“La danza comincia ove la parola si arresta.”(Alexandre Tairoff)“LET’S DANCE” : balliamo… Andrea Grieco sintetizza e vivifica una triadica esortazione, che assume la levatura di un coinvolgimento plastico reale, e nell’atto della danza e addentro la musicalità di un essenziale verso poetico, che ne sublima eleganza, dinamismo, linguaggio e radici.

Frange infatti l’affermazione di Alexandre Tairoff, annichilendo, attraverso il cut up, la soglia, che separa parola e movimento: crea infatti un euritmico assolo, estetico e dissertativo.
L’autore di Formia sradica l’individuo dalle “presenze” spazio e tempo, ammantando il suolo con ibride tenuità; sagoma poi la viva pelle, minuziosamente: essa diventa custode di fermezza, tensione fisica e emotiva, energia…
“La danza è la creazione di una scultura che è visibile solo per un momento.”(Erol Ozan)L’artista riesce, al contrario, a liberare un erratico fermo immagine di bellezza, che coinvolge lungamente.
Equilibrando allora toni, posture e dettagli, egli narra la continuità di un dialogos: esso culmina nella rosea carne umana, al centro, intrisa di istinto felino e di naturale predisposizione all’arte del ballo.

Le fumose e piene vesti, ai lati, mutevoli e intelligenti considerazioni fisiche, provengono da un’inespressa continuità pregressa, e convergono indi nell’identità di un’assoluta soluzione, che diviene caposaldo e culmine di stabilità.
Le tre opere, pur preservando una propria identità, assolvono la sensatezza del “sine qua non” : seducono singolarmente mente e occhio, ma il sintagma a tre, in cui Andrea Grieco le sposa, le risolve addentro un legame coeso e più alto.