
La Pittrice Aretina ha voluto dedicare, utilizzando le antiche tecniche pittoriche di Cennino Cennini, Simone Martini, e altri grandi artisti del Medioevo e del primo Rinascimento, un omaggio a Gino Severini, pittore Cortonese, attivo nella prima metà del Novecento esponente e promotore sia del Cubofuturismo, sia del Classicismo.
Silvia Salvadori ha scelto di raffigurare una Dama che indossa il costume di Arlecchino che impersona l’Italia patria del celebre artista.
Il crepuscolo, simboleggia il passato che occorre lasciarsi alle spalle se si vuole guardare al futuro con speranza che ritroviamo nella colomba, un rimando alla Genesi (8, 11) dove è proprio una colomba a portare a Noè il rametto d’ulivo, mostrandogli così la fine del Diluvio universale e l’inizio di una nuova era di pace tra Dio e gli uomini.
La presenza del piccolo Cipresso che si intravede nel buio a destra, accanto all’ultima colonna rappresenta ’Eternità che contraddistingue l’Arte.
L’uva, frutto della Vite, rappresenta Cristo e la Resurrezione che rinnova tutte le cose ed è espressione delle radici Cristiane d’Italia, mentre la maschera d’oro etrusca vuole essere un omaggio alla Sua terra natia, Cortona.
Nel dipinto sono presenti anche elementi del cubofuturismo e del neoclassicismo, a riassumere i vari stili usati dal Severini durante la sua vita.

La foglia oro sullo sfondo e gli angeli festanti, che scendono dal Paradiso dipinti dalla Pittrice raccontano la passione di Severini per la tradizione pittorica Bizzantina.
La piccola lacrima che solca il viso della dama ci ricorda le avversità della vita.