Per raccontare il suo lato artistico non è possibile prescindere dall’uomo con tutte le sue nevrosi e le sue insicurezze in un corollario di aforismi che, nell’ironia della sua essenza, tracciano inequivocabilmente la personalità di Lorenzo Marini come entità capace di generare un microcosmo che riassume in sé il clima degli anni della creatività comunicativa.
Nelle sue opere è possibile intravedere una sottocultura fatta di arte, pubblicità, musica legate insieme dall’amore per la comunicazione.
Il tuo primo contatto con l’arte?
In Italia è impossibile descrivere il primo contatto con l’arte, perché tutto attorno a noi e arte. Dal modo di vivere, alla cultura che abbiamo nel DNA, alla sedimentazione della nostra storia. C’è una sola cosa che manca in Italia.
L’insegnamento della storia dell’arte dalla prima elementare. Sarebbe un caso unico al mondo. E credo anche molto interessante. ![]()
Quando hai capito che l’arte sarebbe diventata da passione a professione?
L’arte è una forma di amore. quindi non può mai diventare una professione. Diventa un mestiere quando smetti di essere innamorato. da questo punto di vista non può esistere professione senza passione.
Un artista non innamorato è un mercenario con un sasso al posto del cuore.
La tua prima opera?
Ho sempre disegnato. Dalle scuole inferiori in su. Ho fatto il liceo artistico poi Accademia e Architettura assieme, è molto difficile stabilire l’inizio del vento, o disegnare la fine del mare nelle carte geografiche.
Non so cosa voglia dire opera.
Però facendo il lavoro della comunicazione e del graphic design di notte lavoravo con gli spazi bianchi, e con le mappatura e le texture dei vari bianchi, come delle architetture del creato. L’ho fatto per vent’anni, senza mostrare nessuna opera a nessun amico. Non volevo vendere niente. Volevo solo collezionare attimi.
Per fare arte , bisogna averla studiata?
Studiare vuol dire conoscere. Non si può amare ciò che non si conosce. Studiare vuol dire approfondire tutto il passato. Ma non ti dà la garanzia di avere una porta sul futuro. Anche Michelangelo studiava i greci. Li ha studiati così bene al punto di averli superati poi. Esistono molti artisti istintivi, ci sono molti artisti colti, ci sono molti artisti raffinati, e ci sono molti artisti mercanti. ci sono tanti tipi di stelle nel cielo.
Secondo me, studiare non solo aiuta a fare l’arte migliore, ma aiuta a vivere meglio.
Cosa unisce i tuoi dipinti e la musica ?
La musica entra nella nostra mente tramite le orecchie, i dipinti entrano tramite gli occhi. Entrambi servono a celebrare l’armonia, il senso completo della bellezza, quella di Sant’Agostino, profonda, non quella contemporanea che è estetica.
Come scegli cosa ritrarre ?
I ritratti delle persone sono stati già fatti nei secoli scorsi, i ritratti della società in crisi sono già stati fatti nel novecento, da Emilio vedova da Pollock, i ritratti del tempo oltre lo spazio sono già stati fatti da fontana. I ritratti dei prodotti sono già stati fatti da Warhol negli anni 60. I ritratti della Street Art sono già stati fatti da Basquiat e Haring.
Io faccio i ritratti delle lettere. Le trasformo in illustrazione, le libero dalla funzione di leggere e scrivere, per farle diventare linguaggio contemporaneo visivo. ![]()
Un aneddoto che ricordi con il sorriso ?
Ogni volta che mi alzo e bevo il caffè americano.
Cerco di vivere con il sorriso sempre. Sorrido ogni volta che la gente al semaforo rosso si innervosisce, perché penso alla stupidità dell’uomo che è contento solo quando il semaforo è verde. Dimentico della dualità del mondo, l’uomo medio non capisce che il sole presuppone la pioggia, il caldo presuppone il freddo, le montagne presuppongono le valli.
Se potessi incontrare un artista del passato , chi e cosa gli chiederesti?
Se potessi incontrare un artista del passato mi piacerebbe incontrare Rembrandt.
Avrei solo una domanda da fargli: ma come cazzo fai?
Quest’uomo dipinge le anime. Quindi deve conoscere in qualche modo l’eternità.
Se incontrassi te stesso a 18 anni cosa ti consiglieresti ?
Raramente do consigli agli altri, figurati a me stesso. Però se potessi rassicurarmi di qualcosa lo farei dicendo che più passa il tempo più puoi tornare il bambino.
Quanto conta la comunicazione ?
La comunicazione è il livello sublime della nostra società. Tutti i nostri sensi sono in comunicazione attraverso i nervi.
Siamo onde di un unico mare, tutte con la presunzione di essere pezzi indispensabili, ma ci dimentichiamo che il mare può vivere anche senza le onde. Se invece intendi la comunicazione commerciale penso che questa abbia preso l’redini dell’arte e abbia trasformato i poeti in mercanti.
Il marketing è entrato in tutti i livelli della nostra vita. Dal pandoro alle sneakers, dalla finanza ai profumi. https://www.youtube.com/watch?v=LEdqmmv3AIU
Che differenza c’è, nella percezione dell’arte tra Italia e estero?
L’Italia è vissuta come pesantezza della tradizione, come tutta l’Europa. L’America è vissuta come obbligo all’innovazione. L’arte contemporanea è chiaramente americana. La mia impressione è che noi ci siamo fermati all’arte povera degli anni 60. E che parliamo dei grandi nomi pensando che tutti li conoscano, in realtà gli spagnoli conoscono i loro artisti, i tedeschi conoscono loro artisti e noi italiani conosciamo i nostri. Un vero peccato.
Cos’è per te l’arte?
È la sublimazione di ciò che non serve. Una giacca non potrà mai essere un pezzo d’arte perché è necessaria. Un pezzo d’arte è superfluo meraviglioso.
Per me è l’espressione del pensiero, è la radice della vita, non il suo frutto.
Cosa ti aspetti da un curatore ?
Leo castelli, forse è più grande italiano in America, diceva: non dico mai agli artisti cosa fare. Mi raccomando sempre che facciano qualcosa di nuovo
Il curatore deve stimolare, deve essere una vitamina per la mente, deve essere una sferzata di ottimismo, deve essere una fonte di ispirazione costante.
Cosa chiedi ad un Gallerista ?
A un Gallerista non chiedo mai niente. Sono loro che chiedono a me.
Quanto contano per te la luce e il colore?
Per uno che ha disegnato vent’anni usando solamente bianco, direi che il colore è tutto tutto. È la scoperta di una nuova dimensione.
Quanto conta per te la parola?
La parola ormai non conta più niente. La gente promette senza mantenere. Per questo preferisco dipingere lettere.
Oltre questa personale (estate 2024) a Forte dei Marmi presentata da Oblong Contemporary Gallery che cos’ha in serbo per il futuro?
A metà settembre inauguro una personale a Pechino, durerà sei mesi. A ottobre ho in mente una performance alla Bnl di Venezia, davanti al mio padiglione con la proiezione delle lettere Black hole e a Dubai una personale organizzata dalla sede negli emirati della Galleria Oblong.
Grazie Lorenzo per la piacevole chiacchierata. Alessio Musell








