispensabili.  Senza luce non vediamo il colore.  Senza colore non esiste l’opera.

Alessandro Giansanti ( Agarte fucina delle arti )

Nota biografica:
Ana Paula Torres, pittrice e scultrice, nasce in Brasile nel ‘78 in una famiglia di origini italiane e tedesche, e fin da piccola dimostra l’interesse per il disegno e per i colori. A quindici anni l’incontro con Marcos Calligaris ha segnato il primo periodo del suo percorso artistico. Ha frequentato la scuola d’arte Calligaris nella città di Sao Carlos dove realizza i primi studi di disegno e pittura.
L’approfondimento delle tecniche pittoriche continua a Roma con Alberto Parres, presso La Porta Blu Art School e prosegue con un nuovo percorso sperimentale e materico con Franco Crocco, alla Scuola d’Arti Ornamentali. Completa il suo percorso presso l’Accademia di Belle Arti (Roma) dove si diploma con la votazione massima di 110 e lode (tra i suoi docenti troviamo Moreno Bondi, Eclario Barone e Oriana Impei). Cittadina di due mondi, svolge la sua ricerca-lavoro tra il Brasile e l’Italia.

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